Banca Etruria, giri informali da istituti e fondi internazionali per possibili alleanze

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Oggi si riunisce il cda di Banca Etruria per mettere a punto un po’ di cose, oltre ad approvare i risultati preliminari del Gruppo relativi all’esercizio 2014. In corso, per l’istituto, c’è un piano da 410 esuberi, la ristrutturazione della rete degli sportelli, una sorta di bad bank per i crediti. E ci sono però anche le prime proposte informali di alleanza. Stando alle indiscrezioni di manifestazioni di interesse, sia pur non ancora formalizzate, ce ne sarebbero tre, di cui una di un fondo e una di un altro istituto bancario, entrambi internazionali. I tempi potrebbero essere brevi, la banca aretina ha bisogno di un partner di elevato standing, come lo chiamò a suo tempo Bankitalia, per consolidarne la solidità patrimoniale.

Le preoccupazioni sono sul Tier 1, il coefficiente di patrimonializzazione del gruppo. Lo stesso consiglio d’amministrazione ha fatto sapere che “sarà faticoso rispettarlo lungo il 2015”, primo anno di applicazione delle regole di Basilea 3. Il Tier 1 è il capitale che ogni banca, sulla base degli accordi di Basilea 3, è tenuta ad avere in rapporto all’attività di rischio, cioè agli impieghi o prestiti che dir si vogliano. La soglia minima dovrebbe essere un patrimonio che sia almeno il 6% dell’attività di rischio, cui Basilea 3 prevede che si aggiunga un cuscinetto (capital conservation buffer) di un ulteriore 2,5% quale ammortizzatore per situazioni straordinarie come una recessione. In tutto, dunque, l’8,5%. Banca Etruria, allo stato attuale, si ferma al 5,9% di Tier 1. Per poter vendere un recupero, quindi, la strada della partnership con altre banche o fondi d’investimento pare essere la più battuta. E proprio su questo l’istituto pare si stia occupando da tempo. Prima però bisogna portare a termine il piano di ristrutturazione e prendere decisioni in materia di esuberi di personale e trattare coi sindacati.