Azionario Europa, su quali settori puntare nel 2020

Joshua Coleman, Unsplash
Joshua Coleman, Unsplash

Con l’approssimarsi del 2020, la domanda cruciale per chiunque investa in azioni europee è se avrà seguito l’avvisaglia di rotazione di mercato che di recente ha portato a una sovraperformance dei titoli value. L’indice MSCI EMU Value ha reso il 9,0% negli ultimi tre mesi, contro il 6,9% del MSCI EMU Growth, secondo i dati FactSet al 29 novembre.

“Siamo convinti che il rimbalzo dei titoli value sia dovuto ai posizionamenti cioè al fatto che molti investitori hanno evitato questa parte del mercato nel periodo precedente e che ora i dati economici avranno un ruolo più importante da giocare”, afferma James Sym, gestore del fondo Schroder ISF European Opportunities di Schroders. “Le valutazioni restano tirate: ciò dovrebbe assicurare che il passaggio di leadership nel mercato, dai titoli quality o growth a quelli value, sia un fenomeno duraturo” aggiunge.

Dove trovare le opportunità migliori?

“Innanzitutto, i titoli ciclici value, azioni sottovalutate che sono sensibili al ciclo economico. Infatti, ci troviamo a un punto di svolta del ciclo e ci aspettiamo una ripresa globale più sincronizzata nel 2020”, prosegue Sym.

Tra i settori individuati come più interessanti dal portfolio manager di Schroders trviamo oil & gas, in cui “molti titoli scambiano con valutazioni piuttosto depresse, ma potrebbero essere nella fase iniziale di un recupero”, il bancario e quello tecnologico. “I semiconduttori ad esempio hanno ottenuto buone performance quest’anno e i prezzi di alcuni titoli potrebbero avere margine per crescere ancora, così come software e computer service offrono opportunità”, conclude.

Rischi macro e andamento della crescita

“I settori che sottoperformano”, analizza seguendo la medesima linea Edward Kevis, European equities portfolio manager di Aviva Investors, “come automotive, banche ed energia, possono avere il potenziale per un miglioramento degli utili rispetto a settori che godono di valutazioni più elevate come beni di prima necessità, alimentare e bevande”. “Piuttosto che posizionare i portafogli anticipando gli sviluppi macroeconomici, gli investitori probabilmente trarranno maggiori vantaggi scegliendo le azioni che ritengono sottovalutate”, chiosa Kevis.

Questo anche perché il consensus sulle effettive prospettive di crescita dell’Eurozona è ancora in fase di formazione. La valutazione dei futuri andamenti risulta infatti dipendente da sviluppi per cui si attende maggiore certezza nel corso dei prossimi mesi. “Siamo vicini a un cambiamento di regime nei mercati, sostenuto da un cambio di mentalità da parte dei policymaker che ha fatto tornare in voga politiche fiscali e di spesa espansive. I dati indicano che le aziende europee stanno spendendo in misura maggiore rispetto agli anni passati. Nel frattempo, sembra che i consumatori siano in una posizione di maggiore forza, grazie all’aumento degli stipendi e al calo della disoccupazione”, afferma ad esempio Sym. Di tenore diverso la valutazione di Florence Pisani, global head of Economic Research di Candriam, secondo cui una modifica dell'orientamento delle politiche di bilancio nell’Eurozona sia tutt’altro che sicura. “Molte speranze sono riposte nella Commissione Europea e nell'ambiziosa agenda proposta dal suo nuovo Presidente: Ursula Von der Leyen si è data cento giorni per concludere un green deal e fare dell'Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. "Il progetto, tuttavia, è meno ambizioso di quanto sembri: l'orizzonte è lungo e le rigidità del quadro politico europeo lasciano poche speranze in merito alla capacità dell'Europa di mettere rapidamente in atto, tramite questo progetto, una vera strategia di crescita”, sottolinea Pisani.