Una fotografia del mercato dell’arte

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Pietro Ripa

Il mercato dell’arte nel suo complesso, include sia il mercato primario che quello secondario.

Le fiere ad esempio sono considerate la via più efficace per sviluppare e consolidare la base clienti e si assiste ad un continuo proliferare di nuove fiere sia a livello nazionale (in Italia le più importanti sono Bologna, Milano e Torino) sia a livello internazionale, come Basilea (in tutte le sue declinazioni territoriali), Frieze, Fiac e Tefaf.

Un discorso diverso riguarda il mercato delle aste, dove Il 2018 è stato un anno positivo, seppur non eccezionale:  “da un lato non ha saputo migliorare l’exploit del 2017 (sulla cui performance aveva contribuito in maniera determinante il record del Salvator Mundi), dall’altro ha in parte risentito del generale rallentamento delle economie internazionali, delle tensioni tra USA e Cina e dell’emergere di un contesto politico molto più complesso che ha comportato una minor predisposizione al rischio anche per il mercato delle arte figurative (che nel mondo delle aste pesa circa il 75%-80% del totale fatturato internazionale)”, ci spiega Pietro Ripa, private banker di Fideuram.

Tre sono stati i punti cardine del mercato delle aste 2018, sia in Italia che all’estero: provenienza del bene, qualità e voglia di novità. “Sul primo punto sono state vendute prevalentemente opere di indubbia qualità a discapito del solo grande nome. Un secondo elemento è provenienza; grande risalto alle collezioni prestigiose provenienti da famiglie note del collezionismo mondiale e, ultimo ma non meno importante, la voglia di novità; nel 2018 due nuovi record per artisti viventi, sia per artista maschile, David Hockney, e sia per artista donna, Jenny Saville”.

Evoluzione del mercato dell’art advisory?

“È un mercato in costante crescita, favorito sia dalla nostra estesa “bancarizzazione” e sia dalla massiccia presenza di dealer specializzati nel campo delle arti. Grazie a precedenti esperienze internazionali posso dire che oggi, i private banker, sono più specializzati in alcune branche dell’arte figurativa quali i dipinti antichi, che sull’arte contemporanea, oggi vero motore del mercato. Ma è anche una questione legata al nostro gusto, alla nostra cultura e alla nostra storia”, conclude l’esperto.