Abbiate fiducia nella rivoluzione indiana

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Varshesh Joshi, Unsplash, Creative Commons Zero

Il 1° luglio 2017 passerà alla storia come la data che ha sancito il passaggio da un sistema federale a un mercato unico per l’India. A rendere possibile quella che molti non hanno esitato a definire una rivoluzione per il sistema finanziario del Paese è stata l’implementazione della Goods and Services Tax (GST), una sorta di Iva nazionale che ha soppiantato 17 imposte federali e unificato i 29 Stati che compongono l’India. Fiore all’occhiello del programma di modernizzazione e riforme varato dal premier Narendra Modi, la GST semplifica il complesso sistema di tasse regionali vigenti dal 1947, anno dell’indipendenza del Paese.

Prima della sua entrata in vigore, infatti, ogni qual volta le imprese del Paese intendevano vendere beni e servizi attraverso i confini dei suoi Stati erano sottoposte al pagamento di tasse, un meccanismo che, oltre a fomentare l’evasione, ha portato nel tempo i costi di logistica indiani a raggiungere i livelli più alti al mondo (13-14% del PIL rispetto alla media del 9-10% in Brasile, Russia e Cina e del 7-8% nei Paesi sviluppati). La GST non solo ridurrà questi ultimi ma cambierà anche i livelli di tassazione di beni e servizi per i consumatori del Paese (che andranno da quelli esenti dalla GST – come i generi alimentari di base e le parcelle sanitarie – alla fascia più alta che vede un tasso ‘flat’ del 28% sull’elettronica di consumo e i biglietti del cinema). Le aziende saranno obbligate a registrare elettronicamente le tasse versate e ciò porterà inevitabilmente a una minore evasione fiscale.

Nonostante le difficoltà iniziali derivanti dalla recente implementazione della GST, da Jupiter AM si dicono particolarmente fiduciosi degli impatti positivi che questa avrà nel medio-lungo periodo sull’India. Secondo Avinash Vazirani, fund manager dell’emerging markets team dell’entità, “il Paese potrà ottenere una crescita del PIL fino al 2% grazie alle entrate fiscali e la GST aiuterà a combattere l’inflazione, poiché una logistica dai costi più contenuti e una minore dispersione fiscale nel sistema dovrebbero tradursi col passare del tempo in minori costi per il consumatore”.

Il gestore riconosce che quello della riforma è un territorio inesplorato e che si potrebbe assistere a un rallentamento temporaneo fino a quando i consumatori si adatteranno ai nuovi prezzi. Tuttavia, precisa anche che prima dell’entrata in vigore della GST i consumi sono stati sostenuti perché i negozi hanno dovuto smaltire le merci ancora interessate dalla precedente tassazione, “creando una spinta economica fuori dall’ordinario che potrebbe in qualche modo compensare un eventuale successivo rallentamento”. Il banco di prova, per Vazirani, sarà settembre: “L’inizio del periodo festivo in India costituirà un buon parametro per misurare la reazione dei consumatori e ci aspettiamo di vedere vendite consistenti”, afferma.

Chi vince e chi perde?

Il gestore sostiene che ad essere agevolate saranno in primis le imprese che si stanno già adeguando alle nuove norme fiscali e prevede uno spostamento del flusso di business dalle società che operavano nell’area ‘non ufficiale’ a quelle virtuose. “Per molte aziende”, continua, “l’introduzione della GST rende possibile una riduzione netta delle tasse da pagare, come nel caso delle società del settore dei beni alimentari di base e delle aziende produttrici di smartphone e di automobili di lusso. In altri casi, la GST comporterà un aumento della tassazione complessiva in settori quali l’elettronica di consumo e quello dei prodotti per la cura del corpo”.

Per l’esperto, tuttavia, è troppo semplicistico considerare come vincitori quei settori che vedranno una riduzione delle tasse e come perdenti quelli che pagheranno di più. “La legislazione indiana contempla, ad esempio, norme di contrasto alla speculazione che prevedono che siano anche i consumatori a beneficiare della riduzione delle tasse delle aziende, e al tempo stesso c’è anche tutta una serie di aziende ben gestite con brand solidi che secondo noi continueranno a crescere ed aumentare i propri profitti anche se dovranno affrontare un conto fiscale più salato di prima”, chiarisce.

I fondi azionari India con Marchio Funds People

Fondo Categoria Morningstar Società di gestione Rend. % (in Euro)
MS INVF Indian Equity (C) EAA Fund India Equity Morgan Stanley IM 19,63
JPM India Fund (B) EAA Fund India Equity JPMorgan AM 16,64
Schroder ISF Indian Equity (C) EAA Fund India Equity Schroders 15,76
Stewart Investors Indian Sbctnt (C) EAA Fund India Equity First State  8,52
PineBridge India Equity (C) EAA Fund India Equity PineBridge 8,52

Fonte Dati: Morningstar Direct al 31/07/2017  * B: prodotti con rating Blockbuster *C: prodotti con rating Consistente