Azionario: occhio agli utili

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Francisco Gonzalez, Flickr, creative commons

Il trend rialzista dei mercati azionari globali continua da circa 10 anni e tra gli investitori sono sempre più diffusi i timori di una prossima correzione. Ma dobbiamo davvero preoccuparci di un’inversione di rotta?

Secondo Julian Cook, portfolio specialist - US equities di T. Rowe Price, “la solidità dei dati USA, sia macroeconomici che corporate, indica che non siamo ancora prossimi alla fine del ciclo, che generalmente è associata a inflazione in aumento, politiche monetarie aggressive e margini di profitto in deterioramento per le società. Finora, abbiamo assistito a ben poco di tutto ciò negli Stati Uniti e sebbene i tassi di interesse abbiano iniziato a salire, si tratta di un rialzo molto contenuto e il contesto in generale resta accomodante”.

“A livello societario, nonostante le preoccupazioni legate alle tensioni commerciali, le società statunitensi continuano a registrare ottimi risultati, gran parte dei quali rispecchiano o superano le aspettative. Mentre la crescita degli utili USA ha raggiunto probabilmente il picco nella prima metà del 2018, registrando uno stellare 23-24%, l’attuale consenso per il terzo e per il quarto trimestre prevede un’ulteriore crescita rispettivamente del 22 e del 19%. Guardando al 2019, le aspettative prevedono una crescita degli utili più moderata, attorno al 10%, ma comunque superiore alla media di lungo termine del 7%. La crescita economica è solida, gli utili societari continuano a sorprendere in positivo e le valutazioni, sebbene sopra la media, non sono a livelli estremi. Sulla base di ciò, la nostra visione sul mercato azionario statunitense, e la direzione generale che seguirà, rimane sostanzialmente invariata”, spiega l’esperto. 

Jeroen Blokland, portfolio manager del global allocation team di Robeco, sostiene che “i corsi azionari e gli utili per azione tendono a muoversi in sintonia, anche se l’andamento relativo con il quale si muovono cambia. Ad esempio, gli utili delle società all’interno dell’indice S&P 500 sono aumentati del 20% circa negli ultimi 12 mesi e dovrebbero accelerare ulteriormente nei prossimi 12 mesi. Questo significa che, almeno per ora, gli utili delle società dello S&P 500 stanno crescendo più velocemente rispetto ai prezzi. Ed è proprio per questo motivo che i timori sulle valutazioni elevate si sono nettamente ridimensionati. Poiché l’indice S&P 500 ha recentemente toccato nuovi massimi, il calo significativo delle valutazioni andrebbe attribuito agli utili in forte crescita, e non alla riduzione dei prezzi. Inoltre, l’attuale rapporto P/E è solo del 7% superiore alla media di lungo periodo degli ultimi 30 anni. Quindi, quando la crescita degli utili supera l’aumento dei prezzi, le valutazioni diventano più interessanti, anche se si toccano nuovi massimi”.

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Corsi azionari dell’S&P 500 e utili per azione (EPS) sottostanti dal 1989. Fonte: Bloomberg.

“Questo concetto vale non solamente per gli USA. In Europa, ad esempio, l’importanza degli utili è dimostrata ancora più nettamente. Nell’ultimo biennio, gli utili delle società comprese nell’Indice MSCI Europe sono aumentati di un impressionante +88%. I corsi azionari, tuttavia, sono cresciuti solamente del 17%. A titolo di confronto, le azioni statunitensi sono in rialzo di quasi il doppio rispetto alle controparti europee sull’ultimo biennio. Il mix tra una crescita degli utili straordinaria e una performance poco brillante delle azioni europee ha prodotto un declino strutturale della valutazione. Da settembre 2016, il P/E dell’indice MSCI Europe è diminuito da quasi 29 a circa 17, con un declino del 40%. Inoltre, le azioni dell’Eurozona sono ora meno care del 15% rispetto alla media di lungo periodo. L’esempio europeo sottolinea inoltre che le valutazioni da sole non sono un dato sufficiente per le decisioni di asset allocation. I mercati azionari europei sono stati penalizzati da una serie continua di rischi politici negli ultimi anni. L’aumento strutturale del rischio politico induce spesso gli investitori a richiedere un premio al rischio più alto, comprimendo quindi le valutazioni. Questo, tuttavia, non toglie il fatto che l’aumento straordinario degli utili europei è stato un importante motore della valutazione del mercato azionario dell’Europa”, spiega Blokland.

“L’importanza degli utili non va sottovalutata. Al momento, la crescita globale è solida, i tassi d’interesse restano storicamente bassi, e la crescita dei salari è nella migliore delle ipotesi modesta. Prese insieme, queste circostanze portano ad una crescita molto rapida degli utili ora e nel prossimo futuro. Se da un lato le valutazioni da sole sono raramente l’unica causa di importanti inversioni di rotta, il calo delle valutazioni andrebbe sempre considerato un fattore positivo per i mercati azionari”, conclude l’esperto.