Scope Ratings ha analizzato le pubblicazioni UN PRI di 42 grandi case di gestione per individuare chi ha integrato maggiormente i principi ESG. Ecco chi ha ottenuto i migliori punteggi.
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Nel suo ultimo studio, l'agenzia di rating europea Scope Ratings ha analizzato quali asset manager si distinguono in termini di sostenibilità. A tal fine, ha valutato le pubblicazioni sui Principi per l’Investimento Responsabile dell’ONU (UN PRI) e altri materiali in cui i gestori di fondi divulgano informazioni sui loro sforzi di sostenibilità. In totale, lo studio ha analizzato le informazioni di 30 grandi asset manager internazionali e di 12 grandi società tedesche, che insieme gestiscono quasi 44 trilioni di euro.
Lo studio, condotto da Said Yakhloufi, Group managing director di Scope Ratings, ha preso in considerazione un totale di 58 aree tematiche, che coprono i processi di investimento e la corporate governance, nonché gli sforzi del management per incoraggiare le società in cui investono ad agire in modo più sostenibile. In base all'entità degli sforzi ESG, Scope ha assegnato un punteggio in base al numero di aspetti sostenibili presi in considerazione dagli asset manager. L'analisi non si concentra sui singoli fondi, ma sulle imprese nel loro complesso. Mostra in che misura la sostenibilità ha permeato le aziende.
Per determinare la misura in cui i gestori patrimoniali tengono conto dei problemi di sostenibilità, l'agenzia di rating ha attinto alle informazioni pubblicamente disponibili. I PRI delle Nazioni Unite sono stati una base essenziale per la sua analisi. I gestori patrimoniali che hanno aderito ai PRI sono tenuti a riferire annualmente sulle loro attività di investimento responsabile. "Più di 1.500 gestori patrimoniali in tutto il mondo hanno aderito a questa iniziativa, rendendo i rapporti annuali una fonte di informazioni dettagliate e di alta qualità", affermano.
Metodologia
Per condurre il suo studio, Scope ha assegnato dei punti in base alle risposte alle domande poste nei rapporti. Più le iniziative di sostenibilità sono state comunicate in modo chiaro e amplio, più punti sono stati assegnati. Gli analisti si sono concentrati sulle domande più rilevanti per questa valutazione. Tra queste: come utilizzate tipicamente le informazioni ESG come parte del vostro processo di investimento? Quale percentuale del vostro portafoglio azionario gestito attivamente viene sottoposta a ricerche ESG approfondite come parte della vostra strategia di screening ESG? Monitorate e rivedete i risultati del vostro impegno?
Per determinare in che misura la sostenibilità svolge un ruolo nel processo di investimento e nella governance aziendale, sono state valutate le risposte a 43 domande. Per stimare la misura in cui le aziende partecipate sono influenzate ad aumentare la loro sostenibilità (impegno), sono state poste 15 domande. Inoltre, gli analisti dell'agenzia hanno analizzato i siti web, le brochure e altri materiali dei gestori di fondi. Specialmenre, se le domande contenute nei report UN PRI non trovano risposta.
"In questo modo, ci siamo assicurati che tutte le questioni rilevanti fossero prese in considerazione nel modo più completo possibile. Se le informazioni fornite dai gestori di fondi indicavano che gli sforzi ESG erano estesi in un determinato segmento, abbiamo assegnato due punti. Se sono stati compiuti sforzi ESG di base, abbiamo assegnato un punto. Se gli approcci ESG erano inesistenti in un'area o insufficienti, l'azienda non riceveva alcun punto”, dice Yakhloufi. Sulla base di questa ampia raccolta di dati, hanno stilato una classifica.
Gli asset manager con i migliori punteggi
In totale, era possibile ottenere un massimo di 116 punti. Il top performer è stato Federated Hermes con 101 punti. La casa di gestione di fondi statunitense ha ottenuto i punteggi più alti nella maggior parte delle 58 aree tematiche. Candriam è arrivata secondo, ottenendo anch’essa un punteggio elevato (99 punti). Neuberger Berman è terza con 90. Seguono Robeco (89), HSBC Global AM (87), AllianceBernstein (86), AXA IM (86), Amundi (83), Union Investment (82) e Franklin Templeton (71).
"Nessun gestore di fondi riesce a ottenere un'integrazione ESG impeccabile. I requisiti per dimostrare un impegno globale di sostenibilità in così tante aree sono semplicemente troppo impegnativi. Tuttavia, alcune grandi aziende sono sulla strada giusta. Stanno dimostrando di essere in grado di tenere il passo con i crescenti requisiti per gli investimenti sostenibili e di essere molto avanti nell'integrazione ESG", concludono.