Buone notizie per la gestione attiva: le aziende vivono sempre meno

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Gonzalez-Alba, Flick, Creative Commons

Le tendenze che stanno vivendo le aziende portano a un cambiamento delle dinamiche di costruzione del portafoglio. Nel 1960, la vita media di un’azienda era di 60 anni e nel 1990 questa era scesa a 20. In realtà, ad oggi la cifra è di circa 12 anni. Mentre la maggior parte delle imprese sono colpite dal fallimento/interruzione della propria attività a un ritmo sempre maggiore, tutte le performance a lungo termine provengono solo dal 20% dei titoli azionari. "È un esempio di vita reale del Principio di Pareto in cui emerge che, dal 1989, il 20% delle azioni hanno generato tutti i benefici di mercato dello S&P 500, e niente meno che l’80% non ha generato alcun rendimento. L’8% ha registrato una performance extra di almeno il 500%, al contrario, il 7% ha avuto un rendimento inferiore di almeno il 500% e il 24% ha registrato un rendimento inferiore di almeno di un 200% o più", rivela Gunnar Miller, global director of Research di Allianz Global Investors.

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Fonte: http://info.longboardfunds.com/rs/064-IIM-654/images/Defense-Wins-Championships.pdf

Secondo l'esperto, le conclusioni risultanti da questi dati sono due. La prima, che evitare di assumere decisioni di investimento sbagliate è importante quanto la scelta dei vincitori. La seconda è che l'interruzione dell’attività aziendale sta causando sempre più enfasi nella gestione attiva. Per capire quest’ultimo punto, dalla società fanno l’esempio di Nokia. Al suo apice, nel 2007, l’azienda controllava il 41% del mercato globale dei mobile. "Probabilmente, si considerava che Nokia avesse un rischio di interruzione della propria attività al di sotto della media prima della comparsa dell’iPhone. Nonostante ciò, l’azione passò da 25 euro nel 2007 a 1,50 euro nel 2012", ricordano. Ma in passato si possono trovare diversi esempi che potrebbero sollevare molte domande circa il futuro di un’azienda, di un business:

1. Il modello di business delle società della directory di Pagine Gialle è stato praticamente distrutto negli ultimi cinque-dieci anni dal motore di ricerca di Google.

2. Gli operatori di telecomunicazioni in Europa hanno perso gran parte del loro business originale di chiamate ed SMS a causa di imprese di apparecchiature e attrezzature come la Apple e sviluppatori di applicazioni come WhatsApp.

3. Le stampanti 3D mettono in discussione il modello di business di produttori e distributori di prodotti di base, compresi i pezzi di ricambio e gli accessori di moda.

4. Nuove applicazioni come Uber e Airbnb rappresentano un rischio per il modello di business delle catene di società di trasporti e hotel.

5. Le case automobilistiche potranno cambiare con successo i loro modelli di business per adattarle al nuovo mondo dei veicoli elettrici?

6. Quali modelli di business sono interessati dall'aumento della penetrazione della "IoT" (Internet of Things): medici, servizi pubblici, provider di navigazione...?

7. Cosa significherà la tecnologia iRobot di IBM per gli editori nei prossimi cinque-dieci anni?

8. Il tentativo di Google/SpaceX di sviluppare la copertura internet per le regioni rurali dei mercati emergenti attraverso satelliti rappresenta una minaccia per gli operatori tradizionali e satellitari di telecomunicazioni?

"Dobbiamo rispondere direttamente al rischio di interruzione dell’attività di impresa all'interno del proprio settore. Riconoscendo che, nei prossimi decenni, la replica degli indici probabilmente non offrirà rendimenti più alti di quelli della gestione attiva (l'andamento medio delle società nello S&P 500 si evolve a 12 anni di permanenza nell'indice; tutti i rendimenti a lungo termine provengono solo dal 20% delle azioni)", sottolineano.

Da Allianz Global Investors si propongono di integrare l'analisi del rischio di interruzione all'interno delle strategie attive dei gestori di portafoglio attraverso la valutazione del rating del rischio dell’attività di impresa. "Probabilmente, questo ci aiuterà a identificare idee di investimento tanto a livello di specifiche società quanto temi più generali, fornendo una chiara idea circa il potenziale di interruzione del modello di business lungo un orizzonte che va dai 3 ai 5 anni", concludono.