Asset alternativi alla riscossa

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Toni Raskolnikov, Flickr, Creative Commons

Il patrimonio gestito dai primi 100 fondi di investimento alternativi ha raggiunto quota 4.000 miliardi di dollari, crescendo del 10% rispetto all’anno scorso. Lo ha rivelato l’indagine Global Alternatives Survey di Willis Towers Watson, condotta su dieci asset class e sette tipologie d’investitori. Sono i gestori real estate a detenere la percentuale più elevata di attività gestite (35%, oltre 1.400 miliardi di dollari), seguiti dai fondi di private equity (18% e 695 miliardi di dollari), fondi hedge (17% e 675 miliardi di dollari, in diminuzione dai 755 miliardi precedenti), fondi di fondi private equity, PEFoFs (18% e 492 miliardi di dollari), credito illiquido (9% e 360 miliardi di dollari, attestandosi come l’asset class con il maggiore incremento), fondi di fondi hedge, FoHFs (6% e 228 miliardi di dollari), infrastrutture (4% e 161 miliardi di dollari) e commodities (1%).

“A causa dell’aumento di capitali e di competitività in alcuni segmenti del credito illiquido, come ad esempio i direct lending, i rendimenti non sempre offrono una adeguata compensazione per l’illiquidità e per il rischio”, ha dichiarato Alessandra Pasquoni, responsabile Willis Towers Watson in Italia. “Allo stesso tempo, abbiamo visto una fuga dei capitali dai fondi hedge a fronte di commissioni elevate, un ‘disallineamento di interessi’ e performance sfavorevoli”.

I dati del sondaggio, relativi a 562 società monitorate, mostrano che, nel complesso, gli asset alternativi totali attualmente gestiti hanno raggiunto quota 6.500 miliardi di dollari. A livello geografico, è il nord America la destinazione favorita per la loro allocazione (54%), seguita dall’Europa (33%), l’Asia-Pacifico (8%) e il resto del mondo (5%).

Focus sui fondi pensione
L’indagine mostra anche che gli asset dei fondi pensione rappresentano un terzo (33%) delle attività gestite dai primi 100 gestori alternativi. Seguono wealth managers (15%), fondi sovrani (5%), fondazioni (2%), banche (2%) e fondi di fondi (2%). La percentuale delle compagnie di assicurazioni, inoltre, è cresciuta dal 10% al 12%. “Sebbene il mondo dei gestori di asset alternativi continui a essere dominato dai fondi pensione, abbiamo visto un crescente interesse da parte di altri gruppi di investitori, quali le compagnie di assicurazione, che cercano le opportunità di catturare alpha generate dalla continua volatilità”, ha aggiunto Pasquoni.  

I fondi pensione gestiti dai 100 gestori di asset alternativi hanno raggiunto 1,6 mila miliardi di dollari e rappresentano il 51% del totale degli AuM. Gli stanziamenti per il credito illiquido sono raddoppiati all’8% in 12 mesi mentre i manager di real estate continuano ad avere la maggior quota delle attività dei fondi pensione con il 41%, seguite da fondi di fondi di private equity (18%), fondi hedge (12%), infrastrutture (8%), credito illiquido (8%) private equity (7%) e fondi di fondi hedge (5%). 

“Nonostante le tensioni a livello macroeconomico e politico, le strategie immobiliari in Europa con orizzonti di lungo periodo (c.d. ‘long lease property’), hanno continuato a ricevere interesse dai fondi pensione a causa del differenziale di rendimento atteso rispetto alle obbligazioni e alle aspettative più alte dell’inflazione. Riteniamo che questa richiesta possa persistere fino a quando i rendimenti obbligazionari rimarranno bassi, rendendo sempre più importante la capacità di attirare asset attraenti in questo settore", ha spiegato Pasquoni. 

"Il private equity ha continuato a prosperare a seguito del periodo di forte distribuzione e con gli investitori alla ricerca di “alfa”, che sta diventando sempre più difficile da raggiungere con l’abbondanza di capitale e con una quantità limitata di deal che contribuiscono all’aumento dei prezzi. Adesso gli investitori devono trovare aree di mercato che non siano così costose o che siano considerate come ‘contrarian’ nella speranza di ottenere risultati positivi”, conclude l'esperta.