Utilizzo dei termini ESG nella denominazione dei fondi, ecco la posizione dell'EFAMA

Green News
Greg Rosenke (Unsplash)

In risposta alla consultazione dell'ESMA sulle linee guida per le denominazioni dei fondi che utilizzano termini legati alla sostenibilità o ai fattori ESG, la European Fund and Management Association (EFAMA) ha espresso le proprie preoccupazioni. Infatti, l'Associazione sta riflettendo sull'approccio proposto caratterizzato da una soglia numerica. A suo avviso, questa misura non affronta i problemi di fondo legati al greenwashing che il settore sta affrontando a causa dell'attuale mancanza di chiarezza su molti concetti chiave relativi proprio alla finanza sostenibile.

Inoltre, l'EFAMA si dice favorevole alla definizione di standard comuni per evitare informazioni fuorvianti e aumentare la fiducia e la chiarezza nel mercato, soprattutto nel panorama dei fondi ESG in rapida evoluzione. Tuttavia, l'invito che fa all'ESMA è di rimandare le linee guida proposte fino a quando non sarà stata colmata l'attuale mancanza di chiarezza su ciò che costituisce "un investimento sostenibile" e, inoltre, non avranno collaborato con la Commissione europea per risolvere i problemi di interoperabilità tra le linee guida e SFDR, MiFID/IDD.

Una definizione chiara

"È improbabile che una metodologia basata su una definizione giuridica poco chiara possa aumentare la comprensione dei fondi ESG da parte degli investitori e affrontare adeguatamente i problemi di greenwashing. Piuttosto che imporre una soglia, sarebbe più consono far rispecchiare gli orientamenti dell'ESMA in materia di rischi e informazioni sulla sostenibilità, assicurando che l'uso di termini relativi ai fattori ESG sia materialmente supportato da elementi sufficienti delle caratteristiche di sostenibilità negli obiettivi e nella strategia di investimento del fondo", afferma Anyve Arakelijan, consulente per le politiche normative dell'EFAMA.

Secondo l'Associazione, se l'ESMA procederà con l'approccio proposto della soglia numerica, rimarranno ancora una serie di elementi importanti da affrontare. Ad esempio, l'Associazione sostiene che la liquidità, gli equivalenti di liquidità e i derivati utilizzati per la copertura dovrebbero essere esclusi dal calcolo del coefficiente dell'80% per consentire una gestione efficiente del fondo, soprattutto in circostanze di mercato straordinarie.

"La mancanza di chiarezza su cosa sia esattamente considerato un investimento sostenibile ai sensi dell'SFDR mette in discussione l'opportunità di una soglia separata del 50%", concludono.