Un Update sull’Epsilon Fund Emerging Bond Total Return

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Luca Sibani, fund manager, Epsilon SGR

Il fondo di Eurizon Capital SGR che vanta Rating Blockbuster FundsPeople 2020 ha registrato delle performance piatte in uno scenario di primo semestre con elevata volatilità soprattutto per quanto riguarda l’obbligazionario emergente. Il prodotto, dopo i pesanti drawdown di mercato a marzo, è riuscito a recuperato quasi per intero le perdite.

“Le ragioni sono da ricercare nella natura dello strumento a breve termine insita nella strategia del fondo. Infatti, le obbligazioni con scadenza nei prossimi 12 mesi sono quelle che si sono comportate meglio”, spiega a FundsPeople Luca Sibani, responsabile della strategia. L’Epsilon Fund Emerging Bond Total Return è una strategia a rendimento assoluto che concentra il suo universo di investimento sul mercato obbligazionario emergente a breve termine, principalmente obbligazioni con scadenze di 36 mesi emesse da governi e società.

Una parte del portafoglio è composto dall’investimento strategico specializzato nella ricerca di carry. Il gestore investe in obbligazioni governative o corporate di emittenti dei Paesi Emergenti con scadenza inferiore ai 36 mesi, coprendole sempre in euro. La parte restante è quello che chiamano portafoglio tattico ed è composto da obbligazioni in valuta locale con scadenze superiori ai 36 mesi, in cui si cercano opportunità di rendimento attraverso posizioni valutarie lunghe-corte e strategie relative value.

Il portafoglio è altamente diversificato. A uno, tre e cinque anni la sua volatilità è sempre stata inferiore al 2%. Sebbene l'esposizione massima per emittente possa raggiungere il 10%, nessuna emissione è tendenzialmente  superiore al 5%. Dal suo lancio nel 2008, nessun titolo in portafoglio è andato in default. Il fondo ha un volume di attività gestite di circa 3,5 miliardi.

Covid-19, come ha risposto il fondo

Il gestore ha affrontato la pandemia con un livello di liquidità insolitamente elevato di oltre il 12%. “L'eccezionale liquidità ha messo il fondo nella posizione di poter far fronte ai deflussi durante la fase più critica della crisi. Successivamente, nella seconda metà di marzo, quando la volatilità e le pressioni nel mercato si sono attenuate, il fondo ha iniziato a investire in asset o debito “distressed” come quelli in Ucraina, Costa d'Avorio e Nigeria, ricostruendo così il paniere di valute emergenti duramente colpito durante il mese di marzo ”, spiega.

Da ora in poi, Sibani ritiene che le opportunità saranno meno visibili rispetto all'inizio del secondo trimestre. "In generale, il debito emergente dovrebbe raggiungere le altre asset class quando l'emergenza sanitaria tornerà alla normalità. Inoltre, una ripresa economica ciclica è negativa per il dollaro e positiva quindi per le valute emergenti. Abbiamo subito una crisi senza precedenti che si sta diffondendo in tutto il mondo con conseguenze sconosciute per la salute pubblica e, soprattutto, per l'economia. La risposta dei legislatori è stata eccezionale, con ampie misure fiscali finanziate con iniezioni straordinarie di denaro e liquidità. In questo contesto, le economie emergenti sono il punto più debole dell'attività mondiale, dovendo affrontare nella maggior parte dei casi un sistema sanitario povero, una rete di sicurezza sociale debole e misure di contenimento inefficaci ", sottolinea.

A suo avviso, il collasso dell'economia e l'aumento dei deficit fiscali è un contesto difficile da affrontare. “Il deterioramento della merito di credito è stato segnalato dalle agenzie di rating che hanno effettuato diversi downgrade per riflettere il cambiamento delle condizioni. Tuttavia, le iniezioni di liquidità senza precedenti alimentate dalle principali Banche centrali hanno ravvivato la ricerca di redditività degli operatori di mercato, impedendo che gli asset dei mercati emergenti crollassero ulteriormente. Questo ha creato le premesse per un rimbalzo straordinario verso valori che possono essere considerati ragionevoli ”.

In questa situazione, il futuro apprezzamento nelle quotazioni delle obbligazioni emergenti dovrebbe arrivare con un miglioramento nei dati economici o una soluzione all'emergenza sanitaria, nonché con maggiori iniezioni di liquidità. A suo avviso, i rischi sono collegati all'incertezza sulla durata del contagio. “Una seconda ondata del virus porterebbe a maggiore incertezza, maggiore volatilità e premi al rischio più elevati. In questo caso, le economie emergenti, in particolare quelle più fragili e indebitate, potrebbero cadere in un grave scenario di rischio default ", conclude.