21Shares: il ‘cripto winter’ è finito. 2023 in ripresa per le criptovalute

Massimo Siano (21Shares), foto ceduta

Il 2022 è stato un anno difficile per la quasi totalità delle asset class e le criptovalute non hanno fatto eccezione. Ma con l’inizio del 2023 le cose sono cambiate, con il ritorno di una fase favorevole per questo tipo di investimenti. “Siamo in prossimità del giro di boa dell’anno e possiamo fare un primo bilancio: i primi mesi del 2023 sono stati i mesi delle cripto”, afferma Massimo Siano, managing director e head of Southern Europe di 21Shares, in un incontro con la stampa ieri a Milano. “Il contesto di mercato resta incerto, alcuni asset stanno facendo bene, altri meno. Ma le cripto stanno generando performance positive. E chi in questi mesi le ha utilizzate per diversificare i portafogli ha ottenuto dei benefici abbastanza importanti. Il cripto winter è finito”, dice Siano.

Numeri alla mano 21Shares è il più grande emittente in Europa di ETP sulle cripto. Il mercato vale complessivamente 3,2 miliardi di dollari statunitensi (dati Bloomberg al 25 maggio 2023), di cui 1,2 miliardi sono gestiti dagli oltre 30 ETP che investono in Bitcoin, Ethereum e le altre principali valute digitali del provider con casa madre a Zurigo.  

Con l’arrivo del 2023 la flessione prolungata delle quotazioni di queste attività lungo tutto il 2022, che è stata definita dagli analisti critpo winter,sembra essersi interrotta. Le cripto si lasciano alle spalle un periodo nero per gli impatti della pandemia, del conflitto russo-ucraino e dell’aumento dei tassi a cui si aggiungono eventi negativi interni al settore come il crollo del UST di Terra (Luna) e la bancarotta di FTX, che ha fatto perdere ai clienti miliardi di dollari. “Il caso FTX non intacca il valore in sé dell’asset class. Si tratta di un fallimento aziendale come ne possono accadere in tutti settori”, precisa Siano. “Noi come azienda non siamo stati toccati direttamente dalle débâcle di Luna e di FTX. Abbiamo dovuto affrontare dei rimborsi, ma i nostri ETP si sono dimostrati liquidi e i clienti hanno potuto continuare ad effettuare operazioni di rimborso in giornata, cosa che per esempio non hanno potuto fare tramite alcuni exchange online”, spiega.  

I numeri della ripresa

Da inizio anno il segmento degli ETP sulle cripto ha attratto flussi per 110 milioni di dollari. Ad oggi, è composto da 11 emittenti attivi, con oltre 350 prodotti quotati su varie piattaforme di scambio. Come accade sul mercato del trading fisico, l’asset in cui si concentra la maggior parte dell’AuM è il Bitcoin, al quale sono dedicati 13 ETP, che raccolgono complessivamente 1,65 miliardi di dollari. Seguono l’Ethereum, con 10 ETP e 580 milioni di dollari di AuM, i basket – ovvero quegli ETP che sono esposti a più di una singola criptovaluta – con 16 ETP e 276 milioni di dollari di AuM, e le ALT Coin, con 54 ETP e circa 67 milioni di AuM. Per quanto riguarda i flussi in entrata citati in precedenza, il Bitcoin è sempre in testa alla classifica, avendo attratto il 58% dei 110 milioni totali. Seguono le ALT coin con il 27%, Ethereum con il 10% e i basket con il 6%.

“I trend descritti sopra sono confermati anche dal range di prodotti di 21Shares, avendo lanciato sul mercato più di 30 ETP, che ad oggi è la gamma più ampia in assoluto”, spiega Alessandro Mondio, Capital Markets Associate di 21Shares. “Infatti, anche per 21Shares, il Bitcoin è stato l’asset che, singolarmente, ha attratto più flussi, pari a 12 milioni di dollari, rispetto a ogni altra valuta digitale da inizio anno. Questo rende il 21Shares Bitcoin ETP il prodotto che ha registrato il secondo più grande afflusso del segmento degli ETP su cripto. Ovviamente, questo ha portato a conseguenze positive anche i termini di performance, con l’ABTC che ha registrato un +57,7% YTD, piazzandosi secondo nella top 5 ETP di 21Shares per performance mentre il primo posto lo ha conquistato il 21Shares Solana ETP (+99,63%)”, conclude.

Interesse dal private banking

“Siamo di fronte ad una rivoluzione della stessa portata di quella dell’invenzione della stampa, di internet e degli smartphone e che porterà alla nascita del web 3.0. Ma non tutti sembrano aver capito la portata disruptive delle cripto”, dice Siano. “La maggior parte dei nostri clienti provengono dal private banking e dal mondo retail che si sta dimostrando molto sensibile al tema”, continua. “I grandi investitori istituzionali italiani e i fondi pensione, che dovrebbero avere una visione di lungo periodo ed essere i primi ad investire su questi stocks, sono in ritardo. Ma non mi soprende perché a suo tempo non compresero il potenziale di internet e di aziende come Amazon o Google, per poi comprarle solo in secondo momento a prezzi decisamente più elevati”, conclude.