Trump alla Casa Bianca: il dollaro si indebolisce

Chema Minguez, Flickr, Creative Commons
Chema Minguez, Flickr, Creative Commons

Nel primo giorno di negoziazione, successivo all’inaugurazione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, le borse europee e i futures statunitensi sono scivolati, mentre il dollaro si è indebolito. Questa reazione da parte dei mercati è stata probabilmente causata dal fatto che gli investitori si aspettavano maggiori dettagli sulle sue politiche. D’altra parte, i metalli e le borse asiatiche, al di fuori del Giappone, hanno registrato un balzo rialzista.

L’indice Stoxx Europe 600, era al suo livello più basso quest’anno, mentre i futures statunitensi sono scivolati dopo l’aumento del sottostante indicatore dello scorso venerdì. La valuta statunitense è scesa contro le altre principali valute, e l’oro ha guadagnato con quattro settimane di anticipo. Il rame è quello che tra i metalli industriali ha il ritmo più alto in termini di guadagni, dato che il nuovo presidente degli Stati Uniti ha ribadito l’intenzione di una ricostruzione delle infrastrutture. Le borse in Cina continentale e in Taiwan sono al rialzo, mentre il Topix Index del Giappone è sceso, visto il rafforzamento dello yen.

Trump ha iniziato a lavorare come presidente degli Stati Uniti, dopo aver detto che avrebbe posto gli interessi degli americani in prima linea, nella sua grande agenda. Le sue dichiarazioni pro-crescita, durante il percorso della sua campagna elettorale, hanno contribuito a guidare un rally azionario da novembre, mentre il dollaro è salito e l’obbligazionario è crollato. Alcune di queste operazioni sono in svolgimento in questo mese, in quanto gli investitori valutano se i movimenti registrati post elezione Trump, avevano quindi spinto troppo i prezzi, e troppo in fretta.

Le principali mosse nei mercati nella giornata post insediamento di Donald Trump

Valute:

Il Bloomberg Dollar Index Spot è scivolato dello 0,5%. Tale indice ha visto un andamento in discesa per quattro settimane consecutive, il più lungo da febbraio. Il dollaro ha perso lo 0,4% contro il rand sudafricano e lo 0,8% contro il peso messicano.

L’euro è salito dello 0,4% a 1,074 dollari.

Lo yen è salito dell’1% a 113,52 per dollaro.

Commodities:

L’oro è salito dello 0,3% a 1.216,18 dollari l’oncia. Il metallo è aumentato in 10 delle ultime 11 sessioni.

I futures sul rame sono schizzati dell’1% a Londra (LME), e l’alluminio è aumentato dello 0,7% al picco più alto dal maggio del 2015. Piombo e zinco sono entrambi aumentati più dell’1%.

Il ferro è sceso del 2,6%, portando il suo declino di quattro giorni al 5,4%.

Il greggio West-Texas Intermediate (WTI) è sceso dello 0,6% a 52,90 dollari.

Azioni:

Lo Stoxx Europe 600 Index è sceso dello 0,6%, al livello più basso dal 29 dicembre, e i contratti sull’indice S&P 500 sono scesi dello 0,3%.

Lo Shanghai Composite è salito dello 0,4%, mentre l'Hang Seng Index è incrementato dello 0,1%, ottenendo un guadagno intraday di 0,8%.

In Taiwan, il Taiex Index è salito dell’1% al livello più alto dal giugno 2015.

Il giapponese Topix Index ha perso l’1,2%, il suo primo calo in quattro giorni, guidato dagli esportatori.

In India, lo S&P BSE Sensex è stabile dopo il calo dell’1% dello scorso venerdì.

Obbligazioni:

I rendimenti del Tesoro a 10 anni, sono scesi di 3 basis points al 2,435%.

Il rendimento dei titoli di Stato australiani a 10 anni, ha perso 3 basis points al 2,76%.