Intensità e durata della ripresa. Queste le variabili su cui è focalizzato Ben Ritchie, head of European Equities di Aberdeen Standard Investments: “Il mercato sta continuando a prezzare uno scenario di ripresa globale sostenuta e significativa. La propensione al rischio è aumentata negli ultimi mesi e gli investitori si sono concentrati maggiormente sui segmenti di mercato dove intravedono un maggior potenziale di crescita”, afferma l’esperto intervistato da FundsPeople. Per quanto riguarda l'Europa, il territorio di analisi di Ritchie, poco è cambiato dalla metà dello scorso anno: “Nell’attuale contesto ritengo che le valutazioni delle aziende europee di più alta qualità rimangano ancora poco pretenziose, se considerati il potenziale di lungo termine e gli interessanti rendimenti impliciti”, sottolinea. Anche se molti operatori del settore attualmente sono concentrati sul rischio di un “ritorno dell'inflazione e un aumento dei rendimenti delle obbligazioni”, per Ben Ritchie, la “sostenibilità della ripresa economica” è il vero fattore da prendere in considerazione. Per coloro che adottano un’ottica di lungo periodo - come il team di gestione di Aberdeen Standard Investments - il focus dovrebbe rimanere uno: “Investire in aziende con forti driver di profitto strutturali”, piuttosto che semplicemente “beneficiare di venti a favore ciclici, ma di breve termine”.
Un contesto sfidante
La gestione del fondo Aberdeen Standard SICAV I- European Equity, prodotto a Marchio FundsPeople con rating Consistente (C) per il 2021, è orientata ad un focus elevato sul fattore qualità. Ben Ritchie lo definisce un portafoglio basato sulla “convinzione nella qualità a lungo termine”. Nel 2020 il fondo ha avuto “un anno molto buono”, anche se il contesto di mercato è stato particolarmente sfidante. Per Ritchie lo stile della strategia dovrebbe fornire “una forte performance durante la fasi più difficili e garantire un padronanza del mercato in periodi più ciclici”, sottolinea. Pertanto, è consapevole che il fondo nel breve termine potrebbe avere una performance relativa più difficile, data la dinamica del mercato. In risposta allo scenario della fine del 2020, il team di gestione - di cui fanno parte i 15 membri del team azionario dell'Europa continentale - ha effettuato un cambiamento strategico nel portafoglio. “Abbiamo aggiunto esposizione a entità finanziarie e del settore industriale per aggiungere più ciclicità al portafoglio, così come una maggiore esposizione ai tassi di interesse”, spiega. A medio termine, Ben Ritchie è molto fiducioso sulle prospettive che il fondo può offrire. Un'opinione fondata su tre fonti driver di profitto.
Opportunità dalla digitalizzazione
Il primo di questi fattori di crescita secondo Ritchie è la “leadership europea nella pratica del capitalismo responsabile”. Questo è seguito, a suo avviso, dallo slancio fornito dalla “proprietà intellettuale e della detenzione di brevetti in particolare nel settore sanitario e dal detenere alcuni dei marchi più desiderabili al mondo, senza dimenticare la leadership nel settore dell'ingegneria”, evidenzia. Infine il terzo driver è “la competenza di lunga data dell'Europa nell'industria, che ha lasciato il continente in una posizione più forte ad altre aree del mondo nel settore della tecnologia B2B”. È cosa nota che nel presente l'Europa non possa disporre dei volumi di crescita delle grandi aziende del Tech degli Stati Uniti e dei titoli FAANG. Ma anche su questo fronte, Ritchie è speranzoso che delle novità possano arrivare. “Vediamo un vero cambiamento in arrivo, con un’industria europea che potrebbe diventare sempre più digitalizzata, aprendo una serie di opportunità significative”, prospetta. La recente rotazione dal growth al value nell’azionario è inevitabilmente un argomento di conversazione. Infatti, secondo l’esperto, “è probabile che i tassi di interesse a lungo termine continuino a salire, soprattutto negli Stati Uniti, data la ripresa più vigorosa in quell’area del mondo, con un importante sostegno monetario e fiscale”. In questo contesto, aggiunge, “è probabile che ci sia spazio per una rotazione di breve termine, in particolare verso le società finanziarie e dei materiali”. E come menzionato più sopra, i cambiamenti nelle esposizioni del fondo hanno soddisfatto queste aspettative. “Abbiamo inclinato il nostro portafoglio verso alcune aziende di alta qualità che hanno un'esposizione sia agli alti tassi di interesse che all'aumento dei prezzi dei materiali”, aggiunge. Eppure, non è stato operato un cambio sostanziale da quello che può essere definito il mantra del portafoglio: “A lungo termine crediamo che concentrarsi su imprese di qualità con prospettive di rendimento sostenibili e attraenti sia la strada più sensata per gli investitori in azioni europee”, sottolinea.
E non si può finire senza parlare di investimenti sostenibili, con le recenti novità normative della Tassonomia UE e della SFDR. “Ci aspettiamo che la regolamentazione europea continui a spostare il capitale verso le aziende con profili ESG migliori”, dice. “Nei nostri portafogli, i criteri ESG sono una parte centrale della ricerca dettagliata delle aziende. Ogni azienda che analizziamo è valutata in termini ESG dal suo analista, e questo ci permette di considerare pienamente i rischi e le opportunità che ne derivano”, dice. Ma l'approccio ESG della casa di gestione non si ferma qui: “Abbiamo anche un coinvolgimento come proprietari. Abbiamo scoperto che le migliori aziende sono generalmente anche leader ESG, poiché sono consapevoli della necessità di una buona gestione della forza lavoro e dei fornitori, di strutture di governance robuste e di un focus sui benefici ambientali come requisiti per una performance superiore a lungo termine”, conclude.