Baggiani (Niche AM): "La nostra sfida è interpretare i tematici in chiave value"

Massimo Baggiani News
Massimo Baggiani, immagine concessa (Niche AM)

Fornire nuovi contenuti ad un'industria del risparmio gestito in forte cambiamento, da un lato per l’avvento e la continua crescita degli ETF e dall'altro per il boom degli investimenti tematici. Due tendenze che negli ultimi anni hanno impresso un forte rinnovamento ai fondi attivi tradizionali. È questo l’obiettivo che si pone Niche Asset Management, una boutique d’investimento basata a Londra e nata nel 2018 dall’iniziativa di Massimo Baggiani e Andrea Andreis, due professionisti con oltre vent’anni di esperienza nel settore e un passato da gestori e analisti in Symphonia SGR.

La filosofia di Niche AM

Sin dal suo nome, la filosofia di Niche AM appare evidente: offrire un servizio diverso e unico basato su investimenti di nicchia. Il fine è individuare aree di mercato estremamente sottovalutate che l’industria del risparmio gestito non copre con prodotti specifici, per offrire al mercato maggiore scelta e, in particolare, maggiore scelta value. E il tutto con un focus sulla sostenibilità.

La nostra sfida è di interpretare gli investimenti tematici in chiave value. Nella scelta dei temi sui cui puntare, un discrimine per noi fondamentale è la possibilità che possano essere declinati nel value investing. Operiamo quindi in modo diverso dalla consuetudine secondo la quale i fondi tematici danno luogo a portafogli con un forte bias verso le società growth. Noi gestiamo anche temi growth ma solo se e’ possibile farlo in modo value, mantenendo l’upside ma riducendo il downside, come facciamo sul fondo Pharus Electric Mobility Value Niche Fund”, spiega in un’intervista a FundsPeople Massimo Baggiani, fondatore e portfolio manager di Niche AM. “Tutti i gestori puntano alla crescita, ma il gestore value non vuole pagarla”, afferma Baggiani.

I grandi trend di crescita non si muovono in modo lineare. Al contrario, secondo Baggiani, ogni trend attraversa diverse fasi di sviluppo, con dei momenti di più rapida espansione, che portano ad eccessivo entusiasmo, che si alternano a fasi di rallentamento e pessimismo. E anche i prezzi delle società seguono questa evoluzione, creando dei mispricing e delle valutazioni che in un dato momento sono superiori o inferiori al loro potenziale di crescita. “Un esempio è dato dalla crescita borsistica dei titoli internet negli anni ’90, eccessiva visto la debolezza dell’infrastruttura di allora”, spiega Baggiani. “Dopo lo scoppio della bolla Internet, il settore andò nel dimenticatoio, divenendo a quel punto estremamente value. Dal 2010, quando l’infrastruttura fu disponibile, il settore tornò a crescere significativamente in Borsa, crescita che durò fino al 2022. Le bolle spesso portano alla creazione di nicchie value che possono essere sfruttate”, osserva.   

“Anche l’eccessivo utilizzo di gestioni momentum e quant tende a creare delle anomalie valutative. Infatti spinge la sottovalutazione di alcuni settori in difficoltà a livelli difficilmente comprensibili, e questo crea opportunità che possono essere sfruttate attraverso nicchie costruite ad hoc”, aggiunge.

Nell’interpretazione della casa di gestione, il concetto di nicchia si distingue da quello più generale di tema. “Rappresenta un’area di investimento più specifica, e quindi più tecnica, e, soprattutto, trascurata dal mercato, e quindi value”, dice Baggiani. “L'idea è di cercare di capire se e fino a che punto può dirsi giustamente trascurata o se vi è una distorsione da parte del mercato e quindi un’opportunità di investimento”, continua.  

“La nostra gestione non è concentrata. I nostri portafogli sono molto diversificati e composti da aziende con poco debito, perché le società value possono soffrire di rischi idiosincratici e il debito può impedire loro di superare momenti complessi”, dice. “Inoltre, il turnover dei nostri portafogli è molto basso, perché effettuiamo investimenti di lungo periodo”, aggiunge. L’elevata diversificazione è riscontrabile nei due fondi multi tematici di Niche AM, il NEF Ethical Global Trends SDG che gestisce 27 piccoli portafogli value, ognuno focalizzato su un trend funzionale al raggiungimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e conta circa 260 titoli, mentre il Pharus Asian Value Niche Fund, una piattaforma che replica 12 nicchie di investimento per lo più in Asia, ha un portafoglio di quasi 600 titoli.

Tutti i fondi nella gamma di Niche AM sono Articolo 8 o 9 secondo il regolamento UE SFDR. “La sostenibilità dei portafogli non è implementata attraverso uno screening negativo, ma attraverso l’analisi e l’interazione diretta con le società investite. Attività questa che può essere fatta solo se la gestione è bottom up e fondamentale, come è il caso in Niche AM”, spiega Baggiani.

Niche Jungle

A fianco di questo business tematico, value e ESG più tradizionale, vi è la piattaforma di investimenti Niche Jungle. “Si tratta di una ICAV irlandese, dove lanciamo progetti simili a dei club deal, ma liquidi e con un upside definito sin dall'inizio, al raggiungimento del quale il progetto viene chiuso e i soldi restituiti agli investitori. La filosofia alla base di tali progetti è la stessa. Individuano delle nicchie di mercato diversificabili, caratterizzate da anomalie valutative, e successivamente ‘wrappate’ in uno strumento UCITS. La liquidabilità è garantita dal fatto che ogni progetto è limitato in AUM, e al raggiungimento del limite viene chiuso in entrata (ma non in uscita, in quanto rimane la liquidabilità giornaliera). In ognuno di questi contenitori ci sono tra i 70 e i 200 titoli azionari”, spiega Baggiani.

Sono prodotti destinati a investitori istituzionali, family office, fondi o a gestioni patrimoniali. Investitori professionali con cui Niche AM punta a stabilire delle relazioni durature e basate su una forte simmetria cognitiva. “Produciamo una informativa accurata prima del lancio del progetto, seguita post-lancio, costantemente, da una reportistica granulare per far comprendere al meglio il prodotto, creando una maggiore consapevolezza. Il nostro obiettivo è di esser dei costruttori disciplinati di strategie di investimento distintive, opportunistiche e value comunicatori di informazioni originali, affidabili e trasparenti”, afferma Baggiani. “Nel progetto rientrano il Niche Jungle Japanese Orphan Companies SDG, che investe nelle aziende giapponesi di valore che non sono coperte dagli analisti e il Niche Jungle Korea Reunification SDG che investe unicamente in società focalizzate sul mercato domestico della Corea del Sud e che sul lungo termine potrebbero beneficiare di un processo di apertura al capitalismo della Corea del Nord, simile a quello avvenuto in Cina negli ultimi trent’anni”, conclude.