L’ex presidente Consob ha lanciato una sua SIM per la clientela private e istituzionale, che vuole bypassare il canale bancario. Niente retrocessioni Né conflitti di interessi. Lo spiega in un'intervista a FundsPeople.
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Una nuova SIM per provare a fare quello che nessuno ha fatto finora: “portare una nuova modalità di gestione degli asset per la clientela italiana più sofisticata, che non si accontenta del classico canale bancario”. Sono queste le parole che usa Giuseppe Vegas, ex presidente Consob, nel parlare della sua neo società. “ReVersal SIM nasce con l’idea di portare la forza d’investimento di uno dei principali player di asset management globali con una forte specializzazione nella gestione dei grandi patrimoni (istituzionali e famigliari) direttamente al servizio del cliente finale, il tutto senza retrocessioni sui prodotti finanziari e senza alcun conflitto d’interesse nella costruzione dei portafogli per il cliente finale”, riassume il neo presidente. Assieme a Lorenzo Mion (amministratore delegato) e ad un parterre di azionisti di un certo spessore, la SIM, operativa da maggio, ha da poco siglato, infatti, un accordo esclusivo per la distribuzione dei prodotti e servizi di Northern Trust in Italia per la clientela privaate.
Passivi in testa
L’obiettivo è arrivare velocemente ad una nicchia d’investitori scontenti dei loro attuali partner, “vittime del sistema che vive su laude retrocessioni” e con una percentuale elevata di fondi attivi in portafoglio “spesso molto discutibili in termini di risultati soprattutto nel medio e lungo termine”. Da qui la scelta della società di concentrarsi soprattutto sui fondi passivi.
“Vogliamo mitigare i rischi di un investimento quotato altamente liquido e liquidabile (in fondi passivi e fattoriali UCITS) massimizzandone i risultati nel medio e lungo termine grazie all’indiscussa capacità di Northern Trust di sviluppare un asset allocation molto solida”. Come sottolinea Vegas la proposta della sua nuova società avrà un costo molto competitivo, pari a un terzo della media italiana. “Siamo convinti che la nostra proposta avrà successo e che potremmo raggiungere il miliardo di raccolta in tempi brevi e nel giro di qualche anno poter crescere ulteriormente”, afferma.
Basta con le retrocessioni
Ma c’è di più. Lo scopo della SIM è quello anche di voler portare aria nuova nel risparmio gestito del Paese. “Fino ad oggi i risparmiatori sono stati spesso considerati più come un pollo da spennare che un cliente di cui fare gli interessi”, spiega. “Si tratta di una politica basata su fees troppo elevate, su retrocessioni ad intermediari vari e a non troppo rari conflitti di interessi. Queste pratiche debbono finire”. Per questo ReVersal esclude qualsiasi tipo di retrocessione. “Vorremmo cercare di portare il mercato del risparmio gestito nel nostro Paese agli stessi standard qualitativi di quelli dei Paesi più evoluti, dove non esistono sacche di rendita inutili e dove la trasparenza costituisce la stella polare nell’azione di ogni soggetto che vi opera”.
Serve più vigilanza
Da ex capo della più importante autorità di vigilanza del Paese, Giuseppe Vegas afferma come in seno all’industria finanziaria, i passi principali sul fronte normativo siano già stati compiuti. Ciò che va perseguito, semmai, è la prassi vigilanza, “che forse risulta meno incisiva in questo campo rispetto a quella rivolta verso il mondo delle banche, delle società quotate e degli emittenti di titoli diffusi”, dice. In quanto alla situazione attuale del Paese, il campo che più lo preoccupa è quello della finanza pubblica. “Qui deve essere concentrato il maggiore lavoro da parte dei responsabili della gestione della nostra economia. Ridurre la spesa pubblica, il livello del debito e agire per contenere le richieste del fisco costituiscono due imperativi categorici, se si vuole effettivamente perseguire l’obiettivo dello sviluppo economico”, aggiunge. A tal proposito i mercati finanziari potrebbero dare un grosso contributo, a condizione che siano effettivamente liberalizzati. “Qualche misura contenuta nel provvedimento sui mercati finanziari approvato recentemente dal Senato dovrebbe essere riconsiderata”, dice senza mezzi termini. “Se i mercati interni non saranno adeguatamente attrattivi nei confronti degli investitori esteri, difficilmente troveranno all’interno le risorse adeguate per originare un vero booster di sviluppo”, conclude il manager.