In occasione della terza tappa di Dublino del FundsPeople Selector Roadshow gli esperti si sono concentrati sull’impatto che sta avendo e che avrà il processo di transizione energetica nel mondo della finanza.
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In occasione della terza tappa di Dublino del FundsPeople Selector Roadshow gli esperti si sono concentrati sull’impatto che sta avendo e che avrà il processo di transizione energetica nel mondo della finanza.
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Anche il mondo della finanza è chiamato a fare la sua parte nell’importante processo della transizione energetica in atto a livello mondiale: i fattori ESG, alla luce anche della spinta che arriva dal fronte regolatorio, rappresentano infatti un elemento rilevante all’interno dei processi di asset allocation. Secondo quanto riportato da Morningstar nel primo trimestre del 2024 i fondi sostenibili globali hanno registrato quasi 900 milioni di dollari di afflussi, in miglioramento rispetto agli 88 milioni di deflussi degli ultimi tre mesi del 2023. In questo contesto spicca l’Europa con 11 milioni di dollari di inflow, più del doppio delle sottoscrizioni del trimestre precedente, mentre l’America ha sperimentato il peggior trimestre di sempre con 8,8 milioni di dollari di outflow. Durante la terza tappa del FundsPeople Selector Roadshow organizzato da FundsPeople che si è tenuto il 18 aprile a Dublino, i fund selector e gli asset manager si sono concentrati sull’impatto che sta avendo e che avrà il processo di transizione energetica nel mondo della finanza. Gli esperti del settore hanno inoltre discusso degli effetti che scaturiranno dalla transizione digitale (principalmente guidata dall’intelligenza artificiale) e dal cambiamento demografico.
Riferendosi alla transizione energetica Giorgio Carlino, head of Multi-Management di Mediolanum Asset Management Irish Operations, afferma che “i fattori ESG, di cui si parla già da molti anni, stanno assumendo sempre più importanza e noi come Mediolanum e gestori multimanager, facciamo la nostra parte nel campo della sostenibilità soprattutto attraverso l’investimento in fondi a impatto (Articolo 9)”. Allo stato attuale, precisa comunque l’esperto, “non ci sono evidenti prove che un approccio ESG fornisca rendimenti superiori, ma sappiamo che individuare i trend secolari che beneficeranno di enormi investimenti nei prossimi anni e individuare le società che diventeranno le prossime 1 trillion company, creerà importanti opportunità di investimento per i nostri clienti”. Relativamente alla transizione demografica “in atto da tempo”, prosegue Carlino, “il settore dell’healthcare è sempre stato considerato come una soluzione per l’invecchiamento della popolazione, cosa che ha portato all’investimento di ingenti risorse per sovvenzionare la ricerca e di conseguenza si é assistito al lancio di fondi demographics in grado di beneficiare di questi trend in atto”. La transizione digitale per l’esperto rappresenta “un altro elemento molto importante per gli investimenti, una tendenza che non possiamo ignorare, soprattutto quando pensiamo all’incremento di produttività che essa potrà generare per le imprese. Ne è un esempio l’intelligenza artificiale che tutti utilizzeremo: fa parte della nostra vita e sarà incorporata passo dopo passo. In Mediolanum siamo giá utilizzatori di alcuni strumenti (NPL and CoPilot) , ne comprendiamo i rischi, ma riteniamo che siano ampiamente compensati dai vantaggi”.
1/7Parlando della transizione energetica, Matteo Fornasier, Chief Investment Officer di BBPM Life, ritiene che “stiamo assistendo a un cambiamento nell’economia reale che rappresenta una normale evoluzione legata probabilmente agli investimenti ESG, fortemente voluti anche dai governi e dai regolatori. Nel complesso direi che siamo in presenza di una tendenza positiva”. Per quanto riguarda la transizione demografica e l’invecchiamento della popolazione, l’esperto ritiene che “stiamo semplicemente affrontando un’evoluzione, ci adatteremo a questa tendenza che diventerà la nuova normalità”. Sul fronte della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale Fornasier si sente invece più cauto e spiega che a volte paragona questa transizione “alla bolla delle dotcom. Al momento siamo lontani da tale caso anche se probabilmente allo stato attuale ci sono molte società sopravvalutate, cosa di cui avremo eventuale riscontro solo tra qualche anno. In ogni caso, in questo contesto la cosa importante è capire come possiamo estrarre valore reale”.
2/7Giovanni Errico, CEO di Azimut Investments Limited & Group Global Head of Equities, pone “molta attenzione nella valutazione dei fattori ESG: per i fondi gestiti in Irlanda quello che stiamo cercando di fare è concentrarci maggiormente su ciò che possiamo controllare, ovvero la componente sociale, che viene utilizzata molto nella parte finale della nostra analisi per gli investimenti. Questo in aggiunta alla valutazione della governance che esiste già da tanti anni. Il fattore ambientale al momento lo utilizzo come un ‘paracadute’, ovvero per escludere le società che sono molto problematiche sotto questo punto di vista e che potrebbero essere rischiose”. Per quanto riguarda invece la transizione demografica, l’esperto evidenzia due aspetti: il primo è che “ci potrebbero essere dei benefici economici legati all’invecchiamento della popolazione e al fatto che la vita media degli individui si stia allungando, come ad esempio il consumo di farmaci per la cura di diverse problematiche tra cui il diabete, l’obesità e le malattie cardiovascolari. Il secondo aspetto riguarda i Millennials e la Generazione Z che hanno un approccio completamente differente ai consumi rispetto agli altri, basato molto sulla componente tecnologica, un trend che proseguirà anche in futuro”.
3/7Sulla sostenibilità Giordano Beani, Chief Investment Officer di Fideuram Asset Management Ireland, afferma che “nel nostro campo la regolamentazione rappresenta sempre un elemento sfidante che va integrato nell’attività gestionale. L’applicazione della SFDR in un certo senso è un esempio in questa direzione e ha creato le condizioni per focalizzare l’attenzione sui temi di sostenibilità ma allo stesso tempo anche sfide per identificare in modo adeguato come implementare nella pratica le richieste del regolatore. Ad esempio, la regolamentazione non fornisce una definizione specifica di ‘investimento sostenibile’, che quindi deve essere stabilita nel dettaglio dalle società di gestione stesse. In tal senso solo tramite un continuo dialogo col regolatore si potranno ottenere maggiori informazioni sull’orientamento più adeguato da adottare. Sono pertanto auspicabili progressi nel dettagliare meglio gli obiettivi della normativa SFDR anche se va registrato che l’ottimismo delle aziende europee sul fronte degli effetti della regolamentazione ESG sembra essere maggiore rispetto a quello presente in America”. L’esperto menziona una ricerca del “Diligent Institute secondo cui per le aziende europee i fattori ambientali, sociali e di governance sono più un’opportunità (56% degli intervistati) che un rischio (13%), mentre per le imprese statunitensi i fattori ESG rappresentano più un rischio (34%) che un’opportunità (30%)”. Beani paragona poi l’intelligenza artificiale al tema dei fattori ESG, definendola “uno strumento che bisogna utilizzare nel processo di investimento alla stregua di quanto viene fatto tramite l’analisi dei fattori ESG” e ricorda come aneddoto che “durante la prima rivoluzione industriale, i luddisti distruggevano le macchine perché erano contro il progresso, avendo paura di perdere il lavoro. Questo per dire che non bisogna cercare di bloccare il progresso, ma bisogna guardare sempre il lato positivo che l’innovazione tecnologica porta con sé. Il grande punto di svolta dell’IA sarà capire quanto influisce sull’aumento della produttività in modo strutturale”.
4/7Paul Weber, head of Multi-Asset Fund Solutions di Amundi, pensa che “l’intelligenza artificiale potrebbe apportare vantaggi non solo sul fronte della produttività ma anche benefici ad ampio raggio, e potrebbe dunque rappresentare nel complesso un grande slancio per la crescita economica”. L’esperto ritiene che l’IA “potrebbe migliorare la qualità del lavoro e innescare un aumento della produttività, elemento che consentirebbe agli individui di utilizzare il tempo in modo più vantaggioso. Tutto questo apporterebbe benefici anche sul fronte delle opere di ingegno umano”. Weber ritiene che “in passato siano stati sottovalutati i vantaggi dei miglioramenti tecnologici che si sono avuti nel corso del tempo e la produttività che ne è derivata. Ad esempio, il televisore che hai acquistato 20 anni fa è vagamente comparabile alla tv che compri oggi. Eppure, il prezzo probabilmente adesso è più basso proprio grazie ai miglioramenti della produttività che abbiamo ottenuto”. Nel complesso, conclude l’esperto, “apprezziamo tutti il fatto che il mondo sta cambiando: innoveremo, ci adegueremo e trarremo vantaggio dai progressi tecnologici. In questo contesto è importante accettare con tranquillità il fatto che il modo di lavorare si evolve continuamente”.
5/7Alexander Roose, head of Equities di Decalia, spiega che “la nostra società si trova ad affrontare sfide ambientali e sociali che si possono fronteggiare principalmente attraverso tre agenti economici: i governi, i consumatori e le imprese. Penso che il fattore aziendale sia molto importante e che l’innovazione sarà un driver fondamentale per trovare delle soluzioni a queste problematiche”. Per l’esperto, in ottica di asset allocation, è importante “cercare di identificare società innovative, che individuino soluzioni all’avanguardia per affrontare le sfide ESG. Nella selezione degli investimenti cerchiamo sempre di bilanciare le opportunità fondamentali e quelle ambientali e sociali. E se si guarda a ciò che gestiamo, direi che almeno il 50% dei nostri titoli sta portando innovazione per fronteggiare le problematiche in campo ESG. In particolare, sono molto curioso di vedere cosa accadrà sul fronte dell'assistenza sanitaria in termini di scoperta di nuovi farmaci utilizzando l'intelligenza artificiale, i big data. Penso che vedremo sicuramente una rivoluzione su quel fronte”.
6/7Nell’ambito degli investimenti ESG da parte delle autorità di regolamentazione c’è una grande attenzione al tema del greenwashing, che resta ancora molto diffuso. Gli esperti del settore si chiedono quindi se per contrastare questo fenomeno sia necessaria una normativa più severa, che però rischierebbe di rendere l’attuale quadro regolamentare ancora più complesso. Francesco Figliomeni, head of Business Development di Decalia, ritiene che su questo aspetto “non ci sia ancora una risposta chiara”. L’esperto spiega che “talvolta, soprattutto per le realtà di grandi dimensioni, risulta abbastanza complicato effettuare dei controlli su ogni singolo investimento ESG”. Decalia, sottolinea Figliomeni, anche grazie al continuo dialogo con l’autorità di regolamentazione, “ha strutturato procedure specifiche che prevedono, tra le altre cose, verifiche approfondite nell’ambito ESG al fine di evitare il greenwashing: attualmente il gruppo riesce a controllare accuratamente tutti i prodotti presenti in portafoglio”. In generale DECALIA SIM per la selezione degli investimenti cerca sempre di mappare una catena del valore per selezionare società con modelli di business di qualità che siano focalizzate sull’innovazione, modus operandi a cui si va ad affiancare un elevato grado di interazione con i dirigenti delle aziende.
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