Alcuni degli spunti emersi in occasione dell'EMEA Investment Forum organizzato per la seconda volta a Milano dalla società.
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Tensioni geopolitiche, ritorno dell'obbligazionario e concentrazione del mercato. Questi sono alcuni dei fattori che, più di altri, caratterizzano il panorama internazionale quando lo si guarda dal punto di vista dei mercati finanziari. La sintesi di alcuni spunti emersi in occasione dell'EMEA Investment Forum organizzato da Wellington Management per la seconda volta a Milano.
Una prima riflessione si è mossa guardando alle opportunità di investimento in un'epoca di sollecitazioni per la sicurezza nazionale. A prendere la parola su questo punto è stato Thomas Mucha, geopolitical strategist della società. "Il panorama geopolitico è caratterizzato da alta volatilità e continui mutamenti. Le elezioni statunitensi saranno molto combattute, con la possibilità che i risultati definitivi richiedano giorni o settimane per essere confermati. Una presidenza Harris significherebbe una prosecuzione delle politiche attuali, mentre una presidenza Trump comporterebbe cambiamenti notevoli", dice l'esperto.
Il professionista pone poi l'accento anche su un altro tema dirimente: il cambiamento climatico. "È necessaria molta più attenzione al cambiamento climatico e alle sue conseguenze. Il tema continua a essere una priorità nell'agenda politica", dice. In sintesi, le implicazioni per il portafoglio saranno che i titoli della difesa risultano promettenti. E, a detta di Mucha, stanno emergendo in questo settore nuove innovazioni ad alta tecnologia.
Obbligazionario, fonte di reddito e protezione di capitale
L'obbligazionario è tornato ad avere un ruolo importante in un portafoglio bilanciato per la prima volta dopo le crisi del 2008 e del 2011-2012. A dirlo dal palco è Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management, sottolineando la rinnovata decorrelazione con l’azionario che offre diversificazione e protezione di capitale nel portafoglio dell'investitore.
"La “riscoperta” dell’obbligazionario secondo noi sarà più marcata in Europa, dove i tassi sono stati molto bassi o sotto zero per molti anni. Questa asset class svolgerà un ruolo importante nei prossimi anni, viste le valutazioni nell’azionario (non solo americano) e il bisogno di liquidità", commenta Giordano.
Inoltre, secondo l'esperto anche l’high yield può essere interessante, poiché offre dei rendimenti molto elevati e in un contesto di rallentamento (ma non di recessione profonda) "non ci aspettiamo un rialzo dei default", dice.
Eccessiva concentrazione del mercato
Le preoccupazioni legate all’inflazione, che hanno accompagnato il mercato dal 2022, hanno lasciato spazio ai dubbi relativi all’eccessiva concentrazione di mercato. Lo sostiene Andrew Heiskell, Global Equity strategist di Wellington Management. "Nonostante le condizioni macroeconomiche e la situazione geopolitica rimangano incerte e instabili, i mercati azionari hanno continuano a performare positivamente grazie ad una maggiore ampiezza dei settori e dei titoli che hanno migliorato i propri utili nel corso dell’anno. Da inizio anno il 69% dei titoli (dati a settembre) dell’S&P500 ha sovraperformanto l’indice", sottolinea il professionista.
Secondo Heiskell, la Cina ha ritrovato un po’ di interesse dopo gli stimoli attuati dal governo nel mese di agosto, è ancora presto per pensare a un cambio di passo ma "guardiamo con attenzione gli sviluppi che ci saranno anche da un punto di vista economico e di consumi. Inoltre, i dati macroeconomici continuano a inviare molti messaggi contrastanti sulla salute dell'economia globale, questo potrebbe aprire a maggiori opportunità legate si fondamentali delle aziende e a scelte basate su una minor sincronizzazione dei cicli economici nelle varie aree geografiche", prosegue.
Come noto, nell'ultimo decennio i rendimenti azionari globali sono stati dominati dagli Stati Uniti e in particolare dalle mega-cap tech stocks, "crediamo che questo scenario si possa evolvere nei prossimi anni", chiosa.