Sebbene i modelli economici tendano a sovrastimare il rischio di recessione, la storia suggerisce che gli atterraggi morbidi sono rari.
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La recessione dei mercati sviluppati è ancora un rischio. Sebbene negli ultimi trimestri l’economia globale abbia mostrato segni di tenuta, è probabile che la crescita rimanga lenta, anche nel migliore dei casi. Ci siamo trovati di fronte al ciclo di rialzo dei tassi di interesse più rapido degli ultimi decenni. I macro strategist di Wellington Management ricordano, ad esempio, che la crescita del credito sta ora rallentando negli Stati Uniti e in Europa, mentre il crescente calo dei risparmi delle famiglie sta riducendo il margine di manovra per ammortizzare il ciclo. “Sebbene i modelli economici tendano a sovrastimare il rischio di recessione, la storia suggerisce che gli atterraggi morbidi sono rari. Alcuni indicatori evidenziano una probabilità di crescita negativa nei prossimi trimestri”.
Curva tassi in Europa
Fonte: ecb.europa.eu
Secondo Fabio Castaldi, senior investment manager di Pictet Asset Management, l’impatto dell’aggressivo ciclo dei rialzi della Fed prospettano uno scenario di rallentamento nei mesi a venire e una buona probabilità che, salvo sorprese inattese sul fronte inflazione, la Federal Reserve abbia ultimato il proprio ciclo di rialzo dei tassi.
Ci sono tre chiari segnali di una recessione economica nei mercati sviluppati.
Deterioramento dei fondamentali economici: sul fronte europeo nel mese di agosto si conferma il progressivo deterioramento del quadro macro. “Alla debolezza del settore manifatturiero si aggiunge ora la decelerazione del settore dei servizi, con gli indicatori avanzati che passano dal 50.9 di luglio al 48.3 di agosto, entrando in territorio di contrazione. Ciononostante, alla luce degli ultimi dati sull’inflazione, superiori alle attese, non si può escludere un ultimo rialzo della Bce, in parte già apprezzato dai mercati”.
Alti tassi d’interesse: Le banche centrali hanno alzato i tassi d’interesse in modo aggressivo per controllare l'inflazione e, in queste circostanze, di solito ci si aspetterebbe una recessione. Secondo Nesche Yazgan, senior corporate analyst di RBC BlueBay, in questo contesto ci sono due ragioni per cui gli investitori non dovrebbero abbandonare gli emittenti dei settori ciclici. “Bisogna selezionare emittenti con bilanci resilienti, un buon posizionamento sul mercato e una diversificazione geografica”.
Volatilità sulle valute dei Paesi sviluppati: per Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price c'è il rischio che un rialzo questa settimana possa avere un effetto contrario. “Astenendosi dal commentare la decisione di settembre, i policy maker hanno incoraggiato i mercati a prezzare la politica solo sui dati. E i dati indicano una pausa. Se i membri del Consiglio direttivo dovessero aumentare a prescindere, nell'attuale contesto di debolezza dei dati sull'economia reale e di recessione emergente, i mercati potrebbero iniziare a prezzare un errore politico. il fatto che la Bce stia effettuando rialzi in quella che comincia a sembrare una recessione potrebbe spingere i mercati a prezzare ulteriori tagli tra uno e due anni. L'euro si svaluterebbe, anziché apprezzarsi”, conclude l’esperto.