Quali conseguenze attendersi e come gestire l’elemento caratterizzante del secondo semestre 2018, nell'analisi del gestore Multi-Asset della casa statunitense.
Il 2018 si è rivelato un anno complicato. Non solo relativamente alla performance registrata dalla maggior parte delle asset class ma anche nell’interpretazione dei movimenti delle stesse in relazione ai fondamentali economici. Sebbene infatti l’anno sia stato caratterizzato da una crescita economica ragionevole e da una solida espansione degli utili “gli investitori - sottolinea Maya Bhandari, gestore del fondo con doppio rating Blockbuster-Consistente Funds People 2018 Threadneedle (Lux) Global Multi Asset Income di Columbia Threadneedle Investments - hanno osservato rendimenti corretti per la volatilità negativi sui vari mercati finanziari, che in molti casi hanno messo a segno le peggiori performance dai tempi della grande crisi, oltre un decennio fa”.
“Il perdurante shock del tasso di sconto, iniziato con rendimenti reali più elevati e seguito dall’ulteriore ampliamento degli spread delle obbligazioni societarie - afferma Bhandari - sembra essere il fattore accomunante dei mercati finanziari deboli nel secondo semestre del 2018”. Un trend che ha buona probabilità di proseguire nel corso del 2019 alla luce di tre fattori fondamentali: l’ampiezza della riforma fiscale statunitense e il conseguente raggiungimento della piena occupazione, la tensione sul mercato del lavoro globale e le turbolenze geopolitiche, tra cui la guerra commeriale Usa-Cina, l'entrata nel vivo della Brexit e le tensioni tra Italia e Unione Europea.
Come posizionarsi in caso di conferma di tale scenario? “I nostri portafogli multi-asset - spiega il gestore di Columbia Threadneedle Investments - terminano il 2018 ed entrano nel 2019 con una predilezione per le azioni rispetto al reddito fisso, favorendo in particolare i titoli giapponesi, asiatici ed europei. La duration è impiegata solo con moderazione
e ci interroghiamo sull’efficacia dei titoli di Stato core nei fondi multi-asset alla luce del progressivo inasprimento della politica monetaria globale e della deglobalizzazione in atto. Nel complesso - conclude Bhandari - manteniamo un posizionamento neutrale sul credito e la liquidità”.