Vaccari (Consultinvest): "Brexit? Comunque vada sarà una sconfitta tutta inglese"

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Peggioramento macro economico, cambio di rotta delle banche centrali e poi l’annosa questione Brexit. Per la terza volta, il Parlamento britannico ha bocciato l'accordo con l'Unione europea. Il Regno Unito adesso sarà costretto a prendere una decisione entro il 12 aprile: data di uscita dall'Ue. Per Bruxelles, l'ipotesi di un no deal è sempre più probabile. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato un vertice per il prossimo 10 aprile: entro quella data Londra deve dare indicazioni chiare sulla propria volontà. “Ho sempre avuto un’idea controcorrente fin dall’inizio”, dice subito Enrico Vaccari, responsabile clientela istituzionale di Consultinvest. “La Brexit doveva essere un po’ come la parabola del figliol prodigo: l’Inghilterra tornava indietro nei suoi passi e l’Europa festeggiava, cosa che in parte sta accadendo. Comunque vada è una sconfitta, per i britannici. C’è un lato molto positivo per l’Europa, che ne uscirebbe rafforzata. La Brexit sembrava mette fine al sogno di un’Europa unita, adesso invece potrebbe essere il primo tassello di un’Europa che si rafforza”. Una vittoria europea, dal punto di vista diplomatico-politico potrebbe d’altronde attrarre nuovi capitali. “Il mercato ha scontato già una non decisione”, spiega Vaccari. “Se questo processo di rottura si fermasse e tornasse indietro potrebbe esserci da parte degli investitori internazionali un ragionamento a beneficio dell’Europa, dove al momento i mercati azionari sono sicuramente sottovalutati”.

Ad allargare lo sguardo, frattanto, per il numero uno della Bce un sostanziale accomodamento monetario è ancora necessario. "Non siamo a corto di strumenti per adempiere al nostro mandato", ha sottolineato Draghi, in quella che appariva una risposta a chi osservava che la Bce, con tassi ai minimi record e un'espansione record del bilancio, potrebbe non avere munizioni per rispondere a un potenziale peggioramento delle condizioni economiche. Oltreoceano poi c’è stato il dietrofront della Fed. “Le banche centrali hanno fatto, nell’ultimo anno, delle sbandate imbarazzanti”, afferma il manager di Consultinvest. “I primi critici cominciano a dire che la Bce ha fermato troppo presto il Qe e che sarà necessario ricorrere a nuovi strumenti (e il TRLO non sarà la svolta)”. L’eco del mutato atteggiamento della Federal Reserve si è invece considerevolmente riflesso anche sui mercati obbligazionari. “La curva dei rendimenti USA si è di fatto invertita, risvegliando i timori di una possibile recessione. Da settembre scorso i mercati obbligazionari sono andati in forte correzione sui titoli di Stato perché sentivano arrivare l’ondata di rialzi. Oggi con quest’inversione si parla di un recupero dei corsi obbligazionari”.

Da qui il consiglio dell’esperto agli investitori: accompagnare il rally azionario (prendendo profitto ma gradualmente) e avere nel medio termine un approccio più flessibile verso il mercato obbligazionario, poiché i tassi sono prossimi a scendere.

Su tutto però, secondo Vaccari, giocheranno un ruolo a dir poco fondamentale le prossime elezioni di primavera: “La direzione che l’Europa prenderà dipenderà dalle elezioni europee. I risultati vanno osservati con estrema attenzione”. Che vincano politiche sovraniste o no.