Zancanaro (Banca Aletti): "Capaci di cogliere i bisogni del cliente"

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La novità è che a breve diventerà il polo dedicato al private banking della nuova terza banca italiana, Banco Bpm, nata dalla fusione di Banco Popolare e Banco Popolare di Milano. “Da questo nuovo importante posizionamento, prenderanno vita le attività di consolidamento di un brand storico del private banking italiano”, dice Maurizio Zancanaro, amministratore delegato di Banca Aletti. Un business che si rinnova, nonostante l’approccio fedele alla linea: “in un contesto sempre più complesso e difficile da interpretare, si conferma per il cliente private l’importanza del supporto di un consulente qualificato in grado di comprendere le sue reali esigenze e di sviluppare un progetto d’investimento a medio termine da monitorare con continuità”, aggiunge l’AD.

Con un patrimonio gestito pari a 33,8 miliardi di euro (al 30 settembre 2016) al momento la rete di Banca Aletti è composta da 33 unit che operano sull’intero territorio nazionale, organizzate in 9 aree, con un organico di circa 200 private banker. “I private banker sono una squadra di professionisti di alto profilo, con un solido background che, grazie anche ad una formazione continuativa fanno dell’approccio multidisciplinare la propria caratteristica distintiva, ampliando l’attività di asset allocation verso ambiti di tipo patrimoniale non strettamente finanziari. Non ultime le competenze in area relazionale, fondamentali per sviluppare le capacità di cogliere i bisogni del cliente, soprattutto in un contesto come quello attuale”. Insomma, secondo Zancaro”il private banker deve percepire la psicologia e lo stile di vita del suo cliente, coglierne i bisogni nascosti e saperli indirizzare allo specialista di riferimento”.

D’altronde il business di Banca Aletti è focalizzato sulla “consulenza integrata relativa al patrimonio complessivo della clientela e alle sue strette interrelazioni con le dinamiche familiari e delle attività imprenditoriali o professionali. La soglia indicativa di accesso al private banking è di 1 milione di euro, tuttavia nella strategia di Banca Aletti è fondamentale la valutazione prospettica dell’evoluzione patrimoniale del cliente, con riferimento alle prospettive di crescita in termini reddituali e di patrimonio. Godiamo inoltre della fiducia di numerosi ed importanti clienti istituzionali e corporate, che hanno avuto modo di apprezzare il livello qualitativo dei nostri servizi di investimento ed il nostro approccio, orientato in primis alla protezione del patrimonio”.

Il modello di distribuzione

In merito alla distribuzione la banca privata adotta da anni il modello di architettura aperta, utilizzando prodotti propri ma anche terzi. “Il modello poggia su due pilastri fondamentali: diversificazione, nell’accezione più ampia del termine, e ricerca delle migliori competenze e specializzazioni a livello globale”. Prodotti che come mattoncini, servono a costruire il portafoglio dei clienti. “Banca Aletti declina la view strategica di mercato in portafogli modello, espressi in termini di asset class e differenziati per profilo di rischio, attraverso un modello quantitativo proprietario alimentato da un imponente set informativo di dati di mercato e analisi e previsioni interne”, dice Zancaro.

“La traduzione in specifici strumenti di investimento dipende dalla conoscenza delle caratteristiche ed esigenze del singolo investitore ed è pertanto demandata al private banker, che si avvale del supporto specialistico della struttura centrale con analisi continuative ed approfondite delle soluzioni disponibili. Lo screening di indicatori quantitativi di rendimento e rischio è solo il punto di partenza di un processo di monitoraggio e revisione delle scelte di investimento che si basa su uno scambio di informazioni e confronti con gli asset manager, in modo da assicurare costante allineamento sulle strategie di investimento applicate e la loro coerenza rispetto alla view della banca”.

(Articolo tratto dal numero 12 di Funds People Italia, IV Trimestre 2016).