Il gruppo francese rafforza la policy per la gestione del rischio carbonio e supporta i clienti nella transizione energetica.
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Bnp Paribas fa un altro passo avanti nel finanziamento della transizione energetica. La banca aumenterà più del doppio il proprio finanziamento nel settore delle energie rinnovabili, da 6,9 miliardi di euro nel 2014 a 15 nel 2020. Il gruppo ha inoltre deciso di rafforzare la propria policy per la gestione del rischio carbonio. C’è consenso a livello scientifico e politico che la curva delle emissioni di CO2 debba piegarsi prima del 2020 per abbassare il riscaldamento climatico sotto i 2ºC. In questo contesto, Bnp Paribas ha deciso di intensificare ulteriormente gli sforzi in quest’area. L’idea poi è continuare a promuovere le obbligazioni verdi agli investitori istituzionali, un mercato dove Bnp Paribas mira a posizionarsi tra i primi tre player mondiali per emissioni denominate in euro, entro il 2018. Jean-Laurent Bonnafé, ceo di Bnp Paribas ha commentato: “la nostra decisione di aumentare più del doppio il nostro finanziamento al settore dell’energia rinnovabile e rafforzare le nostre procedure di gestione del rischio carbonio è un’esigenza allo stesso tempo ambientale e economica”.
È stato calcolato che, se vogliamo limitare l’innalzamento della temperatura globale a 2ºC, può essere utilizzato solo un terzo delle riserve di energie fossili esistenti. “Il mix elettrico attualmente finanziato dal gruppo Bnp Paribas, composto per il 23% da rinnovabili (impianti idroelettrici, fotovoltaici ed eolici) e per il 23% da carbone, è già tra i più avanzati rispetto al mix mondiale, che secondo l’IEA , è composto dal 21% di rinnovabili e dal 40% da carbone”, ha aggiunto Bonnafé. La banca punta ancora più lontano, rinforzando il suo dispositivo di gestione del rischio carbonio e prende la decisione di non finanziare più l’estrazione di carbone sia attraverso progetti minerari o attraverso le società minerarie specializzate in carbone, che non hanno delle strategie di diversificazione. In Asia e in Africa subsahariana, la banca fa la scelta di accompagnare la transizione progressiva di queste aree verso un’economia meno carbonifera. Le strategie climatiche dei Paesi possono variare in funzione del loro stadio di sviluppo economico, tenuto conto che 1,3 miliardi di persone non hanno ancora accesso all’elettricità.
Strategia differenziata
Bnp Paribas metterà dunque in essere una strategia differenziata in materia di centrali a carbone, applicabile globalmente nei cosiddetti Paesi ad alto reddito: nessun ulteriore finanziamento di centrali elettriche a carbone. Negli altri Paesi Bnp Paribas studierà la possibilità di finanziare questi progetti secondo vari criteri: il Paese ospitante deve aver preso l’impegno di limitare le proprie emissioni di gas serra nell’ambito del COP 21, il progetto sarà oggetto di consultazione con le popolazioni locali potenzialmente impattate, la loro compensazione dovrà essere prevista se necessario e dovranno avere accesso a un meccanismo di ricorsi, la centrale dovrà essere progettata per ridurre al massimo le sue emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, il gruppo finanzierà solamente le imprese produttrici di energia che hanno una strategia di riduzione della quota carbone nel loro mix produttivo, ambiziosa almeno come quella del loro paese. I
l gruppo integrerà inoltre la componente climatica nella metodologia di valutazione dei progetti e delle imprese che finanzia. Gradualmente sistematizzerà l’uso di un prezzo interno del carbonio nelle sue decisioni di finanziamento per tener conto dei cambiamenti introdotti dalla transizione energetica e dei rischi associati. Conclude il ceo: “noi assumiamo il nostro ruolo di banca responsabile accompagnando le imprese e gli Stati che entreranno a far parte della dinamica della transizione energetica. Questa è ormai una priorità in cui l’innovazione tecnologica giocherà un ruolo di accelerazione. Per questo, abbiamo inoltre assunto l’impegno di investire 100 milioni di euro entro il 2020 nelle start-up che lavorano per esempio sui problemi di stoccaggio dell’energia o sulle reti intelligenti”.