L’esperto di Insight Investment, forte di un’esperienza di 27 anni nel settore, e portfolio manager del BNY Mellon Global Short-Dated High Yield Bond Fund, analizza il contesto di mercato e i vantaggi di puntare sulle obbligazioni ad alto rendimento a breve termine.
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Non è il momento ideale per aumentare la duration nei portafogli, data l'elevata incertezza dello scenario macroeconomico e di mercato. Questo il messaggio di Uli Gerhard, portfolio manager di Insight Investment (parte di BNY Investments), che in un’intervista con FundsPeople analizza il contesto attuale segnato dalle incognite per le politiche di Trump e i loro possibili impatti su inflazione, politiche monetarie e portafogli obbligazionari. L’esperto di Insight Investment, forte di un’esperienza di 27 anni nel settore, è il portfolio manager del BNY Mellon Global Short-Dated High Yield Bond Fund, un fondo storico della casa di gestione molto popolare tra gli investitori italiani. Gerhard ha attraversato diversi cicli di mercato e navigato molte crisi. Contando su questo bagaglio di competenze afferma: "Il nuovo governo degli Stati Uniti, con la sua imprevedibilità, creerà volatilità. Ciò rappresenta per noi un'opportunità: è un momento perfetto per i bond a breve durata".
Un contesto macro incerto
“Il nuovo governo americano utilizza i dazi come strumento di negoziazione, ed è probabile che nelle fasi iniziali continueranno a essere soggetti a ritrattazioni. Tuttavia, indipendentemente dall’ammontare finale delle tariffe imposte su Messico, Canada, Cina ed Europa, e dai settori coinvolti, c’è un aspetto che i mercati potrebbero non aver ancora compreso appieno: il costo dei dazi ricade sull’importatore. La conseguenza è di accrescere i prezzi dei beni importati”, spiega Gerhard. “Anche il processo di onshoring, ovvero il rientro delle aziende negli USA che il nuovo governo vuole favorire, comporta costi significativi. Tutto ciò crea un’incertezza sul percorso di discesa dell’inflazione negli USA e a cascata sulle prossime mosse della Fed e sui rendimenti dei Treasuries”, osserva Gerhard.
Un panorama pieno di interrogativi anche per l’Europa, a causa del timore di dazi e per il rallentamento economico della Germania, la prima economia della regione. In questi giorni, il Paese è alle prese con un voto cruciale per il suo futuro e quello dell’intera area Euro. A tutto questo si aggiunge l’incognita sulle ripercussioni sul destino della guerra in Ucraina, mentre il lancio dell’AI cinese low-cost DeepSeek mette in discussione il dominio incontrastato delle Big Tech statunitensi nel settore dell’intelligenza artificiale. “Tutti questi fattori stanno generando volatilità che, se moderata, può rivelarsi favorevole per le obbligazioni a breve scadenza”, dice Gerhard.
Outlook sul mercato HY
Gerhard vanta un background scientifico ed è in possesso di un PhD in chimica. La sua formazione lo porta ad analizzare i dati numerici con rigore, evitando preconcetti. “Un’analisi storica dei rendimenti dell’high yield europeo e USA negli ultimi 20 anni, confrontati con quelli dell’investment grade Euro e USA e dell’Euro Stoxx 50, mostra che il mercato high yield ha in media sovraperformato l’IG di circa 300-350 punti base all’anno, con un rendimento simile a quello delle azioni [Fonte: dati dell’indice Bloomberg, al 31 gennaio 2025]”, evidenzia Gerhard. "Considerando questo differenziale in diversi contesti di mercato, si ottiene una performance superiore, a cui gli investitori che non hanno allocato risorse nell’HY non hanno avuto accesso. Nel lungo termine, l’HY si conferma dunque un investimento strategico, capace di offrire rendimenti superiori rispetto all’IG e non troppo distanti dall’Euro Stoxx 50, ma con una volatilità inferiore rispetto all’azionario", osserva. Inoltre, secondo l’esperto di Insight Investment, un aspetto spesso trascurato è il netto miglioramento della qualità del credito nel mercato dei bond ad alto rendimento negli ultimi 25 anni, accompagnato da un progressivo deterioramento di quella dell’investment grade. “Questo significa che il rischio di default nell’HY è diminuito, mentre nell’IG è aumentato. Molte aziende che emettono oggi bond HY sono più grandi e finanziariamente più solide rispetto al passato”, dice.
A livello di valutazioni, gli spread dell’HY appaiono contenuti, mentre i rendimenti sono sensibilmente cresciuti rispetto agli ultimi anni. “Gli spread sono effettivamente molto bassi, ma per una buona ragione: riflettono le aspettative sui default per i prossimi 1-2 anni e questi sono anch’essi ridotti. Attualmente, prevediamo che nel 2025 si manterranno intorno all’1,5% o meno”, dichiara il gestore che sottolinea la domanda elevata per questa asset class, in virtù dei rendimenti attraenti. “Non si dovrebbe investire nell’HY se si prevede una forte recessione, perché in tal caso i default aumenterebbero e gli spread si allargherebbero drammaticamente. Ma non è questo lo scenario. Se, invece, l’incertezza è dovuta a fattori politici, gli spread potrebbero allargarsi temporaneamente di 100 punti base, ma poi restringersi rapidamente, come abbiamo osservato nelle ultime settimane”, argomenta. “In più l’investimento focalizzato sulle emissioni a breve durata del nostro fondo, consente di accedere a un income interessante con il beneficio ulteriore di una riduzione della volatilità rispetto agli indici HY complessivi”, argomenta.
Il vantaggio della gestione attiva
“Investire in high yield tramite ETF tradizionali è inefficace, in quanto acquistano tutto ciò che è contenuto nell’indice e spesso utilizzano indici non appropriati”, sottolineando l’importanza di un approccio attivo e selettivo, fondato sull’analisi dei fondamentali per escludere aziende con modelli di business fragili. Un livello di selezione che le strategie passive, limitandosi a replicare l’indice, non possono garantire. “Noi di Insight adottiamo un processo bottom-up, focalizzandoci su aziende solide, con management affidabile e capacità di generare flussi di cassa. Analizziamo in profondità solo 350 delle 1.500 società nel nostro universo di investimento, selezionandone circa 110-113 che vanno a comporre il portafoglio del fondo. Questo metodo, simile a quello che usano le banche per concedere i mutui, riduce il rischio di default e ottimizza la qualità del portafoglio”, afferma l’esperto. “Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale disporre di un team di analisti esperti, la vera forza alla base della nostra strategia. Professionisti formati per condurre un’analisi bottom-up con autonomia e spirito critico, determinando quali titoli entrano in portafoglio e quali vengono eliminati”, dice.
“La nostra strategia generalmente evita investimenti in tecnologia, banche, immobiliare e retail di moda, settori con elevata incertezza e difficoltà di valutazione dei rischi finanziari”, continua Gerhard presentando il processo di investimento del BNY Mellon Global Short-Dated High Yield Bond Fund. “Puntiamo, invece, su aziende con modelli di business prevedibili, nei beni industriali, servizi alle imprese e telecomunicazioni, caratterizzati da ricavi stabili. Investiamo nell’oil & gas convenzionale solo con coperture sui prezzi del petrolio e strategie ESG per la cattura del carbonio e la riduzione del gas flaring. Il fondo è Articolo 8 secondo il regolamento SFDR e include una quota minima di investimenti sostenibili. “Escludiamo settori che generano entrate significative dal carbone, armi e shale oil & gas. Inoltre, le aziende devono rispettare i principi di buona governance per poter essere incluse nei nostri fondi. Per la selezione utilizziamo PRIME, un modello di analisi del rischio ESG sviluppato dal nostro team di investimenti responsabili”, conclude.