AIFI: nei primi sei mesi 2021 boom di raccolta nel private debt

Christine, Unsplash

Triplica la raccolta del private debt in Italia nel primo semestre del 2021. Flussi per 642 milioni di euro, contro i 209 milioni dei primi sei mesi 2020 (+207%) in arrivo principalmente da privati/asset manager (nel 32% dei casi), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (26%) e dalle banche (13%). Si tratta del dato più alto mai registrato in un singolo semestre. Non solo: guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato l’86% del totale. I numeri arrivano dall’osservatorio dell’Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt (AIFI) in collaborazione con Deloitte. Per la prima volta la raccolta dei dati è stata effettuata su una nuova piattaforma online in cui sono stati analizzati gli investimenti (in termini di ammontare, geografici e di aziende target); i rimborsi e (novità) l’attività di soggetti italiani attivi nel settore del distressed debt (debiti in sofferenza). La metodologia utilizzata nella raccolta dei dati è uniformata a quella per il settore del private equity, che è in linea con quella internazionale.

“I dati del primo semestre dell’anno sono incoraggianti e dimostrano la necessità in Italia di operatori che investano sul debito”, ha dichiarato il presidente di AIFI, Innocenzo Cipolletta. “Il taglio medio e la tipologia di imprese su cui il private debt si concentra sottolineano che il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è sano ma ha bisogno di investitori che supportino le aziende a realizzare i propri progetti di crescita e internazionalizzazione”.

INVESTIMENTI, +74% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO 2020

La raccolta del private debt si è tradotta in investimenti per 769 milioni, un risultato superiore di 74 punti percentuali rispetto a quello ottenuto tra gennaio e giugno 2020, mentre superano ampiamente il doppio le sottoscrizioni, che arrivano a quota 356 (+139%). Escludendo le piattaforme di lending, precisa una nota, “i soggetti domestici hanno realizzato il 91% del numero di operazioni, mentre il 67% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali”. I finanziamenti hanno riguardato il 53% delle operazioni, il restante 47% è rappresentato da sottoscrizioni di obbligazioni. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni: la durata media è di sei anni (al netto delle piattaforme); mentre il 92% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro; e il tasso d’interesse medio è stato pari al 4,6 per cento (nel 1° semestre 2020 era del 3%).

LA GEOGRAFIA DEGLI INVESTIMENTI E AZIENDE TARGET

La Lombardia si conferma la prima Regione per totale di operazioni (il 28%), seguita dalla Campania (11%). Le società attive nel settore dei beni e dei servizi industriali si aggiudicano il 40% degli investimenti, segue il settore dei servizi per il consumo e ICT, entrambi rispettivamente con il 13 per cento. A livello di dimensione delle aziende target, l’88% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 addetti.

I nuovi record non sono stati infranti soltanto nel totale della raccolta. Anche i rimborsi segnano il dato più alto mai registrato in un singolo semestre. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, sono 134 le società che hanno effettuato rimborsi (62 nello stesso periodo 2020), per un ammontare di 204 milioni (+66%). Il report specifica che il 79% dei rimborsi ha seguito il piano di ammortamento.

Fonte: AIFI in collaborazione con Deloitte

IL MERCATO DEL DISTRESSED DEBT  

Come anticipato, l’osservatorio ha analizzato per la prima volta l’attività di 12 soggetti attivi nel mercato italiano del distressed debt. Emerge come, a partire dal 2018, questi operatori abbiano investito 2,3 miliardi in 15 pacchetti relativi a oltre 5 mila società, e 4,2 miliardi in circa 80 singole società. Con riferimento a queste ultime, i principali settori di attività sono quello dei beni e servizi industriali e dei trasporti/shipping (entrambe con un peso del 19% sul numero totale), il numero medio di dipendenti è pari a 178 e il fatturato medio si attesta a 57 milioni. Nel solo primo semestre del 2021 sono stati investiti circa 770 milioni di euro, di cui oltre 400 in operazioni single name.