Quattro investitori istituzionali su cinque pensano di implementare la propria quota di asset sostenibili nei prossimi due anni, ma la scelta dei settori più promettenti in cui allocare le proprie risorse non è così immediata. È quanto emerge da un recente report di Morgan Stanley, che ha intervistato oltre 900 investitori istituzionali attivi tra Nord America, Europa e Asia Pacifico. Nel complesso l’indagine ha rivelato che a livello globale solo il 3% degli investitori stima un calo delle allocazioni di asset ESG. Quasi il 90% dei portfolio manager intervistati ha indicato come motivazione agli investimenti ESG la richiesta da parte dei clienti, seguita dall’utilizzo dei prodotti ESG come elemento di gestione del rischio. L'indagine ha valutato le principali sfide che gli investitori devono affrontare attualmente per gli investimenti sostenibili, con la disponibilità e la coerenza dei dati ESG che emergono come ostacolo principale all’investimento, citate da oltre il 70% degli intervistati, seguite dalle forti incertezze e fluttuazioni normative al 69% e dal greenwashing al 68 per cento. Individuare i settori più promettenti per l’allocazione delle proprie risorse richiede un attento lavoro di analisi e capacità prospettiche. Secondo il Global Sustainable Investment Review 2023, il settore delle rinnovabili resta al primo posto, ma emergono opportunità anche nell’agribusiness e nella gestione delle risorse idriche. Del futuro degli investimenti ESG, in particolare in ambito obbligazionario, e dei settori di riferimento si è discusso nella seconda parte della tavola rotonda dedicata agli investimenti sostenibili.
Asset sostenibili: i settori per massimizzare l’impatto

Tavola rotonda investimenti ESG. Foto Enrico Frascati per FundsPeople
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