Volatilità alle stelle ma è una correzione salutare

4403535786_10719c088a_z
foto: autor cobalt123, Flickr, creative commons

Il crollo causato dagli elevati livelli delle società cinesi quotate sul mercato interno, seguito dalla mossa a sorpresa della People’s Bank of China (‘PBoC’) di modifica del meccanismo di fissazione della valuta locale, il renminbi, ha scatenato un grande panico in relazione alla crescita dell’economia a livello globale. Quella debolezza che prima aveva impattato principalmente gli asset e le commodity dei mercati emergenti si è ora ampliata ai mercati sviluppati che hanno avuto ( e continuano ad avere) bruschi cali. Con la volatilità che la fa da padrona sui mercati azionari, che avanzano in ordine sparso e in molti casi invertendo la rotta con repentini cambi di segno, tra il più e il meno. E mentre Pechino apre un’indagine contro cinque broker, torna la debolezza in Europa, Tokyo risale e Wall Street aspetta indicazioni dalla Fed. A commentare il contesto attuale è Philip Saunders, co-head of multi-asset di Investec Asset Management, che spiega perché le preoccupazioni del mercato azionario sull’inizio di una recessione globale possono dirsi eccessive.

Quanto sta accadendo sui mercati può dirsi una correzione salutare o è la comparsa di qualcosa di più sinistro?
Noi riteniamo che le preoccupazioni del mercato azionario sull’inizio di una recessione globale siano esagerate e di conseguenza, questo episodio sembra essere una “correzione salutare”. Questo ciclo di mercato, oscurato come è stato dalla crisi finanziaria globale, è stato punteggiato da attacchi di panico causati dalle preoccupazioni riguardo a imminenti recessioni. Questi riguardavano i timori di un double dip americano, la disintegrazione della zona euro e la minor crescita in Cina. Se è vero che questa ripresa è stata più debole e meno sincronizzata rispetto ai cicli precedenti, i fatti sembrano suggerire che le condizioni economiche stiano migliorando nel mondo sviluppato a un ritmo sufficiente a compensare la decelerazione del ritmo di crescita del mondo emergente, che è stato influenzato dal brusco calo del tasso di crescita cinese.

Cosa dicono i dati a questo proposito?
Dati recenti provenienti dagli Stati Uniti, dall’Europa e dal Giappone, sostengono chiaramente questa visione e anche i recenti numeri cinesi, come quelli relativi ai prezzi delle case e alle operazioni immobiliari effettivamente mirano alla stabilizzazione. La PBoC ha un notevole margine per allentare ulteriormente la politica monetaria al fine di attenuare la pressione al ribasso sulle attività economiche in Cina, quindi c’è il pericolo che le preoccupazioni sulla debolezza economica cinese siano esagerate. Una negatività psicologica sta chiaramente guidando i mercati in questo momento.

Nel mondo sviluppato, le condizioni del credito continuano a essere allentate e ci sono alcuni segnali di un stretta creditizia…
Nel passato i credit crunch, nel momento in cui le banche centrali irrigidivano la politica monetaria per combattere le economie “surriscaldate”, hanno dato luogo tipicamente a recessioni. Queste, a loro volta, hanno determinato un declino dei forward earnings e price earnings. Le correzioni tendono a verificarsi quando cala il rapporto prezzo-utili mentre i forward earnings continuano a salire. Le recenti dinamiche di guadagno in tutte le principali regioni di mercato sviluppate sembrano mostrare ancora segnali di sviluppo. Gli indici Pmi e gli altri principali indicatori sono di supporto e dobbiamo ancora assistere a gran parte dell’impatto del prezzo più basso del petrolio sui consumi.

In realtà, anche prima degli sviluppi cinesi che hanno scosso i mercati, gli investitori avevano progressivamente ridotto il rischio nei loro portafogli rispetto ai livelli del primo trimestre. 
È vero. Di questo sono prova le indagini sul sentiment e il posizionamento, il calo dei rendimenti delle obbligazioni governative sui mercati sviluppati e la preferenza per settori difensivi nei mercati azionari. Naturalmente ciò non ha impedito un altro difficile periodo di avversione al rischio ma la mossa è probabilmente più matura di quanto temano i pessimisti. Dunque, riteniamo che i fondamentali macro restino di supporto, le valutazioni siano ragionevoli e il posizionamento degli investitori, già difensivo, suggerisca un rimbalzo dei prezzi.