Wealth management in Italia: crescono ricchezza delle famiglie e polarizzazione

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Erol Ahmed, immagine concessa (Unsplash)

La ricchezza finanziaria privata degli italiani continua a crescere dal 2013, ma in maniera sempre più polarizzata, spinta dal segmento di Clientela Private&Up, cioè dalle famiglie con un patrimonio superiore ai 500mila euro. Queste alcune delle principali evidenze emerse da un’analisi di Monitor Deloitte, in collaborazione con Thoughtlab, che compara il mercato italiano del wealth management con le principali economie internazionali.

Secondo un benchmark condotto a livello europeo che tiene in considerazione i recenti adeguamenti normativi internazionali, il regime italiano, che oggi conta circa 3.000 aderenti, risulta essere uno dei più attrattivi in Europa grazie all’estesa durata dei benefici: 15 anni vs 13 media europea.

WM in Italia: crescono ricchezza delle famiglie e polarizzazione

Come spiegato da Luigi Capitanio, Senior partner, North & South Europe Strategy Consulting Leader di Deloitte Italia: "Nell’ultimo decennio, la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane ha registrato un trend di crescita a doppia cifra, segnata da una polarizzazione sui segmenti ad alto valore". Secondo l'esperto, se nel 2013 la quota di ricchezza finanziaria investibile in mano a Clienti Private, Wealth e HNWI ammontava al 34% del totale, nel 2023 la quota ha sfiorato il 40% dei 3,6 mila miliardi di euro investibili, con una crescita media annua del +3% negli ultimi dieci anni.

Passaggio generazionale al centro

Come si diceva prima, il contesto è chiaramente caratterizzato da polarizzazione della ricchezza nelle mani di clienti ad alto patrimonio finanziario investibile, con età media generalmente superiore ai 65-70 anni. Risulta intuitivo che un tema centrale per l'industria sia quello del passaggio di ricchezza intergenerazionale.

Secondo Deloitte, le previsioni per il prossimo decennio vedono un aumento di ricchezza del +13% per gli under 25, e del +24% per gli individui con età compresa tra 25 e 40 anni. Tra i clienti che appartengono alla fascia Private&Up, lo studio ha rilevato che oltre la metà ha un’età superiore ai 65 anni, con quasi un terzo avente più di 74 anni. Si legge nel report che i trasferimenti di ricchezza sono, infatti, passati dai 195 miliardi di euro nel 2013 ai circa 280 miliardi di euro nel 2023, con una crescita media annua del +6 per cento.

“Si prospetta una crescente focalizzazione degli operatori della gestione patrimoniale verso i segmenti Private&Up e, soprattutto, verso clienti sempre più giovani, con età inferiore ai 40 anni. In sostanza, si prevede che la ricchezza a livello globale si sposterà sempre di più nelle mani degli under 25 e della generazione compresa tra i 25 e i 40 anni, mentre diminuirà il livello di ricchezza gestita dagli over 60”, prosegue Capitanio.

Canali distributivi: quando le reti di CF battono le banche tradizionali

Un altra evidenza che emerge dal report è come, in parallelo, anche i canali distributivi stanno evolvendo per soddisfare le sempre più sofisticate esigenze di prodotti e servizi tailor-made." Il mercato del wealth management sta assistendo ad una progressiva riduzione della quota di mercato servita da player bancari tradizionali, passata dal 70% del 2013 a circa il 60% attuale, a favore di una crescita significativa delle reti di consulenti finanziari, i quali ad oggi rappresentano più del 20% del mercato", si legge nella ricerca.

Si tratta dunque di un’inversione di tendenza che testimonia l’importanza di fornire un’offerta altamente customizzata e specialistica Per i prossimi anni, secondo gli attuali dati a disposizione si prevede una crescita costante dei canali digitali di contatto tra clienti e operatori, preferiti rispetto alle filiali fisiche e agli sportelli (-40% rispetto al 2013). Proprio per questa ragione, lo studio di Deloitte prospetta incremento del capitale investito verso tool di collaborazione digitale e open platform. Non stupisce che la principale categoria di investimento rimarrà l’Artificial Intelligence.

Guardare ai prossimi dieci anni

In conclusione il report si interroga su quali saranno le sfide chiave per i player del wealth management nei prossimi dieci anni? Deloitte risponde che, comparando le evidenze storiche degli ultimi dieci anni con i trend prospettici delineati al 2033 su scala sia nazionale che globale, si identificano le principali evoluzioni attese per il settore. E, all’interno di questo contesto, lo studio ha sottolineato quattro sfide chiave:

  • L’individuazione di un modello di servizio e coverage capace di gestire il passaggio generazionale.
  • La definizione del ruolo della banca nell’ambito della value chain, valutando possibili integrazioni con fabbriche prodotto e/o business e segmenti ancillari.
  • L’identificazione delle modalità di adozione e dei programmi d’implementazione delle nuove tecnologie.
  • La scelta del corretto dimensionamento e coverage geografico (nazionale vs. internazionale).