Transizione ecologica: il ruolo centrale della finanza

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Foto Colin Berhens, Pixabay.

CONTRIBUTO a cura Invesco, sviluppato in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Contenuto sponsorizzato.

Il concetto di sostenibilità, inteso come approccio olistico al tema, si è evoluto nel tempo, adeguandosi alle spinte del contesto socio-politico. Dalla ricerca condotta in esclusiva per Invesco sul tema della sostenibilità, The European House of Ambrosetti emerge chiaramente il dato che oggi la sostenibilità comincia a essere concepita come un valore fondante per le aziende, la cui autorevolezza nel segmento ESG si basa anche sulla capacità di fornire in modo trasparente le informazioni necessarie agli investitori per una valutazione appropriata della gestione societaria e delle politiche concretamente attuate. L’investitore è quindi chiamato ad avere una posizione chiave  nel processo verso la sostenibilità, contribuendo con analisi e decisioni che possono portare le società ad avere comportamenti più virtuosi.

Il costo della transizione climatica

Nonostante i progressi compiuti, è necessario un grande sforzo per consentire la piena attuazione degli obiettivi e delle ambizioni internazionali in materia di transizione sostenibile, sia sul piano legislativo che su quello finanziario. Secondo le stime dell'OCSE, infatti, per avere almeno il 66% di probabilità di contenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 2°C, saranno necessari investimenti per oltre 103.500 miliardi di dollari nel periodo che va dal 2016 al 20301, con un aumento degli investimenti per il clima di circa il 590% l'anno rispetto alle cifre attuali2.

L'energia giocherà un ruolo cruciale: le ultime stime evidenziano come saranno necessari investimenti per oltre 50.000 miliardi di dollari per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 20503. Oltre all’investimento da sostenere, per raggiungere gli obiettivi di contenimento il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 2°C, saranno necessari interventi che potrebbero creare più di 20 milioni di posti di lavoro e portare il PIL globale al 4%  già entro il 20304.

Per affrontare questa sfida le istituzioni internazionali stanno aumentando la pressione normativa sulla sostenibilità, in parte come risposta alle crisi globali che richiedono cambiamenti sempre più rapidi. Nell'ultimo decennio si è quindi assistito a una proliferazione di norme legate al cambiamento climatico, guidate soprattutto dall'Unione Europea, con quasi 400 atti relativi a questo tema approvati in 10 anni e incentrati principalmente sul settore finanziario.

Oltre la trasparenza: il percorso europeo

L'Unione Europea mira a posizionarsi come leader nella transizione sostenibile, diventando il primo continente “Carbon Neutral” entro il 2050. L'ondata normativa legata al clima ha raggiunto un picco nel 2019 con il Green Deal, un programma di riforme e investimenti da oltre 1.000 miliardi di euro orientato allo sviluppo di un'economia moderna ed efficiente sotto il profilo delle risorse. Questi impegni sono stati riconfermati nel tempo da ulteriori interventi come la NextGenerationEU, uno strumento temporaneo per la ripresa economica post-pandemia, e l'ultimo pacchetto clima Fit for 55 che fissa un obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni del -55% entro il 2030.

La finanza come motore fondamentale della transizione ecologica europea

L'8 marzo 2018 la Commissione europea ha pubblicato un Piano d'azione per la finanza sostenibile con il quale intende riorientare i flussi di capitale verso investimenti sostenibili per raggiungere le ambizioni del Green Deal. L'Unione europea ha quindi immediatamente attribuito un ruolo centrale al settore finanziario, ovvero quello di accendere e alimentare la transizione sostenibile. Tuttavia la Commissione ha posto l’accento sulla gestione dei rischi finanziari, in particolare quelli derivanti dal cambiamento climatico, dall'esaurimento delle risorse, dal degrado ambientale e dalle questioni sociali, stimolando la trasparenza e la visione a lungo termine delle imprese.

La prima fase di attuazione del Piano d'azione per la finanza sostenibile si è sostanziata nello sviluppo di una Tassonomia degli investimenti sostenibili, un dizionario in cui le attività economiche sono catalogate in base alla loro capacità di contribuire al raggiungimento di almeno uno dei 6 obiettivi ambientali.

Ad oggi, la tassonomia ha definito attività e criteri tecnici solo per i primi due obiettivi: mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Per gli altri quattro obiettivi ambientali, la Piattaforma per la Finanza Sostenibile ha formulato proposte e raccomandazioni, mentre l'Atto Delegato Ambientale dovrebbe essere pubblicato dalla Commissione europea verso la fine del 2022.

The Extended Taxonomy visualized - Fonte: Platform on Sustainable Finance 2022

L'obiettivo finale è quello di introdurre una maggiore trasparenza per gli investitori incorporando tutte le attività economiche esistenti e mappandole secondo un sistema a semaforo, in cui il rosso rappresenta le attività con prestazioni insostenibili che richiedono una transizione o un'uscita urgente per evitare danni significativi, il giallo le attività che potrebbero rientrare in un piano di transizione intermedio e il verde le attività prioritarie che risultano fornire un contributo sostanziale. Nessun colore viene invece assegnato alle attività che hanno un basso impatto ambientale.

In sintesi, la sostenibilità è diventata un pilastro fondamentale dell’economia in un momento storico che richiede alle istituzioni internazionali e alla finanza di agire come motori chiave del cambiamento, promuovendo l'evoluzione dei sistemi economici, degli organi di governo e dei comportamenti a livello globale.

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Fonti e note
1 Elaborazione The European House - Ambrosetti su dati HSBC e OECD (2020).
2 Climate Policy Initiative (2021): Global Landscape of Climate Finance 2021.
3 Oliver Wyman & World Economic Forum (2021): Financing the transition to a net-zero future.
4 Economist Impact (2021): Sizing the energy transition.