Il manager passa da essere condirettore a direttore generale del gruppo parte del Leone di Triste.
Da domani GianMaria Mossa assume la carica di direttore generale di Banca Generali. Lo ha deciso il cda del la banca del Leone di Trieste, riunitosi sotto la presidenza di Paolo Vagnone. Un incarico che si inserisce nel percorso di forte crescita della banca, sia in termini di masse amministrate, sia sul fronte degli inserimenti di professionisti d’esperienza. Il supporto di una visione unitaria all’implementazione di progetti strategici si traduce, grazie alle più strette sinergie tra l’area banca e l’area commerciale, in nuove opportunità per lo sviluppo di servizi innovativi.
GianMaria Mossa, 41 anni, entrato in Banca Generali nel luglio 2013 in qualità di condirettore generale con responsabilità sull'area commerciale ha maturato precedentemente una significativa esperienza in Ras (gruppo Allianz) prima nel settore risk management & asset allocation e successivamente nella direzione commerciale e direzione marketing. Nel 2006 entra in Banca Fideuram assumendo posizioni di crescente responsabilità, fino a ricoprire la carica di responsabile della direzione marketing, sviluppo commerciale e private. “I grandi progressi in ambito commerciale e l’evoluzione delle soluzioni che stiamo delineando fanno sì che diventi rilevante una correlazione ancora più stretta al nostro interno e un orientamento sinergico nello sviluppo di importanti progetti al servizio dei professionisti e della clientela”.
Una nomina importante, che avviene in un momento molto delicato per la Banca, dato che sabato scorso, dopo una lunga malattia, è venuto a mancare Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali. Il ricordo di Motta, ha fatto sapere l’istituto “si lega al percorso di crescita della banca, divenuta in pochi anni un punto di riferimento nel mondo della pianificazione patrimoniale e consulenza finanziaria in Italia”. Proprio lo scorso dicembre Banca Generali ha realizzato una raccolta gestita record di 657 milioni di euro con un totale annuo nel 2015 di 4,1 miliardi, un risultato che Motta aveva definito “straordinario”, “in un momento di forte volatilità, cambiamenti normativi e incertezza tra i risparmiatori italiani e frutto di una quotidiana pianificazione finanziaria”.