In un'intervista a FundsPeople, la professionista parla dell'impatto della Retail Investment Strategy sul settore e dei tre focus strategici di Amundi: mercati privati, Asia e tecnologia.
Per accedere a questo contenuto
La Retail Investment Strategy ancora in discussione in Europa avrà profonde conseguenze per l'industria dei fondi. Secondo Valérie Baudson, CEO di Amundi, l'ultima bozza in esame rappresenta un passo nella giusta direzione, ma ci sono ancora dei dettagli che non la soddisfano. È giusto e positivo per il mercato richiedere trasparenza sulle commissioni pagate per i prodotti di investimento", ha dichiarato in un'intervista a FundsPeople, "Quello che non mi convince è il divieto totale di retrocessione; potrebbe essere difficile e dannoso per i clienti finali e per l'industria".
"Credo che il modello europeo di retrocessione consenta di offrire un buon servizio a molti clienti, a condizione che vi sia trasparenza sulle commissioni. Vorrei che fosse tutelata la capacità del settore della gestione patrimoniale di servire efficacemente tutti i clienti", insiste Baudson. Il CEO è preoccupato per l'impatto sui piccoli risparmiatori. "Il modello che prevale nell'Europa continentale, quello delle banche universali in cui i clienti hanno accesso a tutti i tipi di prodotti di risparmio, è un modello che avvantaggia tutti gli investitori, anche quelli con risparmi più modesti", sottolinea. La dirigente teme che la RIS possa portare il settore europeo a una situazione simile a quella del Regno Unito dopo l'attuazione della propria normativa. "Ha creato un mercato in cui un investitore deve avere un patrimonio di almeno 100.000 euro per essere consigliato", avverte.

Consolidamento del mercato
Bastano pochi minuti di conversazione con Baudson per rendersi conto che si tratta di una vera donna d'affari. Pragmatica e diretta, non vede la crescita degli asset in veicoli quotati in borsa come qualcosa di più di una tendenza guidata dall'appetito degli investitori. "Non so quando le nostre attività in gestione passiva supereranno quelle in gestione attiva. Ma, francamente, l'unica cosa importante e che guida tutte le nostre azioni è che i clienti possano accedere al prodotto che desiderano nel momento in cui lo desiderano. Qualche anno fa gli investitori ci chiedevano più prodotti strutturati. Oggi questi veicoli sono meno presenti nel radar degli investitori, ma abbiamo sviluppato nuove proposte. Continueremo ad adattare la nostra gamma come abbiamo fatto allora", insiste. A suo avviso, è questa agilità e capacità di adattamento che li ha resi l'unico asset manager europeo tra i giganti mondiali della gestione.
"Siamo un consolidatore naturale del mercato e disponiamo di capitale nel caso in cui dovessimo investire o acquistare per sviluppare la nostra offerta", afferma Baudson. Ma per Baudson non si tratta di comprare per il gusto di comprare. "Sia che si tratti di entrare in un nuovo mercato o di acquistare un'entità, cerchiamo sempre un ritorno sull'investimento di almeno il 10% e dobbiamo essere sicuri di avere la capacità di gestire l'integrazione in modo adeguato", afferma.
Mercati privati ed ETF
Nel contesto attuale, è chiaro al consiglio di amministrazione che la gestione passiva e gli ETF saranno un importante motore di crescita per l'azienda nel breve e medio termine. Il grande cambiamento che vede è l'ingresso degli ETF nello spazio retail in Europa. "Gli ETF si sono già affermati in mercati come gli Stati Uniti, dove godono di un vantaggio fiscale. In Europa la tendenza è iniziata con lo scoppio della pandemia. Ora questi prodotti sono popolari sia tra gli investitori istituzionali che tra quelli retail. In Paesi come la Germania si è assistito a una massiccia adozione da parte dei privati, grazie alla spinta delle piattaforme di investimento digitali", afferma.
Un'altra grande tendenza che Baudson vede è lo sviluppo dei mercati privati. "Sono diventati un'opzione chiave per gli investitori istituzionali, ma non saranno riservati solo a loro", prevede. L'acquisto di Alpha Associates, con sede in Svizzera, avvenuto qualche mese fa, è quindi un indizio di come Amundi si stia preparando ad affrontare un appetito più ampio da parte degli investitori. L'operazione consente di accedere all'esperienza di un gestore patrimoniale indipendente che offre soluzioni di investimento multimanager nei mercati privati.
Asia, un mercato con nuove opportunità
Amundi intende espandersi non solo con nuove classi di attività, ma anche attraverso la sua impronta geografica. Un'altra linea del suo piano strategico è quella di posizionarsi tra i gestori che contano in Asia. "Nei prossimi anni la crescita del mercato dell'asset management in Asia sarà due volte più veloce di quella europea", prevede Baudson. "Un gestore di fondi deve guardare dove si sta verificando la più rapida crescita del risparmio e oggi è l'Asia. E quando si parla di Asia, non ci si riferisce più solo alla Cina. Anche l'India è una potenza in crescita, dove il gestore francese detiene già una quota di mercato del 18% grazie alla sua joint venture con State Bank of India.
La tecnologia
Ma queste tre linee di crescita non sarebbero comprensibili senza il quarto focus di Amundi: investire nella tecnologia. A partire dal lancio nel 2018 della sua piattaforma ALTO, il gestore di fondi mira a offrire una soluzione completa e a "creare l'intero ecosistema dell'esperienza dell'investitore", come dice Baudson. ALTO è uno strumento per gestori, banche, private banker, distributori e consulenti con tutto ciò che serve per gestire il patrimonio dei loro clienti lungo l'intera catena: dall'analisi del portafoglio al supporto della commercializzazione del prodotto al cliente finale. "Mettere in vetrina nuovi prodotti non è più sufficiente", afferma Baudson. "È vero che avere buoni fondi che battono i loro benchmark è ancora essenziale, ma la gamma di fondi da sola non è più differenziante", conclude.