Arcmont AM punta sull’Italia. Obiettivo: consolidare il posizionamento di leader nel segmento istituzionale

Armando-Piccinno-News
Armando Piccinno, immagine concessa (Arcmont AM)

Un mercato chiave dall’elevato potenziale di crescita. Arcmont, uno dei maggiori investitori di debito privato in Europa, punta sull’Italia, che ricopre un ruolo determinante nei piani di sviluppo dell'azienda. “Abbiamo iniziato a investire attivamente nella regione nel 2018. Siamo stati uno dei primi grandi operatori di credito privato internazionali a cogliere opportunità nel mercato italiano”, rivela Armando Piccinno, head of Italy – Business development della società in un’intervista a FundsPeople. “Oggi Arcmont è una delle controparti più credibili e affidabili in grado di sottoscrivere una vasta gamma di transazioni sia per dimensioni sia per complessità in tutta la struttura del capitale”, spiega. “Siamo infatti uno dei più grandi e attivi operatori di direct lending in Italia, avendo impegnato fino ad oggi circa 1,3 miliardi di euro in nove transazioni”, sottolinea.

In virtù di questo impegno della società nei confronti dell’Italia, nel 2021 Arcmont ha ulteriormente rafforzato la sua presenza, aprendo un ufficio a Milano. A coordinare la funzione di investimento vi è Vanni Mario Zanchi, membro del team di investimento paneuropeo di 40 persone di Arcmont. “Abbiamo una base molto solida di investitori istituzionali, in particolare compagnie assicurative ed enti previdenziali che cercano fonti di income stabili, prevedibili e robuste da società di gestione con track record di successo, team di investimento stabili e una forte specializzazione del credito”, spiega. “Queste caratteristiche corrispondono pienamente alla nostra offerta e ben rappresentano le nostre competenze chiave”, continua. “La presenza locale a Milano ci permette anche di lavorare in partnership con primari investitori istituzionali italiani e principali stakeholder acquisendo una forte comprensione delle esigenze locali dei nostri clienti, dai modelli di governance ai requisiti normativi e di reporting”, evidenzia.

“Per quanto storicamente banco-centrico dal punto di vista creditizio, il mercato italiano si caratterizza per uno spostamento strutturale verso il credito privato”, dice Piccinno. “Stiamo beneficiando in modo competitivo di aver stabilito una presenza nel Paese ben prima di altri operatori”, dice Piccinno. “Dal punto di vista della raccolta di capitali, la costituzione di una filiale, che è soggetta a regolamentazione di CONSOB e della Banca d'Italia, è un passo importante per servire al meglio i nostri investitori attuali e potenziali”, sottolinea. “Puntiamo a consolidare ulteriormente il nostro posizionamento di leader di mercato nel segmento istituzionale diventando il partner di riferimento per le strategie di direct lending/capital solutions e supportando i principali wealth managers con soluzioni dedicate al private debt”, dice.

Expertise lungo l’intero spettro del Private Debt

Arcmont AM, che è stata recentemente acquisita da Nuveen, è stata fondata nel 2011.  Dalla nascita ha raccolto oltre 24 miliardi di euro di capitale e ha impegnato oltre 22,5 miliardi di euro in oltre 280 transazioni in tutta Europa. Vanta una presenza paneuropea con uffici (oltre a Milano) a Londra, Parigi, Madrid, Monaco e Stoccolma. “Puntiamo a fornire soluzioni di capitale flessibili e creative ai nostri partner, cercando al contempo di offrire agli investitori rendimenti ponderati per il rischio attraenti”, dichiara Piccinno. “Le nostre strategie di investimento si muovono lungo lo spettro del Private Debt e ci consentono di offrire un'ampia gamma di soluzioni alle aziende in tutta la struttura del capitale, durante le diverse fasi del ciclo di sviluppo e in mutevoli contesti di mercato”, dice.

Le strategie di Arcmont includono: Senior Lending, Direct Lending e Capital Solutions. Nel primo di questi ambiti la società fornisce prestiti senior, concentrandosi in aree in cui sono significativamente protetti dal valore del business. “Puntiamo a società che hanno modelli di business solidi e che generano flussi di cassa stabili e robusti”, dice Piccinno. Per quanto riguarda il Direct lending il focus è su un portafoglio difensivo e diversificato, costituito principalmente da debito senior, nonché da prestiti unitranche, secondari e subordinati. “Sebbene la maggior parte dei prestiti siano senior secured, siamo anche in grado di detenere equity o warrant in aggiunta a questi prestiti, fornendo un potenziale di rialzo attraverso la partecipazione azionaria in selezionate situazioni”, dice Piccinno. Infine, tramite le Capital Solutions, Arcmont fornisce capitale flessibile ad aziende che stanno attraversando difficoltà economiche o situazioni di dislocazione nei rispettivi mercati. “Questa strategia mira inoltre a cogliere opportunità nei mercati secondari del credito, e a finanziare aziende in contesti sani ma complessi, con l’abilità di investire su più livelli della struttura del capitale, da senior secured a equity, in base alla possibilità di ottenere rendimenti ponderati per il rischio attraenti”, afferma l’head of Italy. Arcmont è anche in prima linea nell'adozione dei criteri ESGda parte del settore del private debt. “Non solo siamo stati tra i primi a adottare i Principi per l'investimento responsabile (PRI) delle Nazioni Unite, essendo membri dal luglio 2013, ma facciamo anche parte del Comitato consultivo sul debito privato del PRI”, rivela Piccinno. “Offriamo inoltre alle aziende in portafoglio dei piani personalizzati di miglioramento (TIP) degli obiettivi ESG, che variano da azienda a azienda e permettono di raggiungere degli obiettivi importanti in ottica ESG”, aggiunge.

Contesto favorevole per il debito privato

Il settore del debito privato in Europa ha registrato un'enorme crescita negli ultimi anni e riteniamo che questa tendenza sia destinata a continuare, in particolare alla luce dei driver di mercato macroeconomici favorevoli”, afferma l’esperto. Il debito privato infatti non è mai stato così attraente come asset class come lo è in questa fase di mercato. Sono cinque secondo l’esperto le ragioni a sostegno di questo trend. “In primo luogo, i volumi delle operazioni rimangono interessanti per i direct lenders”, analizza Piccinno. “Sebbene i volumi di M&A siano leggermente diminuiti rispetto agli ultimi anni, rimangono in linea con i livelli del 2018 e 2019, considerati anni record per il volume delle transazioni; ciò poiché i prestiti bancari e il finanziamento sui mercati pubblici sono stati effettivamente assenti nell'ultimo anno”, spiega. In secondo luogo, secondo l’esperto, il mercato ha visto migliorare il pricing per gli operatori di direct lending, a seguito degli aumenti dei tassi di interesse e dell'ampliamento degli spread. In terzo luogo, le preoccupazioni degli operatori di private equity e delle aziende verso uno scenario recessivo hanno stimolato il ricorso a strutture di capitale più conservative. “Per Arcmont ciò significa che i multipli di leva finanziaria sono diminuiti per le nostre società in portafoglio”, spiega Piccinno. Un quarto elemento chiave è il cambiamento delle dinamiche del mercato prestatore di capitale-azienda finanziata, poiché le fonti tradizionali di capitale sono diventate limitate, con conseguenti condizioni migliori per i prestatori. “Ad esempio, la discussione in merito al ricorso a strutture covenant-lite si è quasi placata nel contesto di mercato attuale”, dice Piccinno. “Infine, con i finanziamenti bancari e i mercati pubblici sostanzialmente chiusi per le imprese, i pochi operatori di direct lending realmente grandi, come Arcmont, sono stati in grado di finanziare le imprese dimensionalmente più grandi, di migliore qualità e gestite da team solidi, migliorando la qualità del nostro portafoglio”, conclude.