La casa prodotto inglese, arrivata in Italia nel giugno 2016, presenta il resoconto della crescita nel mercato domestico molto più rosea rispetto alle aspettative. Soprattutto nel retail.
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Nel giugno 2016 è sbarcata in Italia con l’obiettivo di sviluppare il business nel Belpaese: il primo piano di crescita prevedeva lo sviluppo del canale wholesale, quindi fund selector, fund buyer e private banking. “La nostra idea è stata quella di sviluppare prima questo segmento di mercato, proprio per le specificità dei nostri prodotti”, spiega Andrea Boggio, country head di Jupiter AM, facendo un bilancio del primo anno di attività. “La vera sorpresa è stata l’avvio dell’attività retail”. La società, grazie ad importanti accordi di collocamento su piattaforme assicurative Unit-Linked, è riuscita a sviluppare il business sulle reti sottostanti e farsi conoscere nel mercato italiano. “È stato un traguardo molto importante che ci ha permesso di ingrandire anche il team italiano”, spiega Boggio.
Dal lato istituzionale, la società non ha ancora mandati di gestione in Italia, anche se bisogna ricordare che sul mercato inglese è una delle società di riferimento per questa tipologia di risparmio, tuttavia ha già clienti istituzionali investiti nelle strategie. “L’obiettivo per quest’anno è di poter consolidare i rapporti con le reti che abbiamo instaurato in modo da creare reciproca fiducia”, spiega Boggio.
I prodotti di Jupiter AM che sono stati più apprezzati dal mercato italiano sono quelli con strategie flessibili e convertibili; in aggiunta, un’altra asset class che Jupiter predilige quest’anno è quella dei liquid alternative (long/short equity) per rispondere ad un eventuale aumento della volatilità nel mercato.
Due fondi con marchio Funds People
Tra i fondi che vantano il marchio Funds People troviamo il Jupiter Dynamic Bond e il Jupiter Global Convertibles. Il primo è un fondo obbligazionario flessibile con triplo rating ABC Funds People (Preferiti dagli Analisti-Blockbuster-Consistente), capace di rispondere a questo contesto di mercato in cui i rendimenti dei titoli a reddito fisso sono molto bassi. “Il comparto ha la capacità di "cambiare pelle" di settimana in settimana in modo da ricercare le migliori opportunità geografiche, settoriali e valutarie”, commenta il country head. Il prodotto investe selezionando le migliori opportunità d’investimento in titoli high yield, investment grade, titoli di Stato, obbligazioni convertibili e altre obbligazioni. Il gestore fa uso anche di strumenti derivati ai fini di una gestione efficiente del portafoglio e copertura valutaria. Al 31 dicembre 2017, il portafoglio è investito soprattutto in strumenti a reddito fisso con scadenze comprese tra i cinque e i dieci anni con un’elevata qualità del credito. Le aree d’investimento preferite sono gli Stati Uniti d’America e l’Australia.
Il Jupiter Global Convertibles invece, con rating Consistente Funds People, ricerca una crescita del capitale nel lungo periodo attraverso l’investimento in un portafoglio diversificato di titoli convertible. La selezione dei titoli avviene attraverso un approccio bottom-up, senza scommesse macro o vincoli di benchmark di mercato: “La particolarità della nostra strategia si basa su un approccio unconstrained, svincolata da bias di ogni genere”, spiega il country head. “Questo permette al gestore di non avere vincoli e andare a scegliere i titoli più interessanti”. Grazie a questa metodologia di selezione, il fondo ha un tasso di default del portafoglio dello 0% dal lancio.
“Un’altra caratteristica interessante è la prudenza del nostro fondo: le convertibili possono essere viste come un mondo equity depotenziato o un mondo fixed income evoluto, la nostra visione è la seconda (il delta medio del fondo si attesta in genere tra il 40% e il 50%”. Quindi prima di tutto è un fondo bond-oriented, che può offrire delle opportunità di guadagno addizionale. Il fondo, sebbene sia prudente rispetto alla media di mercato, ha avuto nel 2017 delle ottime performance, pari al 7,2%. Il gestore non ricerca ossessivamente il delta ma, anzi, il vega per fronteggiare eventuali scossoni di mercato.