Voluntary disclosure, tributaristi, consulenti del lavoro e di fisco sono tutti sull’attenti

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foto: autor Emiliano, Flickr, creative commons

La voluntary disclosure è operativa. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il modello definitivo con cui i contribuenti potranno fare richiesta di adesione alla procedura di collaborazione volontaria. In altre parole, i soggetti coinvolti potranno sfruttare l’occasione di regolarizzare la loro posizione con il fisco, senza incappare in molti dei reati più comunemente legati all’evasione, tutti i contribuenti che abbiano occultato beni all'estero, ma anche in Italia, per le violazioni commesse prima del 30 settembre 2014. A meno che non siano già a conoscenza dell’avvio di qualche attività di accertamento nei loro confronti. Le richieste dovranno essere presentate entro il mese di settembre del 2015 e lo si potrà fare tramite i canali telematici o gli intermediari abilitati. Dopo questo primo passo sarà necessario, entro 30 giorni, inviare anche una relazione con tutta la documentazione necessaria.

L’adesione alla voluntary comporterà il versamento di tutte le imposte non pagate ma permetterà di non pagare, o pagare in misura ridotta, le sanzioni. Non solo; la collaborazione volontaria offre uno scudo per diverse tipologie di reati, compreso il nuovo reato di autoriciclaggio, ovviamente solo nell’ambito della procedura stessa. La legge sulla voluntary disclosure consente, infatti, dietro il pagamento dell’intero carico impositivo e di forti sconti dal punto di vista delle sanzioni di ottenere una copertura pressocchè totale sul fronte penale di molti reati tributari, riportando in maniera non anonima alla luce fiscale ricchezze detenute in maniera non lecita all’estero. E oggi, centri di assistenza fiscale, tributaristi e consulenti del lavoro sono tutti in fila per essere d’ausilio nell’invio dell’istanza della voluntary disclosure. L’accesso è molto limitato per gli avvocati. Il provvedimento della collaborazione volontaria prevede la trasmissione solo agli intermediari abilitati alla dichiarazione dei redditi. Per gli avvocati la possibilità è dunque limitata alla considerazione del fatto se hanno o meno l’accesso a Entratel posto che non è la loro principale attività la trasmissione di documenti dichiarativi all’Agenzia delle entrate. Infatti nelle istruzioni l’Agenzia ha previsto l’ipotesi che il professionista si avvalga di un soggetto terzo, intermediario e ha previsto per questa ragione una sezione apposita.