Bortoli (Euclidea): "La selezione di un fondo non può limitarsi alla valutazione quantitativa dei rendimenti passati"

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La selezione dei prodotti in cui investire, fondi ed ETF, può limitarsi ad una mera valutazione quantitativa basata sull'analisi dei rendimenti storici, o va contestualizzata sia in relazione alle condizioni di mercato, sia alle specifiche caratteristiche del portafoglio che si intende costruire? "La mia lunga esperienza come fund selector e gestore di portafoglio mi ha portato a convincermi che la selezione professionale di un gestore non deve attribuire un peso troppo rilevante ad una superficiale analisi dei rendimenti passati", spiega Mario Bortoli, founder & CEO di Euclidea. "Pensiamo ad esempio ad un gestore che abbia ottenuto rendimenti molto buoni in una fase di mercato caratterizzata da un trend sostanzialmente rialzista: l’esperienza sul campo suggerisce che ciò non implica assolutamente una capacità altrettanto buona nel navigare mercati laterali o ribassisti.  Immaginiamo, ad esempio, che nell'orizzonte temporale di riferimento i tassi di interesse potranno vedere un movimento al rialzo: è allora opportuno cercare gestori che possano ragionevolmente adattarsi al meglio a questo tipo di scenario, anche se non hanno brillato quando i tassi erano stabili o in discesa. In un altro contesto, pensiamo a come molti hedge funds abbiano prodotto risultati assolutamente insoddisfacenti quando, dopo la crisi del 2007-2009, le banche centrali sono intervenute con decisione sui mercati cambiando, di fatto, le regole del gioco che per anni li avevano visti vincenti".

Passando a considerare la selezione di fondi nell'ambito di un portafoglio, l’esperienza evidenzia come i gestori debbano essere scelti tenendo bene in considerazione il portafoglio a cui sono destinati. "Solo in questo modo è possibile evitare da un lato concentrazioni di rischio controproducenti, dall'altro un'effimera diversificazione che si rivelerà inevitabilmente molto fragile", dice Bortoli. "Nei team di cui sono stato responsabile ho sempre insistito affinché ai fund selector fossero sempre attribuite anche responsabilità gestionali: in questo modo sono costretti a meglio approfondire e valorizzare la diversità degli approcci gestionali che caratterizzano i fondi da loro selezionati”.

Proprio sulla base di queste considerazioni Euclidea, a differenza degli altri player di settore, ha scelto di inserire nei propri portafogli investimenti basati sia su ETF che su fondi attivi. "La scelta di inserire nei nostri portafogli sia ETF e fondi attivi nasce dalla nostra esperienza di gestori patrimoniali: la scelta degli ETF (o di fondi passivi index-tracker) è ovviamente motivata dai bassi costi di gestione. Per i fondi attivi va precisato che noi investiamo solo nelle classi istituzionali, che hanno spesso costi in linea con gli ETF o comunque sono molto più contenuti di quelli resi disponibili alla clientela retail. Qui entra in gioco la capacità di valutare il valore aggiunto offerto da ogni singolo gestore; di volta in volta, la scelta di investire in un tipo di prodotto piuttosto che in un altro va fatta con preciso riferimento al momento di mercato e alle caratteristiche del mercato sottostante, come del resto abbiamo già sopra argomentato. Siamo infatti convinti che in certe circostanze sia preferibile la gestione passiva, mentre in altre valga assolutamente la pena di riconoscere una commissione leggermente più alta ad un gestore che riesca s sfruttare le opportunità del mercato scostandosi in modo intelligente dalla replica di un indice di mercato”.