Banor SIM, cresce la raccolta ed è in corso un piano di reclutamento

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A un anno dal rebranding e a dieci anni dalla nascita del team di gestione che è alla base dei buoni risultati odierni, Banor SIM mostra i buoni risultati conseguiti. Si parla di masse complessive amministrate pari a quattro miliardi di euro, di cui più di un miliardo in capo alla clientela istituzionale e 1,5 mld riferita all’attività di investment advisory. “La raccolta mostra un trend di crescita che negli ultimi dieci anni è più che triplicata (+340%, ndr) e solo nel primo trimestre del 2015 gli asset in gestione discrezionale sono passati da 1,26 mld a 1,37 mld”, commenta Massimiliano Cagliero, partner e amministratore delegato di Banor SIM nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Milano. Il gruppo, che può dirsi la maggiore SIM indipendente in Italia, ha come clienti tra le maggiori famiglie imprenditoriali italiane, oltre a diversi family office, investitori istituzionali come fondi pensione e casse.

“Da due o tre anni ci siamo accorti che c’è stato un cambiamento di approccio da parte degli istituzionali nei nostri confronti. Prima era una questione molto relazionale, oggi sono gli elementi oggettivi a fare la differenza. A contare sono costi e performance”, precisa il manager e specifica: “mediamente il portafoglio dei nostri clienti è dai tre milioni di euro in su ma prendiamo portafogli anche tra uno e tre mln”. Alla raccolta italiana si aggiungono gli oltre 700 milioni di euro di asset gestiti dalla partecipata Banor Capital Ltd, società di gestione inglese autorizzata FCA. Il gruppo gestisce clientela internazionale tra cui Banor Sicav, una Sicav lussemburghese multicomparto con una gamma di prodotti di nicchia a forte valore aggiunto. Il gruppo si dice positivo su Piazza Affari. “Siamo positivi sull’Italia soprattutto in termini relativi rispetto ad altri mercati europei e mondiali”, precisa Luca Riboldi (nella foto), partner e direttore degli investimenti.

Continua: “le mosse delle banche centrali vanno nella direzione della volontà che si torni a un’economia normale. A non essere normali, oggi, sono i tassi reali. Il listino italiano resta interessante e ci sono dei settori da monitorare che potrebbero dare soddisfazione”. Il manager si aspetta che l’Italia possa ancora beneficiare di nuovi capitali provenienti soprattutto dagli Stati Uniti, soprattutto dopo che passerà l’effetto negativo di elezioni regionali non particolarmente propizie per il premier Matteo Renzi. La scommessa italiana di Banor SIM si basa soprattutto su fattori valutativi. Basti guardare al fondo Ucits Italy long/short equity che ha un “rapporto prezzo/patrimonio netto di 1,2 volte, rispetto a quello di circa 1,8 volte del listino tedesco, dell'1,9 giapponese e del 2,8 di Wall Street”, precisa Riboldi. “Questo è dovuto alla scarsa redditività delle aziende italiane, specie nel settore bancario e di quelle molto esposte al mercato domestico”. E l’accorciamento dei tempi di ammortamento fiscale delle perdite su crediti attualmente al vaglio del governo? “Potrebbe dare un impulso al settore bancario”, conclude il professionista.

Nel paniere di titoli di un comparto che può andare corto o lungo ci sono FCA e qualche finanziario come Unicredit, Generali e Intesa Sanpaolo, “la banca più patrimonializzata”. Il gruppo ha in corso la procedura di autorizzazione a operare in Svizzera dove ha già un ufficio amministrativo. Precisa Cagliero: “avere una presenza là può farci comodo. Una nostra idea imprenditoriale potrebbe quindi essere quella di aggregare alla piattaforma di Banor gestori seri e fiduciarie locali che, aggirandosi magari intorno a soli 200 milioni di euro, si trovano costretti a rinunciare all’indipendenza. Sulla piazza elvetica, infatti, si sta assistendo a un forte incremento di costi fissi tra regulatory e compliance”. Banor SIM, infine, conferma i suoi piani di crescita per il biennio 2015-2016: espansione nel nord est e consolidamento nel centro nord anche grazie a un piano di reclutamento di nuovi e selezionati private banker e la continua acquisizione di nuova clientela sia privata sia istituzionale.