L'analisi di Yoram Lustig, head of Multi-Asset Solutions EMEA & Latam che ha incontrato la stampa finanziaria in un recente viaggio a Milano.
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Il reddito fisso potrebbe tornare a ottenere una serie di rinnovate occasioni con l'arrivo del nuovo anno. "L'azionario nel breve termine, soffrirà la concorrenza del reddito fisso, innanzitutto di titoli di Stato come i Btp italiani che, al momento, sono molto a sconto e rendono il 4-4,5 per cento. Se le valutazioni si comprimessero, sarebbe invece il momento di aumentare l’esposizione alle borse", dice Yoram Lustig, head of Multi-Asset Solutions EMEA & Latam di T. Rowe Price.
Secondo l'esperto, intervenuto a Milano a un evento con la stampa finanziaria, il peggio per il reddito fisso potrebbe essere alle spalle ed è certamente l’ora di considerare di prendere posizione sui governativi. "Ma la correlazione fra equity e bond è importante per il ruolo che giocano nei portafogli. Il Btp italiano, per esempio, non è l’ideale per diversificare il rischio azionario perché i governativi italiani soffrono come le borse quando c’è un momento di mercato risk-off", commenta Lustig. “Altri mercati governativi, come quelli di Stati Uniti e Germania, possono avere una correlazione negativa con le Borse in momenti di stress, quando la diversificazione è più importante”.
Incognita Stati Uniti
Il 2024 porterà con sé, tra le altre cose, anche le elezioni presidenziali americane.
A differenza di quanto accadrà in Europa, che è già in recessione o sul punto di entrarci, T. Rowe Price è meno incline a prevedere quale potrebbe essere lo scenario economico per gli Stati Uniti perché potrebbe andare da un “hard landing”, attraverso un “soft landing” fino a un “no landing”. Gli effetti distorsivi derivanti da 15 anni di quantitative easing e dalla pandemia rendono difficile fare previsioni. Se è vero che si è sempre parlato di recessione a seguito dell’inversione della curva dei rendimenti, come quella statunitense, e al termine di un ciclo di rialzi del costo del denaro, come quello portato avanti dalla Federal Reserve, l’economia Usa mostra diversi segnali di resilienza: dal tasso di disoccupazione (al 3,9% a fine ottobre), alla crescita del PIL (4,9% nel terzo trimestre).
Data la stretta relazione fra disoccupazione e recessione, il mercato del lavoro sarà l’osservato speciale per cogliere qualsiasi segnale di un rallentamento dell’economia più pronunciato negli Stati Uniti. "Le elezioni per il prossimo presidente degli Stati Uniti rappresentano un’altra fonte di incertezza per lo scenario globale nel 2024", osserva Lustig. "È probabile che questo evento metta sotto pressione alcuni membri della Federal Reserve affinché provino ad evitare una recessione nell’anno delle elezioni, anche perché gli Stati Uniti si trovano già alle prese con il downgrade del debito e con un deficit in esplosione", conclude l'esperto.
Occhi puntati su Tokyo
T. Rowe Price è sottopesata sulle borse europee. E questo per diverse ragioni: da un lato, l’economia della zona euro è già in recessione o sul punto di entrarvi e la Bce si trova a dover far fronte a un potenziale rischio di stagflazione in un’area dove la contemporanea presenza di paesi più deboli e di paesi più forti rende più difficile avere un tasso appropriato per tutti. Dall’altro le valutazioni sono poco attraenti e rendono più appetibili altri mercati come, per esempio, Stati Uniti e Giappone.
Nel Paese del Sol Levante la società si aspetta un cambiamento della politica monetaria: questo imprimerà slancio allo yen, ma è improbabile che abbia un impatto negativo nell’immediato sulla Borsa di Tokyo, composta soprattutto da società esportatrici.
"Non vogliamo andare contro il trend dell’AI e delle magnifiche sette perché ci aspettiamo che continueranno a fare bene l’anno prossimo", osserva Lustig. Sulla Cina T. Rowe Price non vuole prendere una posizione in sovrappeso perché la crescita dopo la pandemia è stata deludente e permangono problemi nel settore immobiliare. La view non è tuttavia negativa se si allunga l’orizzonte al lungo termine: per questo motivo il posizionamento è attualmente neutrale.
Dall'altra parte però l’Europa torna a essere un’area interessante quando si tratta di investire in credito. T. Rowe Price sovrappesa le emissioni societarie investment grade del Vecchio Continente e punta su quelle ad alto rendimento globali, accanto ai governativi dei mercati emergenti sia in valuta forte che locale. "Se, come ci aspettiamo, non finiremo in una recessione profonda, i tassi di default non dovrebbero salire in maniera significativa e quindi l’high yield è una asset class molto interessante che offre rendimenti elevati con un rischio inferiore rispetto a quello dei mercati azionari”, commenta Lustig.
Per concludere, sempre con il fixed income, T. Rowe Price sottopesa leggermente i titoli di Stato, ma mantiene nel complesso una duration neutrale rispetto al benchmark, perché si aspetta che i rendimenti resteranno in trading range nei prossimi mesi.