Secondo il CIO i dati più recenti mostrano che l’economia dell’Eurozona sta accelerando e l’inflazione a maggio è salita più delle attese. Si ridimensionano le attese sui tagli nel 2024.
Quando il numero uno della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, alcune settimane fa aveva segnalato la “mancanza di progresso” dell’inflazione statunitense verso il target del 2% fissato dalla banca centrale, i mercati hanno dato poco peso alla notizia. La stessa dinamica sembra ripetersi in Europa dove l’inflazione si sta mostrando persistente proprio nel cosiddetto “ultimo miglio”, quando ormai ci si aspettava una discesa verso il livello target.
“Politica monetaria a parte, si comincia a profilare un percorso più accidentato dell’inflazione”, osserva Alessandro Tentori, Chief Investment Officer Europe di AXA IM. “Se dovessimo continuare a vedere un’accelerazione dello 0,3%-0,4% mese su mese, potrebbe avverarsi l’ipotesi di un’inflazione persistente che resta al di sopra del target delle banche centrali. I prossimi mesi potrebbero riservare sorprese”, dice l’esperto.
Eurozona in miglioramento
Oltre alla crescita sorprendente degli Stati Uniti e all’ottimismo sulla Cina, sembra da vari indicatori che anche l’Europa cominci a crescere dopo un prolungato periodo di stagnazione. Il mercato ora prezza un’economia in accelerazione nell’Eurozona e salari in rialzo al di sopra delle aspettative. “Conseguentemente, si sono ridimensionate le attese sui tagli dei tassi nel 2024 e il mercato prezza meno di 60 basis points entro il 12 dicembre”, dice Tentori. “Anche gli indicatori di fiducia delle imprese suggeriscono un ciclo economico in accelerazione”, fa notare Tentori.
Economia Usa resiliente
Dati macroeconomici resilienti e inflazione persistente negli Stati Uniti hanno spostato nuovamente la narrazione verso l’higher for longer (tassi più alti più a lungo). Si profila uno scenario di stretta monetaria prolungata e un’inflazione che potrebbe mantenersi al di sopra del livello target. “Al momento l'economia americana continua a mostrare scarsi segnali di un deterioramento significativo, mentre l'inflazione ha sorpreso al rialzo per tre mesi consecutivi e la Fed non ha nessuna fretta di tagliare i tassi. La nostra view rimane quella di un primo taglio a settembre e di un secondo a dicembre”, dice l’esperto.
Volatilità in vista
In questo contesto, secondo il CIO Europe di AXA IM gli investitori dovrebbero continuare ad aspettarsi un elevato livello di volatilità nei prossimi mesi. “Il mercato potrebbe dubitare ulteriormente della capacità della Fed e della Bce di realizzare i rispettivi 2-3 tagli dei tassi attualmente previsti”, argomenta. “I prossimi mesi saranno davvero cruciali. O l’inflazione rallenta senza che si verifichi una significativa flessione della crescita e le banche centrali possono allentare le loro politiche monetarie (scenario più favorevole alle obbligazioni), oppure l’inflazione si mostra ancora più persistente del previsto e gli investitori iniziano a temere la stagflazione”, spiega.
Impatti sull’obbligazionario
“Lo scenario macroeconomico in cui ci troviamo si traduce, sul mercato obbligazionario, in una buona performance del credito da inizio anno”, dice Testori. “Il credito ha premiato gli investitori dal 2023 a oggi grazie a un’economia globale che va meglio delle attese e una performance molto marcata sul mercato azionario. Basta guardare le performance delle varie asset class per concludere che un’esposizione del portafoglio agli asset più rischiosi dell’universo fixed income ha pagato. Il risultato di queste componenti si vede in particolare sugli indici High Yield, che hanno quasi ricoperto le ingenti perdite del 2022, ma non sulle classi obbligazionarie meno rischiose, come per esempio il BTP, che da inizio 2022 perde ancora circa 10 punti percentuali”, conclude l’esperto.