Secondo il Group Chief Strategist Norman Villamin, l’inflazione potrebbe innalzarsi nuovamente e le banche centrali taglieranno i tassi meno del previsto. Oro e hedge fund per proteggersi dalla volatilità. L’azionario USA resta il riferimento, ma interesse anche per Svizzera e Paesi scandinavi.
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Nel rumore quotidiano di notizie spesso contrastanti, il pericolo per gli investitori è di focalizzarsi su aspetti secondari, sottovalutando rischi cruciali e impostando di conseguenza i portafogli in modo inefficace. Se un anno fa il timore principale era l'arrivo di una recessione che nei fatti non si è materializzata, rendendo il 2024 un anno nel complesso positivo per i mercati, oggi l'attenzione si concentra sulle incertezze legate alla crescita, in particolare per l’Europa. Il consenso prevede un atterraggio morbido e un’inflazione che torna senza sussulti verso i target delle banche centrali. Ma la situazione potrebbe evolvere in modo diverso. Secondo la view di Norman Villamin, Group Chief Strategist di UBP, che ha presentato alla stampa l’outlook 2025, vi è un rischio in vista del nuovo anno che gli investitori starebbero sottovalutando: l’inflazione. Nei prossimi 12 mesi, infatti, vari elementi del contesto macroeconomico, tra cui le politiche del secondo mandato Trump con potenziali effetti inflazionistici, rischiano di rallentare il processo di disinflazione in corso. In più, alcune componenti chiave dell’inflazione, come quella dei servizi, si stanno già dimostrando più resistenti del previsto. Pertanto le banche centrali potrebbero avere meno margine nel ridurre i tassi. E la volatilità nei rendimenti obbligazionari potrebbe accentuarsi.
Crescita resiliente ma frammentata
“Nel 2025 la crescita mondiale dovrebbe attestarsi attorno al 3,1% e quella statunitense al 2-2,5%, sostenuta dalle politiche a favore delle imprese della nuova amministrazione Trump”, avverte Villamin. L’Europa, invece, si troverà a fare i conti con un altro anno di incertezza politica con le elezioni in Germania e probabilmente anche in Francia che potrebbero condizionare il percorso economico e politico del Vecchio continente. “L’Europa ha davanti a sé un cammino complesso”, dice lo strategist. “Nonostante le difficoltà economiche che la Germania sta affrontando, la Zona Euro dovrebbe comunque registrare una crescita dell'1%. I Paesi del Sud Europa come la Spagna e il Portogallo performeranno meglio di Germania e Francia, che dovranno far fronte alla necessità di limitare la spesa pubblica, alla lenta transizione verso nuovi settori di crescita e all’instabilità politica”, spiega l’esperto. “Sempre al di fuori degli Stati Uniti la crescita sarà più frammentata a causa delle tensioni commerciali, sebbene l’Asia (con un +3,8%) farà da traino, soprattutto grazie all’India (6,5%) e ai Paesi ASEAN. La crescita cinese dovrebbe stabilizzarsi al 4,7%, nonostante il persistere dei rischi”, analizza Villamin.
Il pericolo: un rimbalzo dell’inflazione
A fronte di questo scenario di crescita resiliente, nonostante le incertezze politiche e geopolitiche, il vero pericolo secondo Villamin è una nuova ondata d’inflazione. “Nonostante ci sia stato un calo, l’inflazione dei salari e dei servizi potrebbe innalzarsi nuovamente alla fine del 2025”, avverte l’esperto. UBP prevede infatti un’inflazione al 2% all’inizio del prossimo anno, ma un rimbalzo nel secondo semestre al di sopra del 2,5 per cento. Per questo motivo, secondo Villamin: “Le banche centrali taglieranno i tassi ma al di sotto delle aspettative di mercato, rinnovando così i timori di un aumento dei rendimenti obbligazionari”, afferma.
Reddito fisso
Le prospettive di investimento di UBP per il 2025 attendono un rischio di rialzo al 5% dei rendimenti USA a 10 anni e al 2,75% di quelli tedeschi. E in questo scenario di elevata volatilità dei tassi secondo il gestore diventa quindi poco interessante il profilo di rischio/rendimento delle obbligazioni risk-free/investment grade. Di contro, crescerà l’attrattività del carry offerto dai bond ad alto rendimento, sostenuti da fondamentali delle aziende e dalla crescita resiliente. A copertura dagli scenari più avversi e dalla maggiore volatilità attesa, l’interesse del gestore è anche per gli hedge fund: “Gli investitori investment grade dovrebbero cercare di massimizzare le cedole e ridurre al minimo il rischio tassi o orientarsi verso gli hedge fund con strategie di arbitraggio relative value per cercare resilienza in un contesto di elevata volatilità dei tassi”, dice il Group Chief Strategist.
Azioni
Per quanto riguarda i mercati azionari, i titoli statunitensi si confermano i favoriti dal gestore, sostenuti dall’ambiente pro crescita sotto Trump. Le aziende del tech rimangono nel radar e dovrebbero continuare la loro corsa, beneficiando del trend dell’Intelligenza Artificiale: “Dopo la fase dello sviluppo di infrastrutture e hardware, il software è la prossima tappa della crescita dell’IA”. Interesse anche per il settore della difesa, che offre una buona visibilità degli utili e che rappresenta una scommessa strategica in un contesto di crescenti sfide imposte dalla geopolitica. In Europa vi è interesse per le azioni svizzere e scandinave: “offrono innovazione e resilienza, mentre le banche europee consentono di partecipare al potenziale di ripresa”, dice Villamin. Per esporsi all’Asia UBP punta su Singapore che “rappresenta la porta di accesso per beneficiare della crescita dei Paesi ASEAN”, spiega lo strategist. “Le azioni di Singapore, vicine ai loro minimi storici, presentano un interessante profilo di rischio/rendimento, favorite dai cicli di allentamento monetario negli Stati Uniti e in Cina”, dice.
Oro
In questo contesto frammentato, a protezione dal rischio di nuove fiammante dell’inflazione sullo sfondo delle tensioni geopolitiche, secondo Villamin l’oro continuerà la sua straordinaria fase di rialzo, arrivando a toccare nuovi massimi: la previsione è che nel 2025 raggiungerà 3.000 dollari l'oncia.