Con l’aumento della volatilità ci sarà necessità di strategie alternative che possano dare stabilizzazione al portafoglio.
I mercati nel primo semestre di quest’anno hanno registrato performance record e volatilità piuttosto contenute.
Le Banche centrali mantengono le politiche monetarie di sostegno e sebbene ci sia stato negli ultimi anni un rallentamento della crescita rispetto alle medie storiche, i rendimenti a scadenza negativi su larghi tratti delle curve dei rendimenti portano ancora a preferire, in relativo, i mercati azionari. Data l’evidente direzionalità del mercato del primo semestre 2019, le gestioni patrimoniali di Banca Aletti non hanno incrementato per il momento gli investimenti in strumenti alternativi che propongono strategie decorrelate. Ma le condizioni potranno rimanere così positive ancora a lungo? Con l’aumento della volatilità i gestori potrebbero essere maggiormente incentivati a tornare ad investire in strategie alternative. “Siamo attrezzati per adeguare i portafogli nel caso in cui lo scenario dovesse cambiare.
Tuttavia, oltre a prodotti alternativi, cerchiamo anche strategie che possano proteggere dai drawdown perché caratterizzati da correlazione inversa rispetto agli asset rischiosi, a breve termine o su orizzonti più lunghi, ad esempio investiamo in fondi o ETF sul mercato governativo giapponese, proprio per il beneficio di macro hedge offerto dallo Yen: nel corso del 2018 una protezione efficace per un investitore basato in euro, in effetti, è stata anche l’attenzione alla diversificazione valutaria”, spiega Lorenzo Campori, fund selector di Banca Aletti (Gruppo Banco BPM).
“Si è concretizzata la necessità, per alcune linee di gestione, di un approccio più attivo per le componenti di portafoglio relative ai tratti brevi delle curve dei rendimenti, dato che la maggior parte dei ritorni sono negativi. La selezione di un paniere di strategie decorrelate può sostituirsi o integrare soluzioni tradizionali per soddisfare anche quel bisogno, accanto a quello più generale della costruzione di un efficace portafoglio non direzionale”.
I fund selector però non hanno ancora dimenticato i deboli risultati delle strategie alternative dello scorso anno: “Guardando alle performance degli indici Hedge Fund Research del 2018, che sono una possibile proxy dell’andamento degli strumenti alternativi liquidi, si può misurare quanto sia stato difficoltoso integrare con profitto queste strategie nei portafogli, non solo per i rendimenti che hanno offerto, ma anche perché hanno mostrato debolezza proprio in occasione della correzione dei principali risky assets nell’ultimo trimestre”, spiega Campori.
“Ciò non significa che per specifiche esigenze, in particolare per alcune linee di gestione a ritorno assoluto, non siano stati utilizzati strumenti che perseguono la decorrelazione con i principali indici di mercato; tra gli altri, investiamo in fondi quali long-short, market neutral e merger arbitrage per il mercato equity e strategie alternative sul credito per la componente fixed income. Per alcuni portafogli abbiamo inoltre provveduto a costruire direttamente strategie non direzionali sull’azionario attraverso l’impiego di ETF short a copertura di strumenti attivi long only”.