Alla fine del 2021 il comparto obbligazionario si preparava a “reggere l’urto” atteso nei mesi successivi. Le mosse delle banche centrali e l’inflazione costituivano all’epoca (e ancora oggi) le questioni centrali insieme all’aumento dei prezzi dell’energia e alla più generale consapevolezza che l’andamento degli ultimi mesi avrebbe dovuto decelerare per raggiungere un punto di equilibrio (una volta superata la volatilità). Altri tempi, si potrebbe dire, altre paure. Certo, sebbene le tensioni da Est fossero già presenti, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia non era attesa (almeno non come altre variabili), così la guerra che dal 24 febbraio ha sede in Europa, oltre al drammatico bilancio dal punto di vista umano e politico, chiede pegno anche al mondo della finanza. In tutto ciò l’inflazione sembra ormai destinata a essere “più che passeggera”. Come difendere dunque l’investimento nel reddito fisso in questa fase critica? FundsPeople ha raccolto i commenti di alcuni tra i principali esperti e manager di fondi obbligazionari in Italia, contattando, nel dettaglio, quanti hanno ottenuto il Rating FundsPeople 2022. A ciascuno di loro è stato chiesto come stanno operando sui portafogli per adattarli al contesto attuale.
Incertezze sull'obbligazionario? Ecco le strategie messe in atto sui fondi con Rating FSP 2022

"È chiaro che il post Covid e il conflitto in Ucraina siano due avvenimenti che sanciscono un radicale cambio di regime anche per il mercato obbligazionario", commenta Alberto Foà, responsabile Strategie Obbligazionarie di AcomeA SGR. "Le politiche monetarie dei Paesi sviluppati si concentreranno sempre di più sul contenimento dell'inflazione, e da questo processo penso ne usciremo con tassi sensibilmente più alti. A fronte quindi di un sensibile rischio tasso, i cui effetti negativi si sono già manifestati nelle ultime settimane, ritengo che un approccio obbligazionario orientato al rendimento debba avere respiro globale, concentrarsi su emittenti sia governativi sia corporate di carattere sistemico che offrano ex ante rendimenti reali ampiamente positivi, mantenendo una parte di liquidità significativa per finanziare movimenti tattici di portafoglio che, vista la volatilità in aumento in questi giorni, penso non mancheranno in futuro. È così che stiamo gestendo il fondo AcomeA Breve Termine in questo 'nuovo mondo'".
1/4Secondo Mauro Valle, head of Fixed Income di Generali Investments "nelle ultime settimane i tassi dell’Eurozona sono saliti decisamente, dopo aver assistito a dati di inflazione superiori alle attese e in previsione delle prossime mosse restrittive della BCE". In questo contesto, afferma l'esperto "abbiamo assunto un moderato sottopeso di duration, per il rischio che le prospettive macroeconomiche e il trend di rialzo dei tassi possano cambiare velocemente a causa del conflitto, nonché considerando che i tassi Bund stanno puntando al livello chiave dell’1 per cento. È stato invece preferito essere meno esposti sulle scadenze a medio breve termine, favorendo per contro le scadenze più lunghe, per limitare la sensibilità del comparto a un flattening della curva in caso di decisi rialzi dei tassi da parte della BCE. Restiamo esposti sui titoli Inflation Linked per beneficiare del rialzo delle Break-Even, anche se l’esposizione è stata ridotta dopo il forte movimento da inizio anno. Infine, restiamo moderatamente esposto sui Paesi periferici, Italia e Grecia, che sembrano per adesso assorbire senza particolari criticità i minori flussi di acquisto da parte della BCE".
2/4"Il contesto di mercato è risultato molto sfidante per tutte le asset class obbligazionarie. Eurizon Fund Bond Flexible ha affrontato questa fase con un budget di rischio molto basso e diversificato fra titoli societari a basso merito creditizio globale ed investimenti nel mercato monetario", commenta Silvio Vergallo, responsabile Flexible Bond Funds di Eurizon e gestore del fondo . "La duration del prodotto è stata gestita dinamicamente con un rilevante impiego di futures sui titoli di stato a breve termine in anticipazione delle politiche monetarie, le cui attese sono divenute man mano più restrittive su entrambi i lati dell’Atlantico. L’estrema volatilità del comparto obbligazionario offre tuttavia delle opportunità che si stanno rapidamente evidenziando. Abbiamo iniziato a re-incrementare la duration di portafoglio su Paesi in cui il mercato pare scontare un’eccessiva fase di rialzo per il 2022, come Stati Uniti, UK e Canada. Oltre che avviato una fase di incremento dei rischi sul comparto societario Investment Grade che potrà giovare da una stabilizzazione dei rendimenti.
3/4Uno sguardo più generale sulle azioni da mettere in campo per l'obbligazionario arriva, infine, da Giovanni Radicella, head of Fixed Income di Arca Fondi SGR. "Nel mondo obbligazionario la prima linea di difesa è cercare di ridurre la scadenza media dei titoli in portafoglio, o di prendere posizioni di copertura sul mercato dei derivati future o swap, ovviamente sempre in coerenza con il profilo di rischio e i limiti di regolamento di ciascun portafoglio", commenta l'esperto. "Fatto questo, scendono poi in campo scelte di natura settoriale che dipendono dal fatto che alcune aziende hanno maggiori difficoltà a passare sui clienti finali gli aumenti dei costi, e quelle che invece hanno i ricavi perfettamente allineati all’aumento dei prezzi delle materie prime". Si associano poi anche considerazioni di natura finanziaria, oltre che reale, "e quindi analizzare il profilo delle scadenze e dei costi di servizio del debito fronteggiati dalle aziende (ad esempio le imprese che hanno emesso debiti a lunga scadenza possono relativamente disinteressarsi di problemi di rifinanziamento a tassi crescenti mentre le imprese che hanno un elevato ammontare in scadenza da rifinanziare potrebbero subire dei contraccolpi non trascurabili). Sullo sfondo restano sicuramente nei radar screen i titoli indicizzati all’inflazione emessi dagli Stati ma non bisogna dimenticare che questi titoli per quanto difendano dall’inflazione non difendono da un aumento dei tassi reali che sebbene trovino ancora forti barriere a salire date le vicende geopolitiche e il contesto di repressione finanziaria, potrebbero prima o poi rinormalizzarsi a livelli positivi (anche se più bassi rispetto alla storia visto, ad esempio, il mutato scenario demografico invocato da alcune teorie per spiegare che elevati tassi reali non sono più giustificati)".
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