BMO Global AM ha presentato la sua 15° Relazione Annuale sugli Investimenti Responsabili con cui ha riassunto la sua attività di engagement del 2018 al fine di evitare fenomeni simili.
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Se finora un freno agli investimenti sostenibili poteva esser dato dal timore del fenomeno del greenwashing, ovvero quella pratica di etichettare con criteri ESG anche quei prodotti che in realtà non lo sono, attualmente si sta osservando l’emergere di un fenomeno simile definito ‘rainbow-washing’. Questo è legato agli SDG, i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite, che spesso sono appunto identificati con i colori dell’arcobaleno, da qui il termine ‘rainbow-washing’. “Questi 17 obiettivi, a loro volta suddivisi in 169 sottocategorie, rappresentano un quadro di riferimento universalmente accettato per il raggiungimento di una società e un’economia globale più sostenibili entro il 2030, ma il rischio è che essi vengano utilizzati impropriamente per etichettare soluzioni di investimento le cui pratiche di gestione sottostanti e la relativa attività di engagement non siano propriamente mirate o adeguate per concorrere al raggiungimento degli obiettivi stessi. In altri termini, se da una parte l’utilizzo degli SDG contribuisce a migliorare il dialogo tra il mondo finanziario e le aziende, dall’altra rischia, in caso di greenwashing, di attirare i risparmiatori interessati agli investimenti sostenibili verso soluzioni non adeguate o incoerenti”, spiega Giampaolo Giannelli, responsabile per l’Italia di BMO Global AM.
Da questo concetto nasce l'esigenza e l’impegno da parte di BMO Global AM a svolgere una fitta attività di engagement che, attraverso il dialogo con le imprese, consenta di indirizzarle il più possibile verso soluzioni sostenibili e poter guardare da vicino tutte le loro migliorie effettuate. La società di gestione globale ha infatti presentato la sua 15° Relazione Annuale sugli Investimenti Responsabili in cui viene riassunto il lavoro che è stato fatto in tale ambito nel corso del 2018.
L’attività di engagement ha visto BMO lavorare al fianco di 665 società in 46 paesi, ha prodotto 237 casi di successo nell’ambito dei quali sono stati messi a segno miglioramenti sul piano delle politiche e delle pratiche ESG. Oltre metà (54%) dei traguardi raggiunti sono collegati proprio ai Sustainable Development Goals (SDG) e il 46% dei casi è legato a temi di governo societario. Il 14% di questi, in particolare, è connesso all’SDG 12, incentrato sulla necessità di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, sul miglioramento della condivisione di informazioni in ambito ESG e sulla gestione degli effetti dell’inquinamento. Il 13% di questi traguardi è connesso all’SDG 3, che include un incoraggiante miglioramento dell’accesso ai farmaci a prezzi sostenibili.
I temi ESG che sono stati maggiormente trattati nel corso dell'anno sono: per il 20% ambiente, 40% sociale e 40% governo societario. Nel primo caso il responsible investment team ha collaborato attivamente con società operanti in diversi settori che presentano un’elevata esposizione a temi quali la gestione delle emissioni, l’adattamento, l’innovazione e la condivisione di informazioni legate al clima. BMO Global AM si è confrontata con le società più esposte anche al tema dell’inquinamento causato dalla plastica, un tema che ha visto un aumento enorme dell’attenzione e dell’attività dell’opinione pubblica e dei rischi ad esso associato. L’attività legata ai temi sociali ha incluso un focus sugli standard in materia di lavoro e in particolare sulla 'schiavitù moderna', sulla libertà di associazione e sulle catene di approvvigionamento, con particolare attenzione agli effetti sulla salute di un eccessivo consumo di zuccheri. L’attività del responsible investment team nell’ambito del governo societario continua a concentrarsi sulle pratiche di nomina dei membri, sulla composizione del CdA, su diversità, ricambio e valutazione. Tra gli altri temi, l’etica professionale, le pratiche di controllo interno e la remunerazione dei dirigenti.
Secondo la relazione BMO Global AM ha votato contro il CDA nel 24% di tutte le risoluzioni e contro almeno una risoluzione nel 72% delle assemblee. Il responsible investment team ha votato contro il management in quasi il 56% delle risoluzioni legate alla remunerazione, in aumento dal 47,5% del 2017, e contro il 26% delle risoluzioni legate all’elezione dei membri dei consigli, in lieve calo rispetto all’anno precedente. Nel 2019 i principali temi che il team si aspetta di trattare nel 2019 sono la parità di genere, la protezione dei lavoratori più vulnerabili, il cambiamento climatico, la biodiversità e l’acqua, la resistenza ai farmaci.