Taubes (Pioneer Investments): "I buoni effetti dell'economia americana"

taubes
immagine concessa

A quasi un mese dalla vittoria di Donald Trump e in attesa del suo insediamento alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio 2017, l’iniziale panico sui mercati sembra già dimenticato. Dopo un sell- off immediato, riassorbito per la verità in poche ore, adesso i professionisti del settore guardano al medio lungo periodo. E non sembra che vada poi così male. A credere che Trump avrà un impatto positivo sull’economia statunitense è Kenneth Taubes, CIO di Pioneer Investments in USA. “Le politiche del neo presidente, favorevoli ad una minore regolamentazione e a un allentamento della pressione fiscale, potrebbero essere di forte stimolo per la crescita del PIL americano”, dice l’esperto.

Tanto più che, la nuova legislatura americana sarà lontana dalla situazione di stallo vissuta durante il mandato di Obama: Camera e Senato adesso sono repubblicani e gli obiettivi di Trump sono allineati a quelli del partito repubblicano. Eccetto che in politica commerciale. “È il principale fattore di incertezza per la crescita economica futura. Trump ha proposto l’imposizione di tariffe doganali ed è contrario ad accordi commerciali. Il nuovo presidente ha in parte basato la sua campagna sulla promessa di proteggere i posti di lavoro negli Stati Uniti. Riteniamo che il Congresso repubblicano possa attenuare gli aspetti più estremi, rispetto a queste politiche”.

In merito ai mercati finanziari “nonostante gli effetti di lungo periodo siano piuttosto incerti, gli utili societari potrebbero trarre vantaggio da una pressione fiscale inferiore, da una regolamentazione meno stringente e da una crescita più rapida, supportando il settore del credito statunitense e i mercati azionari. Per contro, rendimenti reali più elevati, determinati da una maggiore crescita del PIL e dal tasso di inflazione in aumento, risulterebbero negativi per il mercato dei Treasury USA. L’impatto Trump sulla Federal Reserve non sarà immediato. Nonostante Trump sia critico nei confronti di Janet Yellen, non potrà sollevarla dalla carica di presidente della Federal Reserve fino alla fine del suo mandato, previsto per febbraio 2018”.

Mercati obbligazionari

Secondo l’esperto statunitense di Pioneer Investments, con Trump si potrebbe assistere ad un aumento dei rendimenti dei Treasury americani e a un aumento dell’inflazione. "Guardiamo con favore ai titoli TIPS (obbligazioni governative indicizzate all’inflazione) come un’interessante opportunità di investimento, dato che il tasso di inflazione potrebbe aumentare, riflettendo una spesa pubblica più elevata accompagnata da un maggior debito pubblico. Il settore del credito potrebbe trarre vantaggio dalle politiche pro-crescita di Trump, che supportano la crescita del PIL statunitense e il tasso di inflazione. Considerato il suo successo imprenditoriale, si può prevedere uno scenario favorevole per le società USA durante tutta l’amministrazione Trump".

Il corso del dollaro USA invece sembra incerto: "potrebbe beneficiare di un potenziale miglioramento della crescita e di tassi d’interesse marginalmente più elevati. Se Trump dovesse adottare politiche commerciali protezionistiche più stringenti, il dollaro USA potrebbe deprezzarsi, gli investimenti esteri rallenterebbero mentre le aspettative d’inflazione aumenterebbero. Sui mercati emergenti potremmo assistere ad una reazione eterogenea. Un aumento della crescita globale e l’incremento dei prezzi delle materie prime potrebbero sostenere questi mercati, anche se le politiche protezionistiche di Trump potrebbero fungere da freno rispetto ad alcuni Paesi o aree.

Dove puntare nel medio/lungo termine?

Nel mercato obbligazionario per Pioneer il comparto societario rimane più attrante dei titoli Treasury anche se “considerando il continuo rally del mercato del credito negli ultimi mesi, noi favoriamo i titoli MBS (titoli garantiti da ipoteca) e altri titoli  del credito strutturati, basati su una logica di investimento relative value. All’interno del credito, noi continuiamo a favorire il settore finanziario e, in misura minore, il settore energetico midstream. Anche “I titoli a tasso variabile, inclusi i titoli structured e le obbligazioni legate a eventi catastrofici, continuano ad essere attraenti come copertura per il rischio di tasso d’interesse, soprattutto alla luce di più elevati tassi LIBOR (London Interbank Offer Rate)”. Nota positiva anche per i titoli di debito dei mercati emergenti.

Sul fronte azionario Taubes predilige i mercati internazionali, piuttosto che statunitensi. E favorisce le azioni ad alta capitalizzazione rispetto a quelle con bassa capitalizzazione. In merito ai settori “riteniamo che quello tecnologico possa trarne vantaggio, in seguito alla crescita degli utili guidata dallo spostamento dei consumatori verso la telefonia mobile e il cloud computing. Riteniamo inoltre che i titoli finanziari possano essere interessanti e performare bene in un contesto di tassi d’interesse in rialzo. Anche il settore farmaceutico dovrebbe fornire buone performance".