Sta per chiudersi un altro anno difficile per l’universo dei fondi hedge. Non è stato necessario adottare drastici provvedimenti punitivi, demagogicamente minacciati all’indomani della crisi finanziaria del 2008: il settore è andato incontro ad uno sboom, e diversi re Mida dei tempi moderni, hanno subito un pesante ridimensionamento. Scossa e disorientata, l’industria globale degli hedge fund ha adottato da tempo un atteggiamento cauto e difensivo, che si è riflesso negativamente sulle performance. Così anche quest’anno, come nei cinque precedenti, l’HFRX Hedge Index lamenta un passivo rispetto alla performance annuale del MSCI World.
Impietoso il confronto di questi ultimi dieci mesi e mezzo: la correlazione è ovvia e fuori discussione. Ma mentre l’HFRX Hedge Index fa fatica a riportarsi in territorio positivo YTD, il MSCI World si colloca su nuovi massimi assoluti. Notevole soprattutto l’uscita dal minimo di metà ottobre: la caduta precedente è stata riassorbita per meno della metà, mentre come si diceva le borse mondiali hanno riconquistato il picco settembrino.
Evidentemente ciò riflette una notevole sottoponderazione in Equity. Non è un caso che, ad esempio, gli strategist censiti da BoA Merrill Lynch dichiarino una esposizione media in azioni, non superiore al 50% del portafoglio. A marzo 2009, per dire, all’indomani di un bear market devastante, l’allocazione media in azioni era persino superiore: 51.3% del portafoglio raccomandato.
Così, salvo improbabili sorprese, gli hedge fund si accingono a chiudere in ritardo rispetto al benchmark, adesso per il sesto anno di fila…