Abbiamo parlato con alcuni asset manager che sono stati pionieri nell'applicazione dei criteri SRI all'interno dei processi di investimento per capire su cosa si basa la loro ricerca proprietaria.
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Il mondo sta diventando sempre più sostenibile e le società di gestione internazionali stanno partecipando attivamente a questa evoluzione. È ormai appurato che gli investimenti SRI tendono a sovraperformare il mercato e che questo stia attirando un maggior numero di investitori, ma quali sono gli approcci adottati dagli asset manager internazionali? Come vengono applicati i criteri ESG nei loro processi di investimento? Ne abbiamo parlato con alcune società che si definiscono pionieri nelle analisi di sostenibilità.
“L’applicazione di temi ESG nell’asset management si fonda su due pilastri essenziali: sull’integrazione dei criteri ESG nelle analisi e nella ricerca e sull’engagement, cioè il dialogo diretto e costruttivo con le aziende”, afferma Alessandro Fonzi, CFA, country head Italy e deputy head Institutional Sales International di Degroof Petercam AM.
L’approccio comune adottato da tutte le società intervistate segue tre linee guida: l’esclusione, cioè evitare determinate aziende che minano i criteri di sostenibilità (come tabacco, armi non convenzionali, il carbonio…), best in class, che consiste nell’acquistare quelle aziende con score ESG più elevati, e infine le best effort che permette di individuare le imprese che quotidianamente si impegnano in ambito ambientale, sociale e di governance.
“Abbiamo lanciato il primo fondo di investimento sostenibile nel 2001 e possiamo dire che ciò che fa la differenza è un approccio positivo – aggiunge Fonzi – perché con la semplice esclusione non si può sovraperformare, ma occorre fare qualcosa di più. Solo tramite un approccio di best in class e di best effort si possono ottenere risultati migliori. Per fare ciò però bisogna disporre di una ricerca interna che si occupi per esempio di identificare quelle società di minori dimensioni, di solito non coperte da società fornitrici di rating ESG, che rispondono comunque positivamente ai criteri di sostenibilità, oppure società che attraverso i loro prodotti e servizi riescono ad affrontare e a risolvere problematiche ESG di lungo termine. La nostra filosofia di investimento SRI a monte per ciascuna strategia è sempre la stessa, a prescindere dallo stile di gestione e delle asset class usate, ma la qualità dell’investimento è alla base di tutto”.
Matthieu David, head of Italian Branch di CANDRIAM ricorda: “la nostra azienda è attiva nell’approccio sostenibile e responsabile agli investimenti da più di 20 anni ed ha sviluppato un’expertise a 360 gradi. Dal 1º gennaio 2019 CANDRIAM ha deciso inoltre di escludere da tutti i suoi portafogli – non solo quelli sostenibili, quindi – tre attività controverse: tabacco, armi non convenzionali e carbone termico. A ciò si aggiunge l’approccio best-in-class che ci contraddistingue e che implementiamo grazie alla nostra analisi proprietaria. Ci consente di valutare, settore per settore, se il modello di business di ciascuna azienda è allineato con i principali trend di sostenibilità: l’esaurimento delle risorse, i cambiamenti demografici, l’interconnettività, il cambiamento climatico, la salute ed il benessere, le economie in via di sviluppo. Valutiamo inoltre la qualità delle relazioni che le aziende intrattengono con i propri stakeholder: clienti, fornitori, investitori, dipendenti, ambiente e comunità. Una volta fatta questa valutazione possiamo stabilire quali sono le società più virtuose e camminare mano nella mano con quelle che, pur non essendolo così tanto ad oggi, hanno tuttavia le potenzialità per ambire ad esserlo un domani. Accordiamo infine un’importanza particolare alla qualità della reportistica extra-finanziaria che produciamo sulle nostre strategie d’investimento SRI. E’ infatti primordiale consentire ai risparmiatori di percepire quale beneficio concreto il loro investimento abbia portato in relazione ad alcuni indicatori d’impatto”.
Allianz GI usa tre approcci ESG perché ciascuno risponde a tre domande diverse da parte della clientela, che portano come risultato ad un approccio ESG integrated, SRI e Impact. “Quello che stiamo vedendo è che l’analisi esg diventa parte integrante dell’analisi di portafoglio. Le analisi esg sono sempre state messe a disposizione dei nostri gestori, da più di dieci anni, ciò che è cambiato oggi è che se un portfolio manager vuole inserire una posizione che presenta un basso score esg, allora deve giustificare l’acquisto ed essere cosciente che si sta assumendo un rischio esg . Per quanto riguarda la nostra metodologia sri, sviluppata internamente dal 2002, tiene conto delle best in class e best effort, e viene applicata in maniera trasversale sia in termini geografici che di asset class. Infine ci sono i nostri investimenti che intendono anche generare un impatto ambientale e sociale positivo, come Allianz Green Bond, e crediamo che in futuro questo comparto sarà tra i più interessanti”, spiega Isabel Reuss, head of SRI Research di AllianzGI.
Michele Quinto co-branch manager e retail sales director Franklin Templeton in Italia dichiara che“ i fattori esg vengono inseriti come complemento alla ricerca fondamentale e vengono integrati in tutti i processi di investimento, in quanto sono funzionali al rischio di lungo periodo e le performance possono esserne collegate. Ciò che ci distingue è aver sviluppato una metodologia proprietaria, il Templeton Global Macro ESG Index, per valutare gli Stati sovrani da un punto di vista esg , attraverso un indicatore quantitativo, che prende in considerazione 13 sottoindici con la seguente ponderazione: 40% governance, 40% fattori sociali e 20% fattori ambientali. L’indicatore è costruito su 50 Paesi diversi e le valutazioni sono di tipo prospettico, per questo diventa rilevante per gli investimenti. I fattori ESG fungono quindi da strumento aggiuntivo da usare per formulare decisioni d’investimento basate su considerazioni finanziarie. Si tratta di un indice dinamico, che viene rivisto periodicamente ed è quindi in grado di dare dei segnali”.