Il Def è già stato bocciato da Bruxelles. Ma il deficit italiano è solo uno dei problemi dell'Europa, che non riesce a crescere ed è a rischio inflazione, almeno secondo l'esperto di Consultinvest.
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La buona notizia (già da venerdì mattina) è che il Def è in Parlamento. Dopo un ultimo tira e molla su cifre e stanziamenti tra Lega e Movimento 5 stelle, l’accordo è arrivato. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha ribadito, che “la manovra di bilancio che questo Governo si appresta a varare è coraggiosa e responsabile, puntando alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4% del 2019 al 2.1% del 2020 per chiudere all'1.8% del 2021”. Dentro c’è tutto: 10 miliardi per reddito e pensione di cittadinanza (9 più 1 ai centri per l'impiego); 7 per le pensioni a quota 100; 2 per la flat tax; 1 per le nuove assunzioni nelle forze dell'ordine e 1,5 per i truffati dalle banche.
La brutta notizia invece è che la bocciatura, data per scontata, è arrivata fin da subito da Bruxelles. La scelta del governo di includere nella nota di aggiormento del Documento di economia e finanza una revisione al rialzo del rapporto deficit-pil desta "grave preoccupazione", dicono dall'Ue. Piazza Affari continua a segnare rosso con gli investitori preoccupati per uno scontro tra il governo Conte e l’Ue. Anche perché pare che Mario Draghi abbia già incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per metterlo in guardia sui rischi a cui andrebbe incontro l'Italia nel caso in cui i mercati reagissero alla presentazione del budget 2019 accanendosi contro i titoli pubblici, portando i rendimenti a livelli insostenibili. “Stiamo guardando il dito e non la luna”, chiarisce subito Enrico Vaccari, responsabile clientela istituzionale di Consultinvest. “Il vero problema non si chiama Italia, ma Europa”, dice l’esperto che porta ad una riflessione sulla crescita dell’Eurozona. “L’Europa non cresce e l’inflazione è dietro l’angolo”.
Per Enrico Vaccari, infatti, posto che la missione principale della Bce è il controllo e la gestione dell’inflazione, Draghi ha potuto portare avanti una politica accomodante, proprio grazie anche ad un’inflazione dormiente. Adesso però i numeri stanno cambiando: “basta guardare ai dati della Germania. Se la banca centrale non alzerà a breve i tassi potremmo trovarci di fronte ad un grosso problema”, commenta l’esperto. E ben più importante dello scontro Roma-Bruxelles. “La verità è che la Bce non è riuscita ad attivare la crescita. In questo caso l’Italia ha osato una manovra coraggiosa, ma è quello che tutti i governi dovrebbero fare: aiutare la crescita con riforme fiscali. La banca centrale in fondo ha fatto quello che doveva fare ma voleva essere accompagnata dai governi. Il punto vero perciò non è il deficit italiano. Credo che la finestra temporale si stia chiudendo e c’è il rischio che l’Europa prenda la strada della recessione”, continua Vaccari. Tanto più che il prezzo del petrolio torna a fare paura e il rischio è che ci siano grosse ricadute sulla crescita economica. “In molti guardano al mercato in maniera drammatica. Credo invece che i fondamentali siano straordinari e che questo sia il momento giusto per i governi europei di spingere l’acceleratore per riattivare la crescita”. Per Enrico Vaccari basterebbe un po’ copiare gli americani. “La Federal Reserve ha fatto un lavoro esemplare. Oggi gli Stati Uniti vantano una crescita solida, l’inflazione è sotto controllo e il tasso di occupazione e ai massimi storici”.
Dove investire
Se l’Eurozona sta perdendo pezzi, chi guarda ai numeri però compra l’Italia. “E’ chiaro che una situazione di volatilità porta sempre ad un’opportunità di acquisto. L’azionario europeo ha poi fondamentali estremamente attraenti a prezzi stracciati. Sul fronte obbligazionario bisognerebbe diversificare moltissimo: il debito italiano, ad esempio, diventa interessante con una duration più corta, a 2 o 5 anni. Un investitore retail dovrebbe affidarsi a un buon gestore, che abbia le capacità di diversificare e coprirsi bene dai rischi. I fondi obbligazionari flessibili e le polizze assicurative a gestione separata sono sicuramente due modi per proteggere capitali”, conclude il responsabile clientela istituzionale di Consultinvest.