Tendenze dell’industria: un’analisi del boom dei fondi in delega in Europa

Differenze, colori, vasi
Foto Scott Webb (Unsplash)

"Una delle più importanti tendenze del settore della gestione patrimoniale di oggi". Così John Bolton, direttore commerciale di instiHub, definisce la diffusione dei fondi in delega in Europa. Secondo l’ultima ricerca della società, pubblicata in occasione del Media Event di Mediolanum International Funds svoltosi in questi giorni a Dublino, gli asset nei fondi di fondi e nei fondi in sub-advisory in EMEA hanno raggiunto quota 2.000 miliardi di euro alla fine del primo trimestre del 2022. Di questa cifra, la maggior parte è costituita dai fondi di sub-advisory, con una quota di 1,27 trilioni di euro. Per contestualizzare il dato, gli asset delegati a gestori terzi rappresentano il 15% di tutti gli asset dei fondi europei utilizzati nella distribuzione ad architettura aperta.

Inoltre, Bolton ha messo in evidenzia la forte crescita di questi strumenti. Fino al 2021 il patrimonio dei fondi in delega è cresciuto a un ritmo del 21,2% all'anno. Si tratta di una crescita più rapida rispetto all'intero settore della gestione patrimoniale, che ha registrato un aumento del 17%, secondo i dati di EFAMA. E sempre secondo instiHub questa tendenza è destinata a continuare. La società prevede infatti un tasso di crescita annuale degli asset dei fondi in sub consulenza del 10,4% tra il 2022 e il 2030, per raggiungere 3.200 miliardi di euro in tutta l'area EMEA. E ancora, sempre secondo le stime di instiHub, in EMEA ci sono 3.247 fondi in sub advisory. Di questi, quasi la metà sono piccoli mandati. 1.249 hanno una dimensione inferiore a 100 milioni di euro e altri 854 hanno un patrimonio compreso tra 100 e 250 milioni di euro.

Una tendenza europea

L'ascesa del modello dei fondi in delega è una tendenza europea. Il trend si sta sviluppando ormai da anni, con una crescita dei volumi di business e un numero sempre più alto di entità che sono sbarcate in questo mercato. I due casi più recenti sono quelli di BNP Paribas AM e Amundi. Entrambe le case di gestione nel 2021 hanno lanciato le loro piattaforme di sub-consulenza. Nello specifico, BNP Paribas ha già raccolto 2 miliardi per questa attività, di cui l'84% è investito nei fondi di fondi del gruppo a un costo simile a quello dei fondi di terzi. Ed è questa un'altra tendenza individuata da instiHub. Lo spostamento di attività dai fondi di terzi a fondi sub-advised, "Le società preferiscono utilizzare i fondi propri per ragioni commerciali e di controllo. Questo determina pressioni per abbassare le commissioni, per poter passare più facilmente ai gestori in delega e per personalizzare la propria offerta", spiegano. Il problema è che i gestori di fondi che non sono aperti ad accordi di consulenza di terzi rischiano di perdere capitale a favore di quelli che lo sono.

I protagonisti del mercato della sub-advisory

Per quanto riguarda i canali di distribuzione, il segmento più grande è quello delle società di gestione di fondi, che detengono 302 miliardi in fondi di fondi e altri 204 miliardi in attività sub-advised. Questo mercato ha registrato una crescita del 10% tra marzo 2021 e marzo 2022, trainata dall'espansione degli asset di Rabobank, delegati a BlackRock. Seguono a ruota i distributori bancari, rispettivamente con 235 e 192 miliardi. Tra i gestori di fondi, i tre principali operatori nel mercato della sub-consulenza sono BNP Paribas AM (33 miliardi), BlackRock (32 miliardi) e Nordea (18 miliardi). Nel settore bancario, i più grandi distributori sono Mediolanum (45 miliardi), Santander (37 miliardi) e CaixaBank AM (36 miliardi). I principali gestori in delega per patrimonio sono, invece, BlackRock, Schroders, UBS AM, Amundi e State Street Global Advisors.