UniCredit apre al MEF su MPS, al via interlocuzioni “in esclusiva”

Christian Wiediger Yep, Unsplash

I segnali c’erano da mesi, rafforzati con il ricambio ai vertici di UniCredit dello scorso aprile e dalla costante attenzione del governo verso la big di piazza Gae Aulenti. Adesso UniCredit e il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) hanno trovato il punto d’incontro sul dossier Banca Monte dei Paschi, di cui il Tesoro è azionista di maggioranza con il 64,2 per cento. Secondo quanto riporta una nota diffusa dall’Istituto guidato da Andrea Orcel, Unicredit e il MEF hanno “approvato i presupposti per una potenziale operazione avente a oggetto le attività commerciali di MPS, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio”. Interlocuzioni “in esclusiva”, dunque, al fine di “verificare la fattibilità dell’operazione”.

I NUMERI E LA PRESENZA STRATEGICA NEL CENTRO-NORD

Unicredit vede nel deal la possibilità di accelerare i suoi piani di crescita organica, oltre che di agevolare “il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale”. Subordinatamente alla definizione dell’operazione, MPS potrebbe contribuire con circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di euro di crediti alla clientela, 87 miliardi di depositi della clientela, 62 miliardi di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione. Un passaggio chiave, per Gae Aulenti, riguarda poi la dimensione geografica. L’operazione – si legge ancora nella nota – permetterebbe al Gruppo di rafforzare il posizionamento competitivo in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di MPS. La quota di mercato di UniCredit si estenderebbe del 17% in Toscana, del 4% in Lombardia e in Emilia Romagna e dell’8% in Veneto.

LA FATTIBILITÀ DELL’OPERAZIONE

Unicredit ha anche indicato una serie di punti chiave per la fattibilità dell’operazione, che prevedono la neutralità rispetto alla posizione di capitale del Gruppo; l’obiettivo di accrescere l’utile per azione; l’esclusione di contenziosi straordinari e di tutti i rischi legali (sia attuali sia potenziali); l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence. Le banche dovranno anche accordarsi sulla gestione del Andrea Orcel.
"Liberare l'enorme valore che UniCredit ha al suo interno continua a essere la nostra priorità”, ha dichiarato Orcel. “Tuttavia, sono sempre stato chiaro sul ruolo che l'M&A potrebbe giocare come potenziale acceleratore in grado di migliorare i nostri risultati strategici, sempre nel pieno rispetto dell’interesse dei nostri azionisti”. Il CEO ha sottolineato poi come l’accordo con il governo su una serie di requisiti (dalla neutralità in termini di capitale alla protezione dai contenziosi legali ed esclusione dei crediti deteriorati) abbia costituito “la base per entrare in un periodo esclusivo di due diligence e negoziazione”. Durante questo periodo, dunque, “eseguiremo analisi dettagliate e verificheremo se saremo in grado di definire una transazione che possa soddisfare i parametri concordati. Allora, e solo allora – ha concluso Orcel –, avremo gli elementi per decidere se procedere".
Secondo gli analisti di Citi, la possibile acquisizione degli asset di MPS non porrebbe un rischio per il capitale di UniCredit. In generale, affermano gli esperti “potrebbe rappresentare un'opportunità per la banca, anche in considerazione dell'esperienza da banchiere d'investimento di Orcel che potrebbe essere messa a frutto nel negoziato”.
Intanto questa mattina Unicredit ha chiuso i risultati aprile-giugno, primo trimestre sotto la guida dei nuovi vertici, battendo le stime del mercato con un utile di 1,034 miliardi di euro, e ha confermato per l'intero 2021 una guidance di oltre 3 miliardi.

A LETTERA AI DIPENDENTI E LE PROSSIME MOSSE

Dopo la presentazione a mercati chiusi dell’avvio dell’operazione, il Ceo di Unicredit ha inviato una missiva ai dipendenti della banca, specificando come l’acquisizione di “alcune attività di MPS” rientri nella strategia del gruppo. “La mia ambizione per Unicredit – scrive Orcel – è stata chiara fin dall’inizio: rafforzare il nostro gruppo e garantire una crescita profittevole e con rischi bilanciati, che generi rendimenti sostenibili e superiori al costo del capitale per i nostri azionisti nel lungo periodo”.
Le prossime mosse prevedono la verifica della sussistenza dei presupposti dell’operazione, e UniCredit ha concordato con MPS l’accesso a una virtual data room dedicata per lo svolgimento dell’attività di due diligence.

LA PARTITA DELL’M&A E LE INCOGNITE SUL GESTITO

La partita dell’M&A, inoltre, potrebbe non fermarsi qui. Da tempo si vocifera di un possibile interesse di Unicredit per Banco BPM. E si aspetta di capire le eventuali ricadute sul fronte del risparmio gestito: su Anima, nello specifico, che detiene un accordo di distribuzione con scadenza a dicembre 2030 proprio con Banca MPS. Già nei mesi scorsi si era aperta la finestra legata all’eventuale acquisizione di Montepaschi da parte di Unicredit nel perimetro di un polo bancario a cui potrebbe accedere anche Banco Bpm, e in quell’occasione si era sottolineato come Anima si troverebbe sul terreno di Amundi (che invece ha un accordo di distribuzione con Unicredit fino al 2026).

Una nota a parte ha riguardato il presidente dell’istituto, Pier Carlo Padoan, che in ragione del suo precedente incarico di ministro dell’Economia e delle Finanze, “ha ritenuto di astenersi dalla deliberazione del Consiglio di Amministrazione”.