Secondo Maarten Geerdink, head of European Equity di Goldman Sachs Asset Management, le valutazioni storicamente basse e la possibilità di esporsi alla crescita globale sono gli elementi chiave dell’attrattiva delle aziende europee nel contesto attuale.
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Nonostante uno scenario complesso per l’Europa, segnato dal rallentamento della crescita e dalle incertezze legate alla geopolitica e al contesto politico statunitense, vi è un elemento che rende le azioni europee particolarmente attraenti nel contesto attuale: le loro valutazioni. Le azioni del Vecchio Continente, infatti, sono scambiate con uno sconto relativamente interessante rispetto a quelle statunitensi. Ne deriva un punto d’ingresso interessante per questa asset class, che potrebbe essere avvantaggiata nella prospettiva di una ripresa globale.
“In Europa ci sono diverse aziende leader mondiali nei relativi settori. Tuttavia, rispetto all’azionario statunitense, che è un mercato guidato dalla crescita strutturale, riteniamo che l’azionario europeo sia più sensibile al ciclo economico globale”, spiega in un’intervista a FundsPeople Maarten Geerdink, head of European Equity di Goldman Sachs Asset Management. “Le aziende europee sono dipendenti dall’andamento delle economie di altre regioni del mondo. Nella fase attuale la crescita si sta indebolendo, e questo influenza le valutazioni. La Cina ad esempio attraversa una fase difficile. Le ultime misure di stimolo del governo sono state imponenti, ma solo col tempo si saprà se siano sufficienti”, dice.
Dalla ripartenza del Dragone potrebbero trarre beneficio in primis le aziende del lusso europeo, che soffrono per la caduta degli acquisti nel mercato cinese. “Con il risveglio in Cina, a nostro avviso, questi titoli diventano interessanti”, afferma Geerdink che in questo momento vede ben posizionate le aziende di settori indipendenti dal ciclo economico, come le società fornitrici di software. “L'economia segue un andamento ciclico. Al termine di questa fase di contrazione i settori più esposti al ciclo potrebbero riprendere la loro corsa”, dice.
Uno scenario complesso
Un supporto all’Europa proviene dagli Stati Uniti: dopo la stretta sui tassi, l’economia americana si sta dimostrando resiliente, e i consumi delle famiglie resistono. Ma i tassi di risparmio in declino da qui in poi potrebbero penalizzare gli acquisti. Anche la crescita interna dell’Area euro non brilla. “Le due principali economie del continente, Germania e Francia, sono in difficoltà”, analizza Geerdink. “L’industria tedesca soffre da quando non può più disporre di forniture di energia a bassocosto. La transizione a un nuovo modello economico per il Paese potrebbe provocare ripercussioni negative. Pure la Francia si trova in acque agitate: l’incertezza politica non crea un ambiente favorevole”, dice l’esperto di GSAM.
“I risultati dell’ultima stagione delle trimestrali nel complesso sono relativamente positivi”, prosegue. “La crescita sta rallentando ma le aziende hanno ancora margine di agire sui costi per difendere i guadagni. Tuttavia, questo spazio di manovra si sta assottigliando”, dice Geerdink mettendo in luce un rischio dello scenario: “Durante il Covid i prezzi sono saliti alle stelle, e ciò ha sostenuto i ricavi delle aziende. Ora i prezzi non stanno più salendo ma questo non porta ad un aumento dei volumi di vendita, che riteniamo sia un fattore indispensabile per difendere gli utili in un contesto di inflazione in discesa. I venti contrari sui ricavi aziendali sono una fonte di incertezza”.
I benefici dell’azionario europeo
Ma il risvolto positivo di questo panorama sono le basse valutazioni, che giocano a favore dell’attrattiva delle aziende europee. “Rispetto ai titoli statunitensi, scambiano a livelli decisamente interessanti. Su tale aspetto influisce anche l’elevata concentrazione raggiunta negli ultimi anni dagli indici americani. Il valore di mercato delle dieci più grandi aziende dell’S&P 500 rappresenta oggi quasi un terzo dell’intero indice. Lo sconto a cui sono negoziate le aziende europee non riflette l’azionario statunitense nella sua totalità, ma è influenzato dalle performance delle mega-cap di Wall Street che spingono al rialzo l’intero mercato”, sottolinea.
Secondo Geerdink, il vantaggio dell’azionario europeo è che offre la possibilità di diversificare i portafogli con un asset class sensibile al ciclo economico, beneficiando di un’esposizione alla crescita globale. “Inoltre, aggiunge al portafoglio un elemento di diversificazione dalla crescita secolare degli USA. Questo può risultare vincente anche a fronte degli interrogativi sull’effettiva capacità degli hyperscaler di tradurre i massicci investimenti in intelligenza artificiale (IA) in ricavi”, argomenta.
E un ulteriore aspetto di interesse è la sostenibilità: l’Europa infatti è l’apripista mondiale delle tematiche green, e ospita molte aziende all’avanguardia nelle pratiche ESG. “Se un’azienda investe per rendere il proprio business più ecologico può conseguire un vantaggio strutturale rispetto ai competitor. Tuttavia, per noi è importante che lo sforzo di un’azienda di rendersi sostenibile si traduca in un potenziamento dei ricavi che si rifletta nelle valutazioni di mercato”, conclude Geerdink.