USA, Biden presidente. E ora?

Visuals, Unsplash
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Joe Biden è il 46esimo presidente degli Stati Uniti. Dopo giorni di attesa, l’arrivo dei risultati elettorali della Pennsylvania, Stato considerato determinante fin dall’inizio della contesa, ha permesso al candidato democratico di superare la quota di 270 grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca.

Proseguono i proclami da parte di Trump e dell’ala repubblicana a lui più fedele su ricorsi da presentare in tutti gli Stati in cui è risultato decisivo il voto postale, fino ad arrivare alla Corte Suprema. Lo spazio di manovra di colui che è destinato a diventare uno dei pochi presidenti USA a non ottenere un secondo mandato si riduce però progressivamente con il passare delle ore, avvicinandosi inesorabilmente allo zero.

Prossime tappe

C’è tempo fino all’8 dicembre per risolvere le dispute in corso e per mettere in atto un eventuale ricorso alla Corte Suprema, ma la prossima data chiave sarà il 14 dicembre, quando, come spiega Stephane Monier, CIO di Lombard Odier IM, il Collegio Elettorale formato dai grandi elettori dovrà riunirsi nelle capitali di ogni Stato per ratificare il sostegno al candidato che ha guadagnato il diritto alla loro designazione aggiudicandosi la maggioranza dei voti in quello specifico Stato.

BlackRock Elezioni

Fonte: BlackRock Investment Institute e AP News.

Il Congresso dovrà dunque convalidare i risultati in una sessione congiunta il 6 gennaio. Seppur sempre più remota, la possibilità di una chiamata in causa della Corte Suprema, oggi più conservatrice dopo la morte di Ruth Bader Ginsburg, sostituita da Trump con Amy Coney Barrett, resta possibile. Lo spettro è quello delle elezioni del 2000 in cui George W. Bush e Al Gore si contesero la presidenza con una battaglia legale che portò al riconteggio dei voti dello Stato della Florida. In quell'occasione, la decisione della Corte Suprema fu stata resa nota a metà dicembre.

"Ci potrebbe essere una sfida elettorale da parte di uno dei due partiti, il che potrebbe significare che non avremo un quadro chiaro per diversi giorni fino a quando la Corte Suprema non deciderà. Questa incertezza, se prolungata, metterebbe in attesa le decisioni e paralizzerebbe parte dell'economia", dice Keith Wade, capo economista di Schroders.

L’America di Biden

Come detto però questa eventualità perde di consistenza con il passare delle ore. Gran parte del mondo repubblicano, infatti, ha già riconosciuto la sconfitta a differenza di Donald Trump. È il momento dunque per le case di gestione internazionali di mettere in atto i piani preparati nell’eventualità di una vittoria democratica, restando in attesa, e non è un dettaglio, di conoscere l’esatta composizione del Congresso USA.

“La questione principale dopo l'elezione di Joe Biden non sono le controversie che il team di Trump inizierà, ma piuttosto la maggioranza al Senato con cui il prossimo Presidente dovrà governare”, afferma Didier Saint-Georges, managing director e membro del Comitato Strategico di Investimento di Carmignac.

“C'è ancora una strada stretta perché questa maggioranza sia democratica, se uno dei due ballottaggi della Georgia del 5 gennaio sarà vinto da un democratico, e si aggiungerà il voto del vicepresidente Kamala Harris, come Presidente del Senato. Ma anche in questo caso, la tendenza piuttosto conservatrice di alcuni senatori democratici suggerisce che l'agenda economica più radicale della piattaforma democratica potrebbe essere difficile da portare avanti”, aggiunge.

“Per quanto riguarda le battaglie collaterali, come ad esempio quale partito politico controllerà il Senato, la corsa rimane molto equilibrata e potrebbe anche trascinarsi. "La suspense potrebbe continuare fino al 5 gennaio", dichiara sul punto Laurent Benaroche, gestore di fondi multi-asset presso Edmond de Rothschild Asset Management.

Scenari contrastanti

“Le politiche proposte dal Democratico Joe Biden per la sua Presidenza degli Stati Uniti, in attesa dell’esito di possibili contestazioni legali, potrebbero avere implicazioni contrastanti per i mercati, se implementate”, rilevano da T. Rowe Price. Il nodo è la maggiore tassazione sulle imprese prevista con un democratico alla Casa Bianca, sebbene lo spazio di manovra di Biden dipenderà, come già sottolineato, dai risultati definitivi relativi a Camera e Senato. Inoltre, l’implementazione di un nuovo programma di stimoli per supportare l’economia alle prese con gli effetti della pandemia da Covid-19 è data per scontata. Necessario però comprendere in quali direzioni vorranno spingere l’economia queste nuove misure.

“Biden ha proposto di aumentare la tassazione sulle imprese per dimezzare il taglio delle tasse previsto dal Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) del 2017. Il piano di Biden prevede anche di aumentare la tassazione sul reddito delle aziende dal 21% attuale al 28%, un livello ancora notevolmente inferiore rispetto al 35% del pre-TCJA. È probabile che Biden tenterà anche di aumentare le tasse sul reddito estero delle società statunitensi e di istituire una forma di imposta minima alternativa per le aziende. Tuttavia, l’opposizione Repubblicana potrebbe ostacolare o bocciare il passaggio di alcune di queste misure sull’aumento della tassazione”, commentano sempre da T. Rowe Price.

Le misure annunciate in campagna elettorale da Biden potrebbero portare a “una riduzione dei profitti per le aziende dell’Indice S&P500”, commenta David Giroux, CIO Equity di T. Rowe Price. Tuttavia, alcuni settori potrebbero beneficiare delle maggiori spese pubbliche. David Eiswert, gestore della strategia Global Focused Growth Equity di T. Rowe Price, concorda sul fatto che le aziende USA potrebbero dover affrontare un “reset” degli utili se il piano di Biden dovesse passare, anche se d’altra parte gli effetti sarebbero “gestibili e probabilmente controbilanciati, in parte, dagli stimoli fiscali”.

“Biden ha indicato di voler incrementare le spese federali e gli incentivi fiscali per creare posti di lavoro e guidare lo sviluppo economico attraverso la ricostruzione di infrastrutture. Questa spinta si concentrerebbe sulla riduzione delle emissioni di carbonio e sull’investimento in tecnologie per l’energia pulita, anche se potrebbe essere ostacolata dall’opposizione Repubblicana al Congresso. Se implementato, l’ambizioso piano di Biden potrebbe far accelerare gli sviluppi nell’efficientamento energetico e nella riduzione di emissioni. Molte aziende industriali sono parte della soluzione in tal senso”, completano da T. Rowe Price.

Focus settoriale

Paresh Upadhyaya, responsabile delle strategie FX e gestore azionario statunitense di Amundi, Christine Todd, responsabile del reddito fisso statunitense di Amundi, e Craig Sterling, responsabile dell'analisi del mercato azionario statunitense, hanno prodotto un report, che FundsPeople ha potuto visionare, che esamina l’effetto sui settori economici delle politiche attese da parte di Joe Biden.

Impatti negativi:

1. Finanza: "Questo settore ha beneficiato maggiormente dei tagli fiscali di Trump (è per lo più un settore domestico) e della riduzione della regolamentazione. È  quindi possibile che in caso di vittoria di Biden avvenga il contrario”.

2. Energia: "Con il candidato democratico alla Casa Bianca è probabile che la regolamentazione sul fracking sarà aumentata e che saranno eliminati importanti incentivi fiscali”.

3. Le aziende cicliche: "Oltre all'impatto fiscale, ci aspettiamo indirettamente che l'aumento delle aliquote d'imposta limiti gli investimenti di capitale privato, la crescita economica e, quindi, la crescita delle entrate derivanti dalle attività cicliche, che comprendono non solo beni strumentali e trasporti, ma anche hardware e attrezzature tecnologiche".

4. Consumi discrezionali: "La maggior parte delle vendite al dettaglio sono puramente interne, quindi un aumento delle tasse sarà dannoso. Inoltre, l'agenda democratica sul lavoro è aggressiva, con salari minimi più alti e nuove leggi per organizzare i luoghi di lavoro. Anche i modelli di business in franchising sono esposti a grandi rischi per effetto di una possibile stretta regolamentare”.

5. Farmaceutica e biotecnologia: "Il controllo dei prezzi dei farmaci sarà probabilmente attuato indipendentemente da chi vince, ma è probabile che sia più aggressivo con Biden”.

6. Tecnologia: "Ci aspettiamo un maggiore controllo normativo e una maggiore pressione. Le basse tasse pagate dalle grandi aziende sono un obiettivo probabile. Le tensioni intorno alla Cina e al commercio globale possono rimanere alte indipendentemente da chi vince, ma in misura minore con Biden”.

Impatti positivi:

1. Utilities e REITs: "L'aumento delle imposte è neutro per utili e flussi di cassa di entrambi i settori, che dovrebbero avere un rendimento più elevato su base relativa".

2. Beni primari: "La domanda dovrebbe essere relativamente sicura. Le grandi aziende generano importanti ricavi su base internazionale".

3. Software: "È importante notare che i fornitori di software-as-a-service (SaaS) non sono sotto lo stesso microscopio normativo delle grandi aziende tecnologiche e non hanno le medesime sfide della catena di fornitura”.

 4. Retailers: "I rivenditori hanno già aumentato i salari e hanno livelli di reddito mediamente più bassi. È probabile che la redistribuzione vada a loro vantaggio”.

5. Telecomunicazioni: "Il settore risentirà dell'aumento delle tasse, ma le politiche di Biden dovrebbero aprire la strada alla costruzione della banda larga per tutti, consentendo agli operatori di generare rendimenti maggiori”.

6. Attrezzature bio-sanitarie: "L'aumento dei finanziamenti per la ricerca, il budget dei National Institutes of Health (NIH) e la preparazione alle future pandemie dovrebbero aumentare la domanda”.

7. Difesa: "Biden può essere percepito come negativo, ma la forza militare gode di un sostegno bipartisan e le tensioni geopolitiche sono elevate. La difesa potrebbe continuare a crescere nei prossimi anni”.