Durante il 2015 il gruppo ha visto scendere in parte gli asset a causa della crisi dei mercati emergenti, su cui il gruppo è molto esposto. Ora ha un piano strategico volto a diversificare l’allocazione di asset. Parla Laura Nateri, country head Italy.
Il 2015 per l’asset manager britannico Aberdeen è stato un anno particolare, grazie anche al consolidamento dell’acquisizione della scozzese del gestito Scottish Widows. Il gruppo ha visto scendere in parte gli asset a causa della crisi dei mercati emergenti, su cui il gruppo è molto esposto. Ora ha un piano strategico volto a diversificare l’allocazione di asset. Parla Laura Nateri, country head Italy di Aberdeen AM.
Lo scorso anno è stato un anno particolare per voi. Come si sta ridisegnando la vostra offerta?
Il 2015 per Aberdeen è stato un anno di grande cambiamento dovuto al consolidamento di un'importante acquisizione, quella di Scottish Widows e di altre operazioni minori in campo alternative come Flag e Arden. L’acquisizione di Scottish Widows in particolare sta facendo cambiare pelle alla nostra società, creando le condizioni per rafforzarci molto in settori come il multi-asset, l’alternative e il private equity.
Una nuova strategia, quindi.
Sì. Un piano strategico di espansione volto a diversificare la nostra allocazione di asset, che adesso è rappresentata per circa il 40% da investment solutions, in cui viene anche ricompreso il business enhanced index a servizio del multiasset.
E in relazione alle voci che si rincorrono su un vostro potenziale interesse a entrare nel mercato degli ETF, cosa si sente di dire?
Per quanto concerne l’interesse a entrare nel business degli Etf, Martin Gilbert, amministratore delegato di Aberdeen AM, ha di recente confermato che non stiamo guardando ad acquisizioni in un’area che presenta margini veramente ridotti. Rimaniamo comunque coerenti alla nostra filosofia di investimento bottom-up, basata sulla qualità e sui fondamentali delle società in cui investiamo con un approccio attento alla corporate governance e di lungo termine.
Il mercati emergenti, quindi, restano nel vostro focus?
Assolutamente sì. I mercati emergenti restano sempre nel nostro focus, e riteniamo che negli ultimi anni siano stati oggetto di una vendita indiscriminata che ha di fatto aperto molte opportunità di investimento, che noi stiamo continuando a guardare e accumulare.